Un fiore nasce dal tentativo di una pianta di attirare e sedurre quanti più insetti impollinatori possibili, è ciò che si ottiene quando gli eterni sforzi evolutivi della natura si concentrano nel creare qualcosa di bello. Con i loro colori ed il loro profumo, non passano inosservati nemmeno dagli esseri umani, che da sempre li utilizzano non solo a fini ornamentali, ma anche per veicolare significati e messaggi. Oggi, in Top of the Shots, vi proponiamo 5 canzoni che ronzano attorno ad un campo fiorito.
Il cosiddetto "linguaggio dei fiori" è molto complesso e dettagliato: per chi se ne intende, regalare un fiore invece che un altro porta messaggi diversi e molto specifici. In alcuni casi anche lo stesso fiore può essere portatore di diverse simbologie sulla base del colore, e lo
stesso fiore ha significati diversi in base alla cultura di appartenenza di chi lo regala e chi lo riceve. L'esempio forse più saliente di questa pratica sono le rose, che quando sono rosse sono universalmente riconosciute come simbologia di amore, ma nei loro tanti colori assumono connotazioni anche agli antipodi: le rose nere sono simbologia di morte e separazione definitiva, quelle gialle di gelosia ed infedeltà. La prima canzone che vogliamo proporvi, "Con una rosa" di Vinicio Capossela, si ispira alla fiaba di Oscar Wilde "L'usignolo e la rosa", e sul linguaggio metaforico dei fiori costruisce la sua intera narrazione, utilizzando le sfumature dei petali per raccontare la complessità di un sentimento.
Come si diceva, il fiore nasce con l'obiettivo di attirare gli insetti impollinatori. Al loro profumo ed al fascino dei loro colori non siamo esenti nemmeno noi. Esiste una pianta, la Venere Acchiappamosche, che imita i meccanismi di seduzione dei fiori per catturare tra le sue foglie gli insetti e digerirli lentamente. Nel secondo pezzo che vi proponiamo, Murubutu racconta la storia di "Anna e Marzio", in cui questa dinamica di seduzione e trappola sembra riecheggiare: Marzio sfoggia ad Anna il fascino dei suoi viaggi, della sua vita e di tutti i fiori in cui si è imbattuto.
Il gesto di regalare un mazzo di fiori è così antico e consolidato che sembra ormai appartenere ad un tempo passato. Un fiore regalato, tuttavia, è un fiore strappato dal terreno
che fin lì gli aveva permesso di crescere e mantenersi vivo, la sua delicata bellezza diventa quindi una caratteristica così precaria e fugace da risultare ancora più preziosa. Per illuderci di poterla preservare li mettiamo in vasi d'acqua che ne prolungano il decadimento, dandoci la possibilità di godere più a lungo dell'immagine della vita mentre essa, lentamente, se ne va. Questa caducità diventa cardine della metafora de "La canzone dell'amore perduto" di Fabrizio De Andrè, il quale con l'appassire delle rose non fa riferimento solo alla fine di un amore, ma anche al perdersi della capacità di provare una passione che "strappa i capelli".
L'albero di pesco è originario della Cina, dalla quale è stato importato per poi guadagnarsi una grande diffusione all'interno dei giardini. Il motivo di questa popolarità non è solamente legato alla dolcezza dei suoi frutti, ma anche alla bellezza dei suoi fiori rosa. I fiori del pesco sono tra i primi a sbocciare alla fine dell'inverno e portano con sé un forte legame con la simbologia primaverile di rinascita. Nel quarto pezzo che vi proponiamo ritroviamo proprio questo significato: in "Fiori rosa, fiori di pesco", Lucio Battisti si appella a quest'ultimi come speranza in un amore che può rinascere, dopo al torpore invernale, assieme alla primavera.
Più tardiva è invece la fioritura di un altro fiore enormemente popolare all'interno dell'immaginario culturale: il girasole. Quello che noi chiamiamo fiore del girasole, in realtà, è un' infiorescenza contenente centinaia di piccoli fiori per ogni girasole. Pur essendo una pianta annuale, il periodo di fioritura inizia in piena estate, nel mese di luglio. Per questo e per il suo colore giallo, il girasole è associato al periodo estivo. Dutch Nazari intitola "Girasoli" l'ultimo pezzo di questa raccolta. Nel testo, descrive teneramente il rapporto con suo fratello maggiore, ed i girasoli sono utilizzati come metafora della spensieratezza della loro infanzia, probabilmente legata al ricordo di qualche pomeriggio estivo passato in mezzo ai campi, che in età adulta l'autore "ritrova" nella nipote, figlia del fratello ormai lontano.
Le simbologie dei fiori sembrano essere infinite ed infinitamente rilevanti nella nostra vita. Vorremmo poter riempire ogni aiuola ed ogni balcone di infiorescenze native per restituire alle nostre città un po' di quella passione che sembra essere soffocata dal cemento. Questa bellezza sempre più delicata è qualcosa che merita dedizione ad essere preservata e che ci auguriamo possa essere ispiratrice di metafore e canzoni per ancora tanto tempo.
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