"Carillon" è il nuovo singolo della cantautrice classe 2022 Sofia Sole, pubblicato venerdì 15 novembre e presentato sabato 16 novembre in Santeria Toscana 31, a Milano, in occasione di “Pixie Parade”, evento musicale con programmazione prettamente al femminile per celebrare empowerment e inclusione. Con questo pezzo la cantautrice racconta, attraverso una forte metafora,, la sensazione di essere privata di tutto ciò che è prezioso e autentico, proprio come un carillon a cui sono stati sottratti i gioielli più belli.
Il brano è stato scritto a quattro mani con Cristiano de Vitis, arricchito poi da piano e voce portati in studio da Blame, con cui è stata realizzata la produzione.
Ciao Sofia e benvenuta su IndieVision! È uscito da poco il tuo nuovo singolo Carillon. Ci racconti come nasce questo brano e qual è il messaggio dietro?
Il brano è nato per caso, nella mia stanza. Ho un carillon accanto al pianoforte fin da bambina e, dopo anni, l’ho riattivato quasi istintivamente. La melodia mi ha affascinata, così l’ho riprodotta al pianoforte e ho iniziato a riflettere sul tema dell’intrattenimento. Mi sono resa conto che, come un carillon, anche io mi sentivo spesso in dovere di fare qualcosa per attirare l’attenzione di certe persone, senza però ricevere nulla in cambio per far stare bene me. È un’immagine complessa, e una sera, a cena, il mio amico e autore Victor Sane si è seduto accanto a me e ha scritto il ritornello con me. Nessuno sa creare immagini perfette come lui! Ho poi scritto il resto del brano, e così è nata questa storia.
I primi versi del testo sono molto forti: "Ti ho chiesto vuoi una mano tu ti sei presa il braccio. Io mille passi indietro per farti passare avanti". Ti è mai capitato, oltre che con le "amicizie" (o presunte tali), di vivere situazioni simili anche nel mondo artistico? Come reagisci quando succede?
Purtroppo sì, la persona che mi ha fatto sentire così era proprio qualcuno che lavora nel mio stesso settore musicale. Non è stato affatto facile. Avere amici in questa industria è delicatissimo, e ho imparato che, appena si manifestano segni di gelosia o rabbia, è meglio allontanarsi. Credo che le persone, su questi aspetti, non cambino. Se tra due artiste non c’è ammirazione reciproca e sostegno, non può nascere un’amicizia, e l’ho imparato a mie spese.
Quali emozioni hai provato nel presentare il brano dal vivo durante la "Pixie Parade" a Milano, un evento con una programmazione interamente al femminile?
È stata una serata splendida. C’è stato un grande scambio di emozioni legate non solo all’industria musicale femminile, ma anche alla vita in generale. C’era chi cantava di delusione, chi d’amore e chi di rabbia. È stata una vera manifestazione del talento femminile, e per me è stato molto emozionante cantare un brano così importante davanti a tutte quelle persone.
Hai iniziato la tua carriera molto giovane. Quali ricordi conservi della tua esperienza a The Voice of Italy?
Ero davvero piccola, avevo 16 anni. Il ricordo più vivo è quello del mio primo approccio a un palco così grande: è stato lì che ho capito di esserne innamorata. Nonostante la mia timidezza, ho scoperto di essere capace di farmi sentire anche al di fuori della mia stanza.
Hai studiato al conservatorio AMDA a Los Angeles. In che modo questa formazione ha influenzato la tua carriera?
A livello professionale, mi ha permesso di conoscere molti produttori internazionali, specialmente nel mondo house, campo in cui sono nata e cresciuta, poi lasciato col tempo e di lavorare all’estero sin da giovane. Sul piano personale, invece, mi ha lasciato un’enorme voglia di continuare a studiare musica ancora oggi.
Oltre a quelli con cui hai collaborato finora, con quali artisti o produttori ti piacerebbe lavorare in futuro?
Adorerei collaborare con produttori di colonne sonore: sono dei veri geni! Mi divertirei tantissimo a creare musica partendo da un’immagine, proprio come fanno loro. Ti direi, ad esempio, un artista come Labirinth. In Italia, mi piacerebbe lavorare con artisti rap come Gemitaiz, che hanno uno straordinario uso delle parole. Cerco sempre di collaborare con persone molto diverse da me, perché penso che dalla diversità nascano le idee più interessanti.
Quali aspetti ti piacciono maggiormente del cantare dal vivo?
Sono una grande fan dei riarrangiamenti, quindi direi proprio questo aspetto. All’ultimo live ho suonato con un sassofonista ed è stato incredibilmente divertente! Amo anche i momenti intimi al pianoforte e voce. Il mio sogno è avere una band tutta mia il prima possibile.
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