a cura di Daniele Saracino.
Mattia (Social Tedio) e Oliviero (Vanz) si conoscono fin da piccoli e nonostante i loro progetti musicali siano iniziati individualmente, sono sempre stati di supporto l’uno per l’altro. L’affinità e l’amicizia tra i due giovani toscani si concretizza anche in alcuni feat finché un’etichetta locale, la Ferramenta Dischi, li nota e da vita al progetto Social Tedio + Vanz.
Prendendo ispirazione da band rock del passato e dalla musica trap americana, la proposta del duo è un pop-punk all’italiana, talvolta più aggressivo talvolta con sonorità già pop. Supportati da un team capace e molto unito, vivono l’influenza della vita di provincia, verso la quale Social Tedio e Vanz nutrono sensazioni di amore e odio. Il loro scopo è la ricerca di una vita “Fuori dagli Schemi” della vita di chi si accontenta.
Il video del nuovo singolo “Stare Up”, che oggi vi presentiamo in anteprima su IndieVision, è un’espressione dell’estate in provincia: spiagge improvvisate, caldo e cemento. Ma la voglia del duo di far saltare e cantare il pubblico non passa inosservata. Con la loro musica, il loro atteggiamento e neologismi creati ad hoc, Mattia e Oliviero dimostrano la volontà svecchiare l’aura che circonda la parola “rock”. Buona visione e anche buona lettura!
Voi nascete come duo o come artisti separati? Come vi siete conosciuti? Ci siamo conosciuti fin da piccoli ma abbiamo consolidato l’amicizia tra i banchi di scuola. Nasciamo come progetti solisti separati, ma collaboravano già l’uno alla musica dell’altro e abbiamo fatto alcuni feat insieme. Finché non siamo stati contattati entrambi da un’etichetta locale, la “Ferramenta Dischi” e da lì è nata l’ideati unirsi in un duo. Siamo sempre stati amici e presenti nel progetto l’uno dell’altro, soprattutto prima di avere un’etichetta dietro. La decisione di metterci insieme è stato un processo naturale.
Avevate pensate ad un nome diverso per il progetto insieme? Come mai la scelta di tenere i due nomi? All’inizio ci abbiamo pensato, ma noi abbiamo questa attitudine che più naturale è una cosa e più funziona. Siccome non trovavamo un nome che fosse più catchy abbiamo deciso di tenere i nostri nomi creando “SocialTedio + Vanz”;anche perché la gente dalle nostre parte già ci conosceva con questi nomi.
Come nasce la vostra passione per la musica? (Vanz): Io fin da piccolo ho avuto la passione la musica legata all’esibizione. Poi crescendo ho conosciuto sempre più gente legata al mondo musicale come il nostro producer Jack Raw grazie al quale mi sono avvicinato alla produzione. Da lì nasce il bisogno di esprimere una serie di influenze musicali che ho avuto crescendo, partendo dal rock alla trap americana. Buttare giù musicaè stata una cosa molto spontanea, vienefuori da noi. (Social Tedio):Più o meno la mia strada è simile a quella di Vanz. Ti aggiungo che sono cresciuto in un contesto familiare molto dedito all’ascolto della musica, quando i miei coetanei ascoltavano la musica pop del momento io ero in fissa con AC\DC e Guns ’N Roses che poi è diventato un percorso misto di influenze varie. Poi siamo anche due “scoppiati” quindici divertiamo insieme.
Voi come definite il vostro genere e quali sono le vostre principali influenze musicali? Le sonorità sono quelle del pop-punk, poi le influenze sono varie. (Vanz): Per me nel rock i Red Hot Chili Peppers sono la più grande fonte di ammirazione e ispirazione. Sul lato trap americano un personaggio che seguo da sempre è Playboi Carti. (Social Tedio):Io mi sono avvicinato alla musica suonata fin da piccolo con i gruppi hard rock che ho detto prima. Poi crescendo ho iniziato ad ascoltare più musica italiana, ad esempio i primi album degli Articolo31 sono stati di grande influenza per me. Come portate la vostra musica dal vivo, voi suonate qualche strumento? Noi suoniamo entrambi la chitarra, ma c’è anche il chitarrista, Social Rendy, che secondo noi è un grande chitarrista. L’obiettivo è cercare di portare le nostre canzoni con una band completa sul palco. Stiamo studiando al progetto, perché siamo dell’idea che una cosa vada fatta per bene. Quando saremo pronti non ci penseremo due volte ad andare live con la band perché pensiamo che renda al meglio la nostra musica, anche se al momento stiamo girando le piazze delle città qui in Toscana suonando i nostri pezzi in versione acustica, per farci conoscere un po’ in giro vecchia maniera. È più funzionale di fare video e promozione sui social, chi ti vede live di vede per quello che sei al 100%.
Vi definite “Fuori dagli Schemi” e cosa significa per voi esserlo? Nel senso di cercare di non fare una vita convenzionale. Veniamo da una provincia dove c’è questa idea di sentirsiaccomodati con un primo lavoro o iniziando l’università ecc.; il nostro obiettivo principale è quello di portare entusiasmo, nella musica e nelle persone. Noi veniamo dalla provincia di Arezzo, San Giovanni Valdarno, in Toscana; siamo in linea con un lato del triangolo che unisce Siena, Arezzo e Firenze. Passa tantissima gente ma c’è una mentalitàdi provincia. Questoci è stato di grandestimolo per cercaredi uscire da queste schemi. La nostra non vuole essere una critica a chi è contento di vivere in quel modo. Noi abbiamo bisogno di altro e cerchiamo una vita che può essere più difficile e scomoda ma fuori dagli schemi. La provincia quindi ha una certa influenza nella vostra musica? Si. Noi abbiamo un rapporto amore e odio con la provincia: posso andare pranzo da mia nonna quando voglio oppure andare in studio o al circolo ad incontrare gli amici. Prendiamo ispirazione anche da questa realtà per le nostre tracce.
Quando scrivete i pezzi siete in sintonia tra di voi? In ogni traccia cantiamo entrambi, la canzone può partire dall’idea di uno dei due, poi ognuno scrive la propria parte. Dopo c’è sempre un lavoro di confronto dove uno interviene sulle strofe dell’altro; anche con l’aiuto del nostro produttore Jack Raw, del chitarrista Social Randy, dei discografici Ares e Francesco. Per noi è importante coinvolgere la gente finché si sente parte del progetto.
Mentre a livello di musiche, le melodie partono da voi? Non c’è una regola fissa. Molti pezzi nascono da giri di chitarra che suoniamo noi, altri da riff che propone il chitarrista o da idee del produttore. Il primosingolo dove c’è un salpe elettronico era una base ideata dal produttore, mentre“Fuoridagli Schemi” è venuto fuori da un riff del chitarrista; mentre l’ultimo singolo è nato da accordidi chitarra che abbiamo improvvisato in studio.
Avete dei riti scaramantici prima dei live? Di solita il chitarrista vomita sempre. Delle volte vomita per l’ansia altre volte perché ha bevuto troppo. Però poi sale sul palco e da il massimo e suona benissimo. È più frenesia che ansia. Anche noi abbiamo un po’ di ansia prima dei live ma è questione di allenamento. Poi quando si sale sul palco, dopo la prima canzone passa tutto e ci divertiamo. Quando abbiamo aperto i concerti come Naska o La Sad, sul palco pensi che la gente non ti conosce e non sta lì per te, ma la vedi che si gasa e allora ti gasi anche tu e dai il massimo. “Stare Up” è il nuovo singolo uscito il 7 Luglio, com’è nato il brano? Il brano è nato in inverno ma le vibes che volevamo esprimere erano estive, ma rimanendo in linea con il nostro stile pop-punk, anche se di base è rock. È stato rimaneggiato da un producer, Simone Guzzino, che ha reso la traccia ancora più potente secondo noi. Il rock è un genere che tra i giovani di oggi può suonare vecchio, nella canzone utilizziamo la parola “sto rockando” per cercare di riportare in auge il termine rock in maniera più fresca. L’immaginario di “rockare” non è solo musicale ma riguarda proprio l’attitude. Il termine “rockstar” non ha lo stesso valore che aveva un tempo. Ai giovani il rock fa pensare alla musica dei genitori, mi sembra che venga snobbato perché è roba vecchia. Ma secondo noi è il passato, il presente e il futuro. Se riuscissimo ad essere il mezzo per far ascoltare ai giovani anche le vecchie band del passato sarebbe un grande onore per noi.
Oggi presentate su IndieVision in anteprima il videoclip di “Stare Up”, com’è nata l’idea di questo video?
Ci siamo messi attorno ad un tavolo, noi due, il nostro discografico e il videomaker Giorgio, iniziamo a sparare cazzate e quella più esagerata decidiamo di farla.
La nostra etichetta “Ferramenta Dischi” si chiama così perché ha veramente un negozio di ferramenta. Per il video abbiamo usato il loro furgoncino, lo abbiamo dipinto di nero, ci abbiamo messo la nostra grafica e ci abbiamo buttato la sabbia. Costava meno di andare al mare. Una spiaggettaimprovvisata è tipico dell’immaginario dell’estate di provincia, la gente che appena può cerca spazi dove andarea rinfrescarsi, al lago, in piscina ecc.
Per noi l’autenticità è fondamentale.
Prossimi progetti e date live?
Stavamo pensando di far uscire un nuovo singolo a Settembre o Ottobre e poi penseremo se fare un EP o continuare con i singoli. Nelle produzioni future stiamo cercando di mantenere il rock pur sperimentando delle sonorità più pop.
Il 14 luglio apriamo il concerto dei Bnkrr44 a Camerino nelle Marche; altre date live ci saranno ma ancora non possiamo annunciare niente. Nel frattempo continuiamo a suonare nelle nostre piazze e non vediamo l’ora di suonare in tutta Italia.
Giornata tipo del rocker di provincia?
Quando non abbiamo da produrre tanto si va in centro a fare colazione con “pastina con la nutella” poi si butta giù musica e ci si diverte, ma negli ultimi mesi siamo stati sempre chiusi in studio.
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