Di Martina Strada ed Edoardo Previti
Bentornati alla cronaca onesta della terza serata del Festival di Sanremo. Oggi con voi Martie (che novità) e il membro della famiglia reale della redazione. Ladies and gentlemen, il re dei meme: Edo.
La terza serata si apre con Edoardo Bennato che suona “Sono solo canzonette”, brano del 1980 ma ancora attuale e che dà il titolo al documentario Rai che andrà in onda settimana prossima sul cantautore di Bagnoli. Nonostante l’età, Bennato si diverte ancora come un ragazzino e avremmo voluto sentire almeno un paio di pezzi in più ma, essendo il festival della velocità, subito dopo la sua canzone Conti lo saluta e passa a presentare la prima co-conduttrice, Miriam Leone.
La prima ad esibirsi è Clara che, rispetto all’anno scorso, si vede e si sente che si trova molto più a suo agio sul palco, peccato che abbia un pezzo che non convinca del tutto.
Dopo Clara, Conti presenta la seconda co - conduttrice della serata, Elettra Lamborghini che, vestita elegantemente, ci fa capire che nonostante abbia partecipato già a Sanremo sia ancora traumatizzata da quelle scale, quelle maledette scale.
Brunori ti amiamo. Ci commuoviamo sia per la canzone di Brunori, sia per il fatto che il pubblico dell’Ariston sembra aver compreso e capito l’immensa bravura di questo artista.
Katia Follesa fa il suo ingresso sul palco dell'Ariston e subito lancia frecciatine a non finire sia sul fatto che Conti vada troppo veloce al Festival, sia sul fatto che alcune canzoni siano scritte da mille mila autori.
Con ben cinque minuti di anticipo, presentata dalla Follesa, Sarah Toscano porta sul palco uno dei pochi brani di questa edizione che ci fa ballare. Ha 19 anni e si diverte sul palco, è rimasta nel suo mondo e non ha voluto strafare, giustamente.
Rientrati dalla pubblicità, Conti è affiancato sul palco da Samuele Parodi, ragazzino invitato al festival poiché a soli 11 anni sembra essere il più grande esperto del Festival di Sanremo e, infatti, si dimostra una mini enciclopedia sanremese.
Il piccolo Samuele presenta Massimo Ranieri, l’artista più anziano in gara, con una verve da fare invidia a Carlo Conti. E non lo diciamo per gentilezza, è proprio così.
Joan Thiele ha una voce pazzesca e questo brano dalle atmosfere care ai western di Morricone/Leone e alle colonne sonore degli anni ‘70, le rende veramente giustizia, un piacere immenso ascoltarla cantare.
Dario D’Ambrosio presenta un piccolo intermezzo interpretato dal Teatro Patologico, un’associazione che aiuta le famiglie che hanno parenti con disabilità motorie psichiche. In redazione si temeva di assistere ad un momento come quello ironizzato da Lundini nel suo programma, ma per fortuna, e per il fatto che Carlo Conti non abbia troppo parlato, il pericolo è stato scampato.
Al ritorno dalla pubblicità Elettra propone a Carletto di twerkare “ma non con questo vestito o con i bottoni acceco qualcuno” e poi presentano Shablo ft Guè, Joshua e Tormento, il coro gospel, Biancaneve, i sette nani e tutti gli animali del bosco che presentano questa canzone che sta su per la base e la voce di Joshua che è meravigliosa. Con un filo di vergogna tocca ammettere che nel tragitto tavolo-divano ci ritroviamo a ballarla.
Carlo esce dall’Ariston per presentare il cast di Mare Fuori e, tutti noi abbiamo pensato, “ma come, non era finito?”.
Fuori dall’Ariston, Ermal Meta sul Suzuki Stage, sentiamo l’irrefrenabile bisogno di dirvi che no, non lo meritavamo e gridiamo ancora vendetta per quel primo posto che il Signor Meta e Moro hanno rubato a Lo Stato Sociale.
Katia continua a fare battute sulla Ferragni come fosse la Egonu alla finale olimpica e poi presenta Noemi che ancora prima di iniziare a cantare ci ha incantati. Il brano è veramente bello ma ci sono dei momenti in cui sembra che la voce sia sforzata alla Vasco e se invece fosse più alla Noemi sarebbe risultata ancora più bella. In ogni caso Mahmood e Blanco hanno scritto un pezzo meraviglioso.
Miriam Leone vestita come una meringa alla fragola estrae dal pomposo abito il cartoncino e annuncia Olly. Un altro che mi duole ammettere ha portato un brano che sto canticchiando da ieri mattina, erre mosce comprese, ed è standing ovation signori.
Ritornati dall’ennesima pubblicità, ritroviamo Carlo Conti in galleria che si appresta a presentare i Duran Duran, gli ospiti internazionali del Festival di Sanremo 2025.
Il gruppo che torna sul palco dell'Ariston a distanza di quarant’anni dalla prima volta presenta un medley con i maggiori successi della loro carriera.
Cambio di giacca per Simon Le Bon e la band esegue il brano che sanno anche i divani delle nostre nonne: “Wild Boys”
Nonostante questo inno anni ‘80, che ci fa venire subito in mente Notte Prima degli Esami, e la giacca mirror ball di Simon Lebon, il miglior momento della loro esibizione è stato senza dubbio quando li ha raggiunti sul palco Victoria ̶d̶e̶i̶ ̶M̶a̶n̶e̶s̶k̶i̶n̶ De Angelis per suonare il basso in Psycho Killer, pezzone dei Talking Heads reinterpretato dai Duran Duran alla loro maniera.
Non contenti, per concludere, Katia vestita da sposa riesce a strappare un bacetto a stampo a Simon. Lo possiamo dire, menomale che c’è Katia che movimenta un pochino la serata.
Una Elettra Lamborghini con un abito principesco presenta i Coma_Cose e la loro Cuoricini, un pezzo che fonde i Ricchi e Poveri con i Baustelle e non abbiamo paura di dire che è entrato a gamba tesa nelle nostre teste fin dalla prima serata. Abbiamo anche fatto un sondaggio non ufficiale e vi informiamo che è il brano più amato dagli under 12.
Poteva mancare il momento green washing della Eni? Ovvio che no.
Momento verità: avevo completamente dimenticato ci fossero i Modà in gara. Un brano altrettanto dimenticabile.
Turno di Tony Effe che in quest’occasione toglie i panni del bravo ragazzo e mostra il suo vero aspetto, scelta giusta, gliene va dato atto. Mentre canta però tiene il tempo alzando il medio in camera: questo a Sanremo è un po' di dubbio gusto dobbiamo dirlo. Canzone non giudicabile, in senso negativo.
Sale sul palco Iva Zanicchi (meglio nota come colei che ha copiato il nome alla band di Lundini, "Ivazzanikki”) per ritirare il premio alla carriera. Per l’occasione, nonostante anche lei avesse voglia di risentire i Duran Duran, la Zanicchi si esibisce con le sue canzoni vincitrici di Sanremo. Un brivido percorre la schiena (cit. Linea 77 ft Tiziano Ferro) quando realizziamo che 60 anni fa non è il 1930 ma il 1965.
Irama deve avere la stessa stylist della Michielin e non vuole bene nemmeno a lui perchè quella maglietta alla Edward Cullen al sole o ad omaggiar il Mostro della Laguna ci lascia perplessi. Il cantante si perde delle frasi all’inizio del brano ma non è una grave perdita. Ci spiace dire che non è altro che la ripetizione dello stesso brano da anni e anni e anni. Eccezion fatta per “La Genesi Del Tuo Colore” che resta il brano sanremese migliore che abbia mai portato.
Anche il tg1 non è mai stato così veloce. Carlo va bene tutto ma più calma, ti prego.
Francesco Gabbani sale sul palco e canta forse la canzone più debole della sua carriera sanremese, un pezzo che fa fatica a rimanere impresso dall’aria troppo buonista, democristiana.
Momento promo della serie con Miriam Leone su Oriana Fallaci e poi spot La Mia Liguria.
Ultima cantante in gara per oggi: Gaia che è vestita con gli scarti del vestito di Elodie della prima sera. Nonostante il pezzo ci convinca di più rispetto al primo ascolto, anche Gaia non riesce nell’impresa di scacciare da noi l'abbiocco di questo festival piatto, soporifero e ingessato.
Elettra presenta a Conti il marito Afrojack e gli dice “he’s Carlo Conti, the top of the pops” e ci strappa una risata onesta. Ho avuto una visione: Elettra, Katia e Nino Frassica nella stessa serata di Sanremo.
Piccola gag sull’uomo ideale che la deficienza artificiale ci rivela essere - con grande sorpresa di tutti gli spettatori in sala e a casa - Carlo Conti e il direttore artistico conclude il siparietto ricordando che "no è no", in qualunque occasione e ricorda il numero antiviolenza e stalking 1522.
Con qualche minuto di anticipo segue la finale delle Nuove Proposte di Sanremo Giovani: si sfidano Settembre con “Vertebre” e Alex Wyse con “Rockstar”. La cattiveria di fare la finale alle 00:40 non si spiega.
Dopo un tempo che è letteralmente interminabile Carlo Conti premia Settembre non solo vincitore della categoria Nuove Proposte ma anche dei premi critica. Lui si commuove e ringrazia. A prescindere dal risultato finale, hanno entrambi vinto guardando il loro percorso e la performance di questa sera.
Le co-conduttrici si presentano poi in pigiama nella speranza di poter annunciare la randomica top 5…e invece pubblicità.
Finalmente riparte il jingle e i quattro presentatori possono annunciare la classifica:
Coma_Cose
Brunori Sas
Irama
Olly
Francesco Gabbani
Anche stasera le parole d’ordine sono state la velocità e il poco spazio di manovra alle co-conduttrici. Certo, è un Sanremo che vola anche con gli ascolti, ma a che prezzo? Manca la dose di umanità ed empatia a cui abbiamo assistito gli anni scorsi (pure Baglioni si fermava se un artista aveva un momento di commozione quindi vedete voi) portandoci spesso a distrarci come quando in classe la prof spiegava un argomento anche fico ma senza entusiasmo, a tratti leggendo dal libro, in prima ora del lunedì quando la sera prima hai fatto le ore piccole guardando gli Oscar.
Se però volete sentirvi leggeri e se riuscite a reggere fino a tardissimo, al Dopo Festival con Cattelan e gli artisti che passano e si prestano alle follie del conduttore, potete farvi delle risate (tranne quando parla la Lucarelli, lì si ride meno).
Fortunatamente è venerdì, questa sera ci saranno le cover e i duetti e non vediamo l’ora che inizi. Vi aspettiamo come sempre nella sezione commenti di tutti i social di IndieVision e davanti agli schermi per la serata più attesa del Festivàl!
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