Lo scorso 31 gennaio, quasi del tutto a sorpresa, è uscito "Piangono anche gli uomini", il secondo album in studio di Mox pubblicato da Maciste Dischi.
A distanza di ben sette anni dal suo disco d'esordio come solista, "Figurati l'Amore", e dalla pubblicazione degli EP, "L'aria, il cielo, il coperto, il sereno", 2020, "Vita facile", 2022, il cantautore romano d'origine siciliana è tornato sulla scena con un lavoro autentico e sfaccettato, capace di far vivere all'ascoltatore esperienze diverse, personali ed emotivamente importanti.
“Canzoni profonde vestite leggere, poesia libera ma nascosta, ricercata ma colloquiale, parole che a volte fanno male, ma quando lo fanno piangono insieme a te. Una danza pungente e una rosa in copertina, perché non c’è prosa senza spina."
Più che un semplice album in studio, "Piangono anche gli uomini" è un vero e proprio "manifesto emotivo", reso ancora più ricco, intenso e sfaccettato dalle collaborazioni con Serepocaiontas, Alberto Bianco e Matteo Alieno, tre artisti capaci di calarsi alla perfezione nel clima creato da Mox e di portare e far arrivare anche il loro punto di vista agli occhi e all'orecchie degli ascoltatori.
Oltra ai duetti, questo è un album molto vario anche dal punto di vista delle produzioni poiché le undici canzoni del disco sono state prodotte da diversi artisti, come Bruno Bellissimo, Matteo Alieno, Benjamin Ventura, Valerio Smordoni, Pablo America e Marta Venturini, tutti producer capaci di arricchire l'atmosfera di questo lavoro con i propri tratti distintivi.
Introdotto da uno struggente pianoforte, il disco si apre con "Dentro la mia stanza".
Mox, con la sua graffiante ed emozionante voce, canta delle contraddizioni dell'amore, un sentimento così immenso e sfaccettato che può far toccare il paradiso e allo stesso tempo far provare le pene dell'inferno, ad esempio, può sia farti addormentare con un sorriso stampato sulle labbra, che farti passare una notte insonne a rimuginare su quello che si è fatto o detto.
La seconda traccia è "Piangono anche gli uomini", pezzo che dà il titolo all'album e che vede la straordinaria partecipazione di Alberto Bianco. Questo pezzo vuole ricordare, anche se sembra assurdo doverlo ribadire ai giorni nostri, che anche gli uomini piangono. In altre parole, è una canzone che elogia la fragilità umana, una condizione che vivono tutte le persone e che anche gli uomini non devono aver paura di vivere o attraversare, poiché un pianto è un momento liberatorio, derivante sia dalla gioia che dal dolore. Quindi, società maschilista, basata sullo stereotipo dell'uomo duro, forte e che non può mostrare le sue fragilità, le sue emozioni, vai pure a farti fottere perché anche gli uomini hanno bisogno di piangere, che sia nel buio di un cinema o nel mezzo di una strada.
"Potevamo arrenderci A questo essere fragili Senza occhiali da sole Imparare dai salici" (da "Piangono anche gli uomini")
Il disco prosegue con "Sale", un brano dal piantino facile e che ricorda certe canzoni d'autore italiane degli anni '70. In questa canzone dall'aria malinconica il cantautore romano sembra ricordare una storia d'amore finita, una relazione giunta ai titoli di coda che causa ancora del dolore ma che, allo stesso tempo, si sta cercando di accettare poiché, spesso, le cose vanno come devono andare e non come vorremmo che vadano. In altre parole, l'innamorato è ancora in quella fase dove avrebbe voluto avere al suo fianco quell'amore mai superato ma non potendolo avere, sta imparando ad accettare questa mancanza, scendere a patti con il proprio dolore.
"Siamo fatti d’estate Di canzoni d’autore" (da "Sale")
"Sambo" è una canzone, dal ritmo brasiliano, dedicata all'arrivo dell'estate dove Mox duetta con Serepocaiontas. In questo brano, la voce elegante e delicata della cantautrice si fonde alla perfezione con il timbro graffiante di Mox, instaurando così un'alchimia unica, capace di catapultare la mente dell'ascoltatore alla stagione estiva, una stagione tanto attesa quanto speranzosa, capace di spazzare via i cattivi pensieri.
"Mi sento complicato, m’accontento Francamente vittima del mondo" (da "Sambo")
Introdotta da un giro d'archi, orchestrale molto anni '60 che poi lascia subito spazio ad un ritmo a metà via tra il funk di Carella, Battisti e l'italo disco di qualità dei primi anni '80, ecco che arriva "Pampero".
In questa canzone, caratterizzata da un ritmo trascinante, Mox sembra raccontare l'incontro casuale tra due ex-amanti, due persone che avevano condiviso molti momenti insieme ma che poi si erano dovute dire addio. Questo nuovo incontro, però, viene suggellato da un bacio, che immediatamente diventa la miccia che fa viaggiare le menti dei due protagonisti attraverso lo spazio e il tempo, che gli fa rivivere il cortometraggio di tutti i momenti vissuti assieme. Chi lo sa, forse questo bacio sarà l'inizio del secondo capitolo della storia di questi due innamorati? Io non sono nessuno per saperlo, ma mi immagino che come sottofondo a questo incontro, prima che il Pampero iniziasse a cantare una vecchia melodia, una radio stava suonando le ultime note di "Ancora Tu".
Mox è un'artista pieno di sfaccettature, camaleontico, capace di sorprendere con le sue canzoni e la sua versione di "Sinceramente" di Annalisa ribadisce questa sua attitudine. Scordatevi il ritmo della canzone portata a Sanremo da Annalisa, in questa versione cantata dal cantautore "Sinceramente" diventa un pezzo dall'aria essenziale, sorretto principalmente dal ritmo della chitarra e da un fischiettio capace di creare un'aria quasi da Far West.
"Ora che hai una macchina nuova" è una ballad in pieno stile Mox dove il cantautore, in un'atmosfera molto anni '60, immagina che se una macchina fosse una persona, probabilmente sarebbe la nostra migliore amica. Infatti, questa metafora non può che essere più azzeccata perché la propria macchina non è altro che la nostra compagna di avventura, uno dei pochi oggetti che ci vede sia quando siamo felici, sia quando siamo tristi, che conosce i nostri segreti e con cui non abbiamo paura di aprirci o di cantare a squarciagola canzoni stonate.
"Ci canterai le canzoni stonate Ci parlerai quando sarai arrabbiata" (da "Ora che hai una macchina nuova")
"Lucio Dalla" è un brano scritto da Mox insieme a Matteo Alieno. Cosa dire su questa canzone? Musicalmente è una piena canzone in stile Lucio Dalla, quello dei dischi tra il '77 e l'80, dove i due cantautori hanno pensato ai consigli che il cantautore bolognese avrebbe potuto dare a chi vuole scendere a patti con la propria depressione. In altre parole, ci sono situazioni, momenti che bisogna affrontare con leggerezza, che non vuol dire superficialità, divertendosi e senza pensare troppo; infatti, ogni tanto bisogna dare una tregua al nostro intelletto e affrontare le cose solo con la leggerezza, perché solo essa ci può salvare da noi stessi.
"Se ci penso anch’io, quanto sono depresso! Per fortuna non ci penso, vado a dormire presto" (da "Lucio Dalla")
Caratterizzata da un ritmo molto orecchiabile, "Un argomento" di Mox è la perfetta canzone da dedicare a quella frequentazione che vi ha lasciato in asso dopo le prime incomprensioni dicendovi: "mi dispiace, ma non è scattata la scintilla". In questo brano, infatti, il cantautore romano parla di come una relazione non sia solo un semplice e piatto argomento, ma sia frutto di momenti in cui si soffre, si litiga e si combatte per riuscire a creare quel giusto equilibrio tra i due partner. Nota di merito dell'intera canzone, i versi iniziali in cui Mox cita, non velatamente, sia Franco Battiato che Lucio Battisti.
"Mi metterei a gridare come un pazzo Come fossi il tuo ragazzo Però che cazzo Che non lo sono più" (da "Un argomento")
Segue "Playmobil", traccia introdotta da un'accattivante chitarrina elettrica dove il cantautore parla del suo rapporto con la musica. Nonostante sembri che stia parlando di una ragazza, Mox utilizza questa figura per parlare della musica, un'arte che scorre nelle viscere del cantautore e che gli genera una serie di emozioni contrastanti; infatti, la musica nonostante sia la sua ancora di salvezza nei momenti no, per il cantautore è anche cinica e spietata come il canto di una sirena per la ciurma di Ulisse, un talento naturale dell'inganno e, ultimamente, causa di tristezza e incazzatura perché non più capace di andare controcorrente.
"Se chiudo gli occhi sento la tua voce Vorrei tenerli aperti e non sono capace" (da "Playmobil")
Il disco si chiude con "Bradipi rapidi", brano che elogia tutte le ragioni che portano alla creazione, scrittura di una canzone. Infatti, Mox sembra ringraziare tutti gli stimoli che lo hanno portato a scrivere canzoni, stimoli nati da diverse situazioni, legati a momenti, esperienze personali che nel corso del tempo si sono evoluti, uniti tra di loro, l'hanno lasciato e poi sono tornati e che alla fine hanno dato il via alla nascita delle canzoni che compongono "Piangono anche gli uomini" e, chissà, ad un'altra "bella e pronta discografia che se lo sa Maciste Dischi mi prende e mi porta via!".
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