Jessica Lorusso è una cantautrice, un'attrice, un'interprete, un'anima in continuo fermento. Ma pensate che, nonostante questo, anche a lei la mattina capita di pensare che tutti gli altri siano più interessanti, grazie alle tante attività postate sui social: non è facile iniziare la giornata con il piede giusto se si pensa che tutto ciò che viene raccontato su Instagram e social vari, sia l'unica verità.
"C'è un barattolo di caffè sopra la cucina Che mi hai regalato tu qualche tempo prima Che te ne andassi senza dirmi "ciao" Credevo di avere più tempo per poterti dire "ciao" Lo pulisco tutti i giorni con lo sgrassatore ore Poi mi dico "stronza, così cancelli l'odore" Ora che lei ti manca, abbracci una chitarra Il suono riempie la stanza, moltiplica la distanza"
Perchè di verità ce ne sono tante altre. Nella vita dobbiamo fare i conti con assenze che fanno mancare il respiro, come Jess esprime in "barattolo", singolo che fa da apripista al suo primo EP "sola a casa e altri sbatti", uscito il 24 novembre scorso. E soprattutto, nella vita dobbiamo scendere a patti con gli "sbatti" di tutti i giorni, dal non volersi alzare dal letto e cominciare la giornata, al decidere di saltare un pasto pur di non andare a fare la spesa. In questo senso, la possibilità che i cantautori hanno è preziosa: poter manifestare la propria gioia, ma anche la propria sofferenza, dando voce ad insicurezze che ci accomunano tutti.
"Nuvole su di me, entra la luce ma dentro piove Cosa mi mangio se da due settimane non vado al super Ma porto fuori il cane, questo mi rende un'umana niente male Scrivo su pagine bianche per fare uscire il nero delle mie lacrime Canta la carta, crepa l'anima Credo sia universale lo schifo che ci assale"
I testi di Jess nascono al pianoforte, amico fidato che l'accompagna da sempre. Proprio come i suoi due cani di cui lei si occupa con estrema dolcezza. Quella stessa dolcezza e sincerità con cui cerca di conciliare la vita da attrice con quella da cantautrice. Cresciuta con riferimenti importanti, come Whitney Houston e Lana del Rey, la sua voce gode di un timbro che sa cullare con la giusta armonia, proprio come in "ciliegie", brano dedicato al suo rapporto con la sorella, e di una sostanza vocale notevole, che le permette di esplodere in mille pezzi, per poi ricomporsi con l'unicità che contraddistingue le grandi cantautrici. Proprio come succede in "una persona a caso", dove l'insicurezza torna a bussare con prepotenza.
Questo brano nasce da una domanda: “Cosa succederebbe se tu ti accorgessi che ti sei innamorato di una persona a caso?”. Non sono niente di speciale, non sono neanche in grado di badare a me stessa. Ogni tanto ho questi pensieri in mente, e la musica mi serve per esternare quello che provo.
Jessica Lorusso è una cantautrice, un'attrice, un'interprete, una ragazza che ha bisogno di esprimere i suoi sentimenti attraverso la musica, senza la paura dei giudizi altrui, consapevole di essere sempre se stessa, nelle giornate positive come in quelle in cui sembra andare tutto storto. E' anche questo che la rende un'umana niente male. Vi lascio all'intervista!
Ciao Jessica, parlami un po’ di com’è nata la passione per la musica!
Ho cominciato fin da piccolina, facendo lezione di pianoforte. Poi successivamente l’ho lasciato per dedicarmi al teatro, che è diventato una parte importante della mia vita. Ed è grazie al teatro che sono riuscita a riconnettermi alla musica, riprendendo poi il pianoforte. Ad un certo punto, invece che rimanere vittima delle mie emozioni, ho deciso di metterle in musica. Durante il lockdown sono riuscita ad avere più tempo per scrivere. Dato che in quel periodo non c’era molto da fare, sono nate tante canzoni. Anche perché mentre sono in tour non c’è molto tempo per scrivere cose nuove.
Immagino che svolgere due attività spesso complementari tra loro, come l’attrice e la musicista, sia un fattore molto stimolante!
Assolutamente sì. È raro qui in Italia vedere attori che hanno una doppia carriera. Sono figure più sviluppate all’estero, come per esempio a Broadway, nel West End. Lì chi fa teatro spesso è anche musicista, soprattutto perché viene richiesto. In questo senso mi ritengo un’apripista.
Com’è cambiato il tuo approccio alla scrittura dopo il lockdown?
Avendo più tempo, durante il lockdown davo voce a quello che sentivo, accompagnandomi con il pianoforte. Dopo il lockdown, invece, ho cominciato a fare un gioco sui social, chiedendo ai miei follower di suggerirmi tre parole, così da poterle tradurre in un testo musicale. Alcune canzoni sono venute un po’ bruttine, altre invece le ho addirittura completate. Per quanto riguarda la mia ispirazione, difficilmente la trovo quando sono in giro a fare qualcos'altro. Ho bisogno di avere la testa libera per poter scrivere, prendendomi delle giornate di relax che alla fine diventano giornate creative. Una cosa che mi capita spesso, invece, è di avere tante idee la sera, mentre dormo. Certe volte le canzoni vengono a bussarmi con testo e musica già pronti. In quei casi, sono obbligata ad andare in bagno a scriverla o cantarla. Ed è bellissimo perché divento un’osservatrice di me stessa, come fossi un’altra persona.
Quali sono i tuoi riferimenti in musica?
Sono cresciuta con una diversità di artisti impressionante. Secondo me, quando parlo dei miei gusti musicali con qualcuno, l’altra persona non riesce a farsi un’idea del mio stile. Da piccola ascoltavo le grandi voce come Michael Jackson e Whitney Houston. In adolescenza, invece, sicuramente Lana del Rey e Alicia Keys. Crescendo, mi sono innamorata di Mahmood. Rimango sempre stupita dal suo talento. Credo sia un genio. Per il resto, ascolto veramente di tutto.
Mi hai raccontato di come il periodo del lockdown sia stato molto proficuo per te a livello di scrittura. Tra le varie canzoni che hai pubblicato, spicca sicuramente “come stai”. Anche l’idea di dividere i due tipi di giornate che puoi vivere, all’interno del video musicale, è stata molto interessante. Tu in quale tipo di giornata ti identifichi di più?
L’idea del video è nata da una dicotomia costante che vivo tutti i giorni. È come se fossi impossessata da due Jessica diverse. C’è una me che lotta per rimanere a letto, mentre c’è un’altra me che invece decide di vivere la giornata in maniera positiva. Nel video c’è un passaggio importante in cui si possono vedere le risposte ad un messaggio Whatsapp che cambiano totalmente le sorti della giornata. Più che una questione di forze interne, è una questione di scelte. In passato è stata la me negativa a prevalere. Ma, ultimamente, sto provando ad affidarmi al flusso della giornata, lasciando da parte la mia solita riflessività. Ho cominciato a dire qualche "sì" in più.
Immagino che il lavoro di attrice ti imponga di dover essere sempre felice e sorridente, o almeno di sembrarlo. Da una parte questo può aiutarti a risollevarti durante una giornata no. Ma credo anche che delle volte sia difficile.
Hai toccato un punto interessante che spesso in pochi capiscono. Quando si vedono gli artisti performare su un palco, nessuno pensa mai a che tipo di giornata possano aver avuto quelle persone. Ci sono delle giornate in cui, come tutti, l’unica cosa che voglio fare è rimanere a casa. O delle volte in cui è il tuo corpo a chiederti di fermarti, perché stremato. Non è facile, ed in quei casi è una lotta continua, anche perché questo è un lavoro e noi non possiamo sottrarci.
Il tuo primo EP si intitola “sola a casa e altri sbatti”. Mi parli di questo progetto?
Essere da sola a casa definisce uno sbattimento per me, e il titolo del progetto deriva proprio da questo. Essendo di Milano, anche io abbrevio questa parola in “sbatti”. È la prima definizione che mi è venuta in mente. L’ho composto durante tutti quei momenti in cui sei a casa da solo e pensi alle possibili risposte che avresti potuto dare in situazioni già avvenute. La canzone che conclude l’EP, che si intitola “saturno”, racchiude le frasi che mi sono sentita dire negli anni da tante persone a cui voglio bene, e che ho bisogno di sentirmi dire quando cerco rassicurazione.
“barattolo” è il singolo che anticipa l’EP, mi ha colpito per l'intimità che lascia trasparire. Non hai avuto paura di mettere a nudo le tue paure. Mi è rimasta impressa la frase “Come si fa a restare vivi se se ne va la parte di te che credevi migliore?”…
La risposta a quella domanda la sto ancora cercando! Questo brano parla di una persona importante che è venuta a mancare. E mi sono chiesta dove sia finito tutto questo amore che ho ricevuto. Certe volte non riesco a toccarlo o sentirlo. Da qui è nata la necessità di scrivere questo pezzo, per poter cristallizzare delle sensazioni. La paura di dimenticare la faccia, le espressioni di una persona, è qualcosa a cui penso sempre.
E quando pensi che “barattolo” sia intensa, ecco che arriva “una persona a caso”, un brano dove la tua voce esce potentissima, quasi fosse uno sfogo.
“una persona a caso” è nata un giorno in cui sono rimasta a casa da sola e non avevo nulla in frigorifero. In quel momento la persona che vive con me non c’era, e ho pensato che forse senza di lei sarei persa. È una canzone che parla anche di dipendenze affettive. Questo brano nasce da una domanda: “Cosa succederebbe se tu ti accorgessi che ti sei innamorato di una persona a caso?”. Non sono niente di speciale, non sono neanche in grado di badare a me stessa. Ogni tanto ho questi pensieri in mente, e la musica mi serve per esternare quello che provo. Devo dire che in tutto questo i social non aiutano, dato che la vita degli altri sembra sempre perfetta, migliore della nostra.
La penso come te, i social possono trarre in inganno delle volte. Bisogna imparare a capire quando metterli da parte, per riprendere fiato.
Sì, e non è facile. Anche perché i social sono un mezzo molto importante per la promozione di un artista, soprattutto quando non si ha tanto budget. Anche se credo che non bisogna confonderlo con l’utilizzo che ne fanno gli influencer, che è un altro lavoro. Io i social li intendo come un importante mezzo di condivisione. Ed è bello quando qualcuno ti ringrazia perché sei riuscita a dire qualcosa che per loro era difficile esternare.
Sono andato a sbirciare sulla tua pagina Youtube, notando un vlog che hai girato a settembre dello scorso anno. All'interno del video c’è una mattina in cui dici che devi smetterla di guardare i social appena sveglia, perché vedi tutti fare cose fighissime, al contrario tuo. Io ho avuto la tua stessa percezione ma al contrario! Ho pensato “Ma Jess fa tantissime cose fighe, come fa a dirlo?”
Questa cosa è tremenda! Lo spostamento del fuoco dell’osservazione fa riflettere tantissimo. Ho smesso di entrare sui social la mattina appena sveglia, perché mi faceva alzare con il piede sbagliato. Ovviamente è difficile vivere senza entrare a sbirciare. Però è un qualcosa che va dosato.
Sempre guardando il tuo vlog, ho notato che i tuoi cani sono una presenza importante nella tua vita quotidiana. Immagino che siano una grande risorsa durante le giornate no.
Non riesco ad immaginare la mia vita senza di loro. Sono un grande deterrente contro la solitudine. Per esempio, in “sbatti” dico “Mi sento uno schifo, almeno porto fuori il cane. Questo mi rende un’umana niente male!”. Loro ti alzano l’autostima in qualche modo, perché sono dipendenti da te. Tutto ciò equivale ad una terapia, il prendermi cura di loro, in qualche modo aiuta anche a prendermi cura di me stessa.
Ritornando a prima del tuo EP, mi è piaciuta molto anche “ciliegie”, che sembra quasi una ninna nanna. Mi parli di questa canzone?
Questa canzone è dedicata a mia sorella, che rappresenta una parte di me. Ma il discorso è esteso anche alle mie amiche, che sono un po’ come delle sorelle. Quando l’ho scritta, ho deciso di soffermarmi su qualcosa di bello che c’è nella mia vita. E mi è venuto in mente il gesto di mettere delle ciliegie come fossero orecchini, una cosa che io e mia sorella facevamo da piccole. Questo gesto così tenero riassume il nostro legame. Ha l’aria di una ninna nanna, in effetti. Pensa che nella copertina ci siamo io e la mia migliore amica, che assomiglia molto a mia sorella.
Con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?
Sicuramente con Mahmood, come dicevamo anche prima. Io continuo a mandare questo messaggio nell’universo, poi si vedrà. Mi piacerebbe collaborare anche con Mara Sattei o con Elisa. Per quanto riguarda la scena emergente, invece, mi piacerebbe fare qualcosa con Evra, Flora, Mille. Tutte ragazze cazzutissime con cui spero di collaborare.
Come stai pensando alla dimensione live?
La cosa che manca al mio progetto è proprio quella, la dimensione del live. Non vedo l’ora che esca questo EP, così da avere i pezzi necessari per iniziare a lavorare all'organizzazione dei concerti. Sono un po’ spaventata perché comincerò in grande. A Milano c’è stato un contest che si chiama “Back to talent”, con la direzione artistica di J-Ax. Ho vinto la possibilità di esibirmi al Teatro Nazionale / Teatro Lirico. Questo concerto ci sarà prima dell’estate. Per il resto, la mia intenzione è quella di iniziare a suonare in varie città. Vorrei trovare dei posti intimi che mi permettano di suonare in acustico per far conoscere i miei pezzi. Non vedo l’ora!
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