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Cronaca della quarta serata, i duetti di Sanremo 2024: Angelina Mango incanta, la classifica meno

Di Martina Strada e Marco Anghileri


Per il terzo anno mi ritrovo sul groppone la serata delle cover, con la Martie (vera presidentessa di cerimonia IndieVision di questa kermesse da che ne ho memoria), ed è una serata di cui sono super felice. 


Parte la solita zarrissima sigla, sulla quale un Amadeus provatissimo con una giacca color sashimi (sì, si vede anche il ghiaccio di quando te lo portano in tavola) sorride a tutti.


Durante lo sketch con Fiorello, che, al solito, ignoro, compare una giga scritta “regia di Stefano Vicario” che mi fa pensare a quanto sarebbe bello vedere in gara la nipote, ovvero Margherita Vicario (con cui, tra l’altro, sbancheremmo facile l’Eurovision).


Codici, regole del voto, applausi a caso dal pubblico, cose che non ci interessano, andiamo avanti.


Inzia la serata cover Sangiovanni, con la popstar spagnola Aitana, porta una versione italo-spagnoleggiante di “Farfalle”, il brano proposto al Festivàl del 2022. Due anni fa, in questa stessa serata, portò la splendida “A muso duro” di Pierangelo Bertoli con una gigantesca Mannoia, impietoso il confronto tra le due serate. Lei, al di là di un sorriso davvero splendido, non porta nulla di interessante e stona pure.


Dal palchetto istituzionale il principe Alberto II di Monaco, istituzione nella quale non ci riconosciamo, saluta Amadeus e - citando Barbero- anche se è a Sanremo, "un re è un re, e ai re cosa si fa?"



La combo meraviglia formata da Annalisa e La Rappresentante Di Lista porta “Sweet Dreams” e nemmeno la voce pazzesca di Veronica riesce a dare al brano la frizzantezza in cui speravamo. Unico momento alto del brano, la nota (alta) tenuta alla fine. Avete fatto un bel lavoro, siete davvero molto brave, ma questa vale come portare a Masterchef una crostata all’albicocca sì, ma con la base già pronta. (Bonus Masterchef di Anghi: usato)


Ma va questi che mi citano la Margheritona nazionale che ho citato qualche paragrafo sopra, serata irreale (ripeto, ti aspettiamo al Festivàl Marghe!).


Rose Villain si presenta sul palco (seduta maledetta, solo malus al FS) con Gianna Nannini in un medley dell'ospite. Forse un po’ emozionata, forse le hanno abbassato il microfono ma Rose si sente pochetto, quasi sembra sentirsi di più il pubblico. Nel dubbio, “Meravigliosa Creatura" sono in piedi sul tavolo a cantarla tipo karaoke wild. Le due non prendono molte note, ma io, quota azzurra (che bello tornare a usare queste espressioni, fa tanto commentone di Sanremo), apprezzo centomila volte di più una performance con questo cuore e un po’ meno di qualità, rispetto a 16 (sedici) minuti di medley di Mengoni della prima serata in cui non mi è arrivato nulla, ma forse sarò strano io. [quota rosa non è assolutamente d'accordo, 16 minuti di Marco nettamente meglio questa cosa oscena].


E dopo il saluto al Principe pure il momento canisbirri, ma queste cose le hanno tenute da parte apposta per la serata Anghi-Martie? Perché ora mi viene il dubbio. Secondo me, sì.


La rappresentanza indie (se così si può ancora chiamare [no]) composta da Gazzelle e Fulminacci porta la canzone più liceale di sempre, “Notte Prima degli Esami”. Fulminacci perfettamente a suo agio, Gazzelle un po’ meno, ma generalmente ci viene difficile vederlo a suo agio in un posto con più di 100 mq e 5 persone totali lui compreso. L’unica cosa certa è che la matematica non sarà mai il mio mestiere, infatti non so nemmeno contare la musica (in realtà sto imparando, ma per dire).



Briatore, no scusate volevo dire Umberto Tozzi ha più voce di Stash, il che fa ridere, ma anche riflettere. I The Kolors e Umberto se la cantano, se la suonano, e si divertono, anche nel citare "Italo Disco".


Alfa e Vecchioni fanno il primo boom della serata: mi unisco alla standing ovation. Vecchioni canta con il cuore e la sincerità di chi ha scritto di suo pugno un pezzo gigante come “Sogna, ragazzo sogna”, Alfa è palesemente onorato e interpreta con una buona energia già dall’inizio, ma soprattutto chiude il tutto con una manciata di barre lancinante. Siamo tutti emozionati al limite del piantino, sarebbe scandaloso non vederli in top five, ma davvero tanto. Chiude da eroe, Roberto: “Bello spettacolo, presentatore un po’ scarso



Lorella Cuccarini, la co-conduttrice della serata, fa la sua entrata all'Ariston ripercorrendo la sua carriera tra sigle e canzoni che l'hanno resa celebre nella memoria degli italiani. Che fortunelli. Comunque il personaggio spagnoleggiante di Fiorello a me pare che parli come Natalino Balasso più che altro o come un veneto che prova a parlare uno spagnolo maccheronico.


Tanto ci erano piaciuti i BNKR44 l’anno scorso con Sethu, tanto poco ci hanno convinti stasera. Cosa abbiamo visto? Cosa è successo? Perché di grazia Pino D’Angiò era in playback? Nonostante lo sconforto abbiamo cantato davanti al pc come fossimo stati in discoteca con gli amici. Ritegno zero ma tanto non siamo noi all’Ariston.


Quando Finisce Un Amore” di Riccardo Cocciante è un pezzone dal giorno della sua uscita e per la prima volta da forse sempre Irama mi passa qualcosa. Non tantissimo ma almeno qualcosa che non sia la solita insipidità. Cocciante ci mette il suo e alza il livello dell’esibizione.


Torna sul palco Lorella Cuccarini che (assolutamente non leggendo sul gobbo…) ci coglie di sorpresa facendo un’originalissima battuta sulle scale. Non l’avevamo ancora sentita in questa edizione.


Che Sia BenedettaFiorella Mannoia ma un po’ meno il suo ospite. Certo che “Occidentali’s Karma” potevano farla nella monumentale versione dei Pop_X. Nel complesso una bella esibizione, Francesco Gabbani finisce il pezzo inchinandosi alla Mannoia come fece dopo aver vinto Sanremo nel 2017 e ci viene male alla schiena quando pensiamo che Fiorella ha 70 anni e ci sono parti di redazione che hanno il fiatone dopo essere salita dalla strada al marciapiede.


Ripetiamolo tutti insieme: basta “Hallelujah” di Cohen, basta, non ne possiamo più, questa era la premessa numero uno. La premessa numero due è che rivedere Skin su quel palco lì, mi porta alla mente i Marlene Kuntz, quindi un po’ son contento. Un bellissimo arrangiamento a svecchiare il pezzo, per due voci che fanno davvero bene. Perdonerete il momento outfit check ma Skin sulla giacca di pelle aveva una kefiah, silenzioso ma importante simbolo di vicinanza al popolo palestinese. Se non ve ne siete accorti è perché non l’hanno inquadrata benissimo (ma pensa un po’ che destino!). Nota tecnica, anche Skin (non è la prima della serata) si toglie l’in-ear durante l’esibizione, temo che un po’ di artisti avranno problemi oggi, purtroppo.


Diciamocelo onestamente: Arisa non ce la meritavamo affatto. Ne approfittiamo per fare un giro della sala, mangiarci un gelato (quota azzurra: uno yogurt con frutta e cereali), rispondere ad un paio di messaggi.


Ci riprendiamo in fretta, afferriamo il telecomando e senza bisogno di guardare la tv sappiamo le parole (anche se è in spagnolo e ci prendono in contropiede ma noi la cantiamo sopra in italiano e passa la paura): Paola e Chiara duettano con i Ricchi e Poveri. Onestamente è tutto bellissimo, sembra di essere al karaoke con gli zii ubriachi.


Ma perché Pecco Bagnaia ha mandato il cugino bocconiano a parlare al suo posto?


Amo ma in che lingua mi sta cantando Ghali?” esclamò lei alla tv. Il rapper porta un medley di “Italiano Vero” e “Cara Italia” mentre il Maestro Melozzi e l’alieno Rich Ciolino dirigono l’orchestra noi iniziando a cantare in arabo: è partito il countdown per la polemichetta. Durante il ritornello del suo pezzo canta l’Ariston, cantiamo noi, ci innamoriamo.



Pubblicità Poltrone e Sofà di cui facevamo a meno anche oggi ed è il magico momento in cui noi millenial ci scusiamo con i vicini e urliamo tutta la canzone. Clara con una mossa furbissima porta sul palco “Il Cerchio della Vita”, iconica canzone del film “Il Re Leone”, con la sua interprete originale. Ivana Spagna porta la sua voce e la sua interpretazione ci fa tremare come quando Mufasa viene buttato giù da Scar.


Intanto un bel cameo di Peppuzziniello Vessicchiuccìcci, vengono scongelati per l’occasione i Jalisse, si parla di duetto tra i direttori d’orchestra e, nonostante (purtroppo solo per ora) non succeda niente, sono sempre più confuso e timoroso nei confronti delle prossime ore.


Problemi tecnici per Loredana Bertè, Amadeus: “Sto nei paraggi”. No Ama, no, devi stare nella Sad. Scherzi a parte, santificate quei benedetti tecnici, voi non sapete perché ma loro sì. Loredana, insieme a quel gigante di Venerus (a onor della cronaca, relegato a suonare una Telecaster in playback), porta sul palco una versione in chiave rock di un grandissimo pezzo come “Ragazzo Mio” di Luigi Tenco: “Non devi credere, no, non invidiare / Chi vive lottando invano col mondo di domani”.


Momento partenopeo, alziamo le mani. Temiamo di non sentirci pronti, tanto farà già abbastanza il televoto, non crediamo serva un endorsement, no? Per me no. Ma poi perchè Guè sta lì che è di Milano? Chiediamo per dovere di cronaca. No però, pure il “Stai parlando in italiano, con noi devi parlare in napoletano” anche no.



Margherita Buy e Elena Sofia Ricci presentano il nuovo film in uscita “Volare” e non è che apportino chissà quale plus alla serata se non anticipare il momento Eni greenwashing e poi via in diretta con la Costa Smeralda perché c’è Gigi Dag ad aspettarci.

Dopo due anni di assenza dovuti alla malattia torna Gigi D’Agostino a farci ballare da casa senza pietà perché il venerdì è solo Alcatraz (reference principalmente per chi è di Milano, scusate).


Giro di boa, tocca ad Angelina Mango che, coadiuvata dal quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma, porta “La rondine” di suo padre, Mango (evvai di punti S*AE [SI SCHERZA! pt. 2]). 

Finalmente ci fa sentire che è brava a cantare bene e non solo a fare canzonette da hit e tormentone. Segue, giustamente, commozione finale di Ama, di Angelina, del pubblico e pure di un pezzo della redazione situata nella provincia della capitale.



Vorremmo fare anche un appello ai cameraman della Rai: queste riprese a schiaffo rotante di Chuck Norris basta. Abbiamo mal di testa e un po’ la nausea.


Le radici ca tieni” è una canzone monumentale, Alessandra Amoroso apre così il suo medley coi Boomdabash, peccato il tutto diventi in tempo zero qualcosa troppo zarro anche per essere commentato. Dalla poesia al villaggio vacanze.


Dopo la réclame (come mi piace dirlo, mi sento una conduttrice Rai degli anni '50) Dargen D'Amico porta, sulle note di Morricone, un medley tra “Modigliani”, tratta da un disco incredibile come “D’Io” (leggasi alla voce: Dargen non è solo “Dove si balla” e qualche porcata scritta per Fedez): “ci vuole più coraggio ad essere brutti che ad esser belli e bravi siamo bravi tutti”. Jacopo continua ancora a chiedere il cessate il fuoco e lo chiede in mondovisione, lo chiede chiaramente, lo chiede facendo esempi pratici, lo chiede di nuovo. Un Artista di cui abbiamo bisogno.


Momento marchetta con Carolina Kostner e Suzuki (se non lo leggete in asmr state mentendo) e poi arriva Mahmood con i Tenores di Bitti che mi tira una mazzata sulle ginocchia perché già “Come è profondo il mare” di Dalla mi frantuma il cuore, ma la voce di Lucio alla fine mi ha proprio spezzato il fiato. Grazie Ale, davvero. E comunque vedere i quattro mori mi fa sempre pensare al Primo Maggio, so che non ha senso, ma non è che deve tutto avere un senso in questa vita.


Amadeus legge il comunicato stampa degli agricoltori. Ci passa come un momento freddo, istituzionale, forzato.


Ma mancano due Gemelli Diversi! In ogni caso, sentire la strofa di “Mary” con un flow da 2024 fa un certo effetto e di questo devo rendere atto a Mr.Rain e Gemelli Diversi, in questa collaborazione che a occhio pareva abbastanza cringe ma se ne sentivate la mancanza, Amadeus stava entrando a esibizione ancora non finita. Molto bene.


Potevamo non sentire “La Canzone del Sole” a mezzanotte e trentadue? No, ma dalla redazione sorge la domanda accorata su come sia possibile che Sangiorgi riesca a cantare ogni canzone rendendola uguale all’altra. Pazzesco. Fortunatamente c’è Malika Ayane che, complice anche una bella armonizzazione, rialza la situazione.


Medley Tiziano Ferro nazionale cantato da Emma e Bresh e le aspettative erano altine e non sono state raggiunte nemmeno un pochetto. Spiace. Per la quota azzurra, invece, aspettative perfettamente rispettate: un bello psicodramma.


Il Volo fa contenti quasi tutti, dall’immancabile Zia Carmela che li ama a prescindere, al marito nostalgico del ruoc (e non voglio dire di che altro) che vede una chitarra, un testa e cassa Marshall e Stef Burns ed è a posto così.


C’è chi si gioca la carta Battisti e chi la carta De Andrè: Diodato accompagnato da Jack Savoretti porta “Amore che che vieni, amore che vai”. A memoria l’ultimo De André sul palco di Sanremo fu portato da Truppi, Capossela e Pagani in una versione più rispettosa dell’originale di questa che ebbe decisamente meno fortuna. Apprezzerà questa cover la fanbase del cantautore genovese? Vedremo.


La Sad insieme all’inarrestabile Donatella Rettore portano “Lamette”: c’è talmente tanto caos su questo palco che forse sarà l’ora, forse la stanchezza da tre giorni di festival ma questa esibizione ci sveglia alla grande. Per noi è sì, è come stare ad una serata della Emo Sucks, è come generalmente essere ad una serata piacevole. Più esibizioni così, meno cantanti impostati e antipatici come se fossero gli unici a saper fare il loro lavoro e il cui nome è il contrario di Primo.



Grinta e rabbia sociale Fabrizio Moro? Ama hai passato qualche minuto nel camerino La Sad/Rettore? Non era bastato lo scippo del premio miglior testo di un paio di anni fa. Il Tre ha un problema tecnico, si ferma, manda in panico Amadeus, ricomincia. E questo è tutto quello che il vostro dinamico duo ha da dire sull’esibizione.


BigMama porta un'esibizione da seconda serata in pieno girl power: con lei a cantare “Lady Marmalade” ci sono Gaia, La Niña e Sissi. C’è un po’ di coreografia studiata e non buttata alla tiktoker. Se la categoria era "serving bitches" loro l'hanno vinta, ten, ten, ten across the board. Il messaggio finale di BigMama in cui ricorda alle donne di denunciare sempre è sempre on point ed è ovviamente quando il 90% degli spettatori sta russando rumorosamente sul divano.


Quest’anno, a giudicare dallo spot della Liguria, grandi piantagioni di limoni e non quelli con cui mia mamma fa il limoncello (siamo i CEO della comicità). Ma Maurizio Lastrico dov’è? 


Venerdì sera, o meglio, sabato notte ore 01:22. Cos’abbiamo fatto di male per meritarci Ermal Meta? Male ne avremo anche fatto, ma non così tanto. Nemmeno ascoltassimo Ult*mo.

Auguriamo a Maninni di potersi scrollare via un po' di emozione in vista della finale.


Di nuovo villaggio vacanze: Fred De Palma porta un medley con gli Eiffel 65, l’Ariston balla, noi un po’ meno. In redazione si scopre con sorpresa che De Palma sa anche rappare oltre che fare hit opinabili.


Renga e Nek in feat. con Nek e Renga portano i migliori successi di Renga e Nek. Ma Nek canta le canzoni di Nek e Renga canta le canzoni di Renga, o Nek canta le canzoni di Renga e Renga canta le canzoni di Nek? O sia Renga che Nek cantano le canzoni sia di Renga che di Nek?



L’unica cosa bella delle loro esibizioni è il momento post esibizione, quando fanno vedere quanto sono dei giovani cazzari. Dentro. Fuori ormai hanno una certa e se solo mettessero quell’energia in canzoni meno lagne…


1.40 viene lanciata la pubblicità. Speriamo sia l’ultima, stiamo dando segni di cedimento.


1.50, dopo 27 anni (veri, non percepiti) i Jalisse tornano sul palco. Si sprecano “Fiumi Di Parole” per cui per noi va bene così. Bentornati, grazie per aver partecipato, ciao.


Classifica a prova di insulto sicuro, perché sappiamo a cosa andiamo incontro:


1. Geolier  

2. Angelina Mango (no aspetta, che?)

3. Annalisa e La Rappresentante di Lista

4. Ghali e Ratchopper (come quarto?)

5. Alfa e Roberto Vecchioni (how?)


Onestamente non ci arrabbiavamo così tanto per una classifica dai tempi di Emanuele Filiberto, dalla vittoria dei Meta-Moro o dal furto a "La Terra dei Cachi". Vedere Toti morire dentro mentre premia Geolier ci addolcisce un pochino la classifica.

Geolier e compagni cantano di nuovo il brano vincitore e nel mentre la gente fischia o nel migliore degli scenari se ne va diretta dal teatro. Potessimo ci alzeremmo anche noi ma non si può.


La serata termina alle 02.08 e iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel di questa settimana santa dato che questa sera ci sarà la finale e ci sarà l’annuncio del vincitore del settantaquattresimo Festival di Sanremo.

Poi torneremo a fare orari da persone normali. Forse.

A stasera!

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