Nel corso degli ultimi trent'anni nel mercato musicale internazionale ed italiano si è diffusa l'abitudine da parte degli artisti di pubblicare alcune proprie canzoni in una veste nuova, più intima ed acustica spesso lontana da quella ufficiale suonata negli album in studio e dal vivo. Da quest'idea di ri-arrangiare in maniera non amplificata dei brani, agli albori riservata solo ai Lati B dei singoli, n'è scaturito un filone che ha portato alla nascita negli anni '90 degli Mtv Unplugged, una serie di concerti realizzati dagli artisti più influenti del periodo come i Nirvana, Paul McCartney, R.E.M, The Cure, Pearl Jam e molti altri ancora, i quali si esibivano suonando i loro brani più famosi in un'inedita chiave acustica. Quest'idea di dare una nuova veste più intima ai propri brani si è diffusa fino ad arrivare ai giorni nostri come dimostrano i più recenti concerti unplugged dei Paramore, di Liam Gallagher e degli italiani Negrita e Rkomi.
"Il Sabato del vinile" di oggi è dedicato ad un disco che nasce da quest'idea di rifare i propri brani in versione unplugged, ma si differenzia da essa sia per il fatto che non è una raccolta composta dai più famosi brani di questo meravigliosa artista, sia per il fatto che tutti questi pezzi sono stati ri-arrangiati basandosi su due elementi, il pianoforte e la voce, i quali hanno completamente svuotato queste canzoni dalle loro radici pop, dando vita a brani a volte sussurrati, notturni, delicati e dal fortissimo impatto emotivo. L'album in questione è "Possibili Scenari (per pianoforte e voce)" settimo album in studio di Cesare Cremonini, pubblicato il 7 dicembre del 2018 dalla Universal Music e dalla Virgin Records.
Parlare di Cremonini in poche righe è impossibile perché già solo la sua ventennale carriera costellata di successi e hit racconta quanto è stato e quant'è importante l'apporto che ha dato e tutt'ora sta dando alla storia della musica italiana. Per questo motivo inizierò a tessere la mia tela partendo dal 2017, anno in cui il cantautore bolognese pubblicò "Possibili Scenari", il suo sesto album in studio.
Questo disco, uscito tre anni dopo "Logico", iniziò a muovere i suoi primi passi subito dopo la conclusione del "Logico" e "Più Che Logico Tour", una serie di concerti che occuparono il cantautore per quasi due anni. Alla fine di questa estenuante tournée Cremonini voleva prendersi un anno di riposo ma, durante il viaggio verso la meta del suo anno sabatico, rimase incantato da "Love & Mercy", film del 2014 che racconta la vita di Brian Wilson e la storia dietro la creazione di "Pet Sounds", il capolavoro dei Beach Boys (raccontato qualche mese fa in quest'articolo). Dopo questa visione al cantautore bolognese vennero in mente le prime idee per un nuovo album, le quali, però, per essere portate al pieno compimento necessitarono di quasi due anni di elaborazione e registrazione.
"Anche quando poi saremo stanchi Troveremo il modo per Navigare nel buio" (da "Poetica")
Con "Possibili Scenari" Cremonini si è posto l'obiettivo di alzare l'asticella allontanandosi sia dalla sua comfort zone, sia dal successo ottenuto con "Logico" per realizzare un disco maturo, non semplice, composto da brani dalla durata media non propriamente radiofonica e caratterizzati da arrangiamenti particolari che si muovono tra classiche ballad ed echi di synth pop anni '80, jazz e funk.
Oltre al desiderio di alzare il tiro rispetto ai lavori precedenti, un'altra motivazione che spinse il cantautore bolognese a scrivere questo meraviglioso album fu l'idea, derivante dalla storia di Brian Wilson, di voler creare un qualcosa di influente per la scena artistica italiana. La volontà di Cremonini era quella di creare un disco non provvisorio ma duraturo, che avrebbe potuto riportare la musica al centro del villaggio, ossia riportarla nel campo dell'arte vera e propria. Possiamo dire, con il senno di poi, che il cantautore classe 1980 è riuscito a centrare entrambi i suoi obiettivi poiché "Possibili Scenari" è il suo disco della maturità, un lavoro composto da dieci canzoni senza tempo che riescono a colpire con le loro tematiche e con le loro complicate sonorità pop qualsiasi tipologia di pubblico (eccezion fatta, forse, per i rockers, ma questi sono un caso perso). Infatti, a parer mio, i brani che compongono questo lavoro riescono a fare centro sia in coloro che pensano che dopo gli anni '80 in Italia non sia più stata prodotta musica degna di nota, sia nei giovani artisti che muovono i primi passi nel meraviglioso e vastissimo mondo di quest'arte non fisicamente materiale (le note e i suoni non si possono toccare) ma dal fortissimo impatto emotivo ed emozionale.
"Possibili scenari si contendono Le nostre vite prima che le teste siano vuote E poi succede Che ci sentiamo bene Senza nessun perché" (da "Possibili Scenari")
Nonostante il raggiungimento dei suoi obiettivi, a circa un anno di distanza dall'uscita e dal successo di "Possibili Scenari", nel dicembre del 2018 Cremonini ha deciso di sorprendere di nuovo la critica e gli ascoltatori pubblicando "Possibili Scenari (per pianoforte e voce)", lavoro dove i complessi e vari brani del disco del 2017 vennero reincisi e re-interpretari dal cantautore bolognese tramite la sua sola voce e il meraviglioso suono del pianoforte. Con questa versione più intima e pacata l'artista ha voluto mettere la musica in una delle sue forme più pure, solo piano e voce, al centro della scena, mostrando al pubblico tutto il suo straordinario talento come musicista e come interprete e i segreti che caratterizzano questi dieci pezzi, i quali nella versione in studio non si coglievano o apprezzavano del tutto.
"Ti chiamano mujaheddin Ma tu non hai nemmeno mai creduto nei santi La gente si spaventa quando è in metro con te Più li guardi e più ti sembrano pazzi" (da "Kashmir-Kashmir")
Anche la copertina di "Possibili Scenari (per pianoforte e voce)" rielabora il progetto grafico, composto dal titolo e da una specie di monolite riflettente posto su uno sfondo azzurro, blu, del disco del 2017 riproponendolo in una maniera più elegante, notturna e semplice, in perfetta sintonia con il nuovo arrangiamento dei pezzi. Infatti, la cover del 2018 presenta la stessa figura ma di color nero posta su un fondo bianco, dal quale spicca immediatamente e incanta, come fosse un'opera d'arte contemporanea, l'occhio dell'osservatore.
Lato A
Il disco si apre con "Possibili Scenari - Per Pianoforte e Voce", pezzo in cui si sente fin dalla prima nota la volontà da parte di Cremonini di voler riproporre i brani di "Possibili Scenari" in una chiave più intima, diretta e svuotata dei rivestimenti elettronici e pop. In questo delicato brano, basato sulla voce e sul dolce suono del pianoforte, il cantautore bolognese ci parla di quanto siano importanti i rapporti sociali nella disillusa società di oggi. Nonostante oggigiorno le persone si sentano sempre più disincantate e disilluse per via del caotico presente e del grigio futuro che incombe su di loro, esse, grazie all'intervento del non logico fato, riescono in un modo o nell'altro a trovare in questo disordine la propria felicità. Infatti, questa gioiosa sensazione non segue i nostri piani, non deriva da azioni e comportamenti prestabiliti e non si trova in determinati luoghi, ma la felicità si raggiunge e si trova improvvisamente anche nelle situazioni più banali, come negli accidentali incontri quotidiani che molto spesso accadono "senza nessun perché" e riescono a riempire il nostro animo di gioia.
Questo lato prosegue con "Kashmir-Kashmir - Per Pianoforte e Voce", brano che si discosta dalle atmosfere funk della versione originale per via dello splendido sound dato dal solo pianoforte altalenante. In questa canzone Cremonini racconta la storia di un ragazzo musulmano proveniente dalla contesa e difficile regione del Kashmir che cerca di integrarsi in un'Europa che, fin dal suo arrivo, lo guarda con sospetto. Il cantautore ha provato a toccare queste delicato tema alla sua maniera, ossia rivestendo l'intero brano con un sound ritmato ed orecchiabile e facendo capire all'ascoltatore che in una società ormai multiculturale ed iper-connessa non bisogna giudicare gli altri basandosi sui propri pregiudizi o solo sull'apparenza esteriore, perché a volte queste precipitose conclusioni possono portare alla creazioni di barriere etniche e culturali che non dovrebbero più esistere nel ventunesimo secolo. Ad esempio, il protagonista di questo brano in occidente viene guardato con sospetto per via della sua origine e della sua fede e per questo non viene accettato dagli altri, però in realtà, dal testo, si capisce che lui non è religioso ma crede in un'unica fede laica ossia il ballo, un linguaggio universale che può essere capito e condiviso da tutte le persone che abitano la terra e che spesso porta solo momenti di gioia, divertimento e spensieratezza.
La terza traccia è la meravigliosa "Poetica - Per Pianoforte e Voce", una vera e propria poesia in musica resa ancor più emozionante in questa spoglia veste solo piano e voce. Questa canzone è un vero e proprio inno all'amore, non quello giovane e spensierato ma quello adulto e duraturo, ossia quel sentimento che riesce ad uscire indenne, rafforzato e a volte anche migliorato dalle situazioni più difficili. L'amore di cui parla il cantautore bolognese è quel sentimento che spinge i due innamorati a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà della vita di coppia, ma a trovare un modo, nonostante la stanchezza causata dalle continue avversità, per uscire dal buio in cui sono caduti e per potersi riabbracciare. Quest'amore deve essere seguito dai due innamorati come se fosse una lanterna che rischiara e riscalda la loro buia solitudine interiore e per far sì che questa fiamma continui ad illuminare il loro sentiero non servono sempre e solo azioni estreme o romantiche alla Ted Mosby (anche se potrebbero essere funzionali) ma anche gesti semplici, spontanei e a prima vista banali e comuni come un "questa sera sei bellissima" detto al proprio partner.
Il disco prosegue con "Un Uomo Nuovo - Per Pianoforte e Voce", brano svuotato dalla sua originale e meravigliosa veste elettronica e synth per essere qui riproposto in una versione connotata da un fortissimo senso di malinconia. In questo agrodolce brano Cremonini canta del coraggio che ci vuole per superare la fine di una storia d'amore ed andare avanti con la propria vita. Infatti, quando finisce una relazione amorosa le due persone coinvolte, soprattutto l'individuo che viene lasciato, attraversa un complicato periodo di scoraggiamento, che varia a seconda del proprio essere. Questa turbolenta fase, però, non porta solo desolazione e tristezza ma serve anche per accettare la fine della storia, poiché pian piano, giorno dopo giorno, pianto dopo pianto si iniziano a capire le differenze che hanno portato a questa amara conclusione e solo quando ci si rende conto di ciò si inizia ad intraprendere la strada che porta ad accettare in maniera pacifica il termine di un amore e l'inizio di una nuova fase della propria vita. Tutto questo percorso di introspezione ed accettazione è simboleggiato all'interno del brano dalla domanda "Tu credi davvero che per volare basti un grande salto?", frase che ritorna in più parti del testo e che simboleggia tutti quei problemi o quelle visioni differenti che portano passo dopo passo alla rottura.
"E un giorno rinascerai Nella mia vita passata Così potremmo cambiare le cose E raggiungerci lungo la strada" (da "Un Uomo Nuovo")
L'ultima traccia di questo lato è "Nessuno Vuole Essere Robin - Per Pianoforte e Voce", il miglior brano dell'intero disco riproposto in una versione che riesce a toccare le corde più profonde dell'animo dell'ascoltatore. Questa meravigliosa canzone dalle mille sfaccettature sembra ruotare attorno a due mali che affliggono la società contemporanea, l'egocentrismo e la solitudine. Oggigiorno sempre più persone "si credono geni, ma parlano a caso", ossia credono di saper tutto, pensano che la loro opinione sia l'unica inconfutabile verità e questo li porta sempre più a curare solo il proprio orticello, il proprio ego. Questo incremento di egocentrismo però ci sta rendendo sempre più soli perché "nessuno vuole essere Robin", ossia nessuno nella società contemporanea vuole essere una spalla, ricoprire un ruolo secondario, perché questa posizione è vista, per ragioni al sottoscritto non comprensibili, quasi con disprezzo e quindi il voler essere tutti protagonisti, alla fine ci porta a complicare ogni nostro rapporto sociale e a sentirci più soli, più tristi per via dei rimpianti che questo egocentrismo ha causato.
"Quel che vorrei dirti stasera è Non ha importanza È solo che a guardarti negli occhi mi ci perdo Quando il cielo è silenzioso mi nevica dentro" (da "Nessuno Vuole Essere Robin")
Lato B
Questa facciata si apre con "Silent Hill", brano caratterizzato da un dolce e delicato pianoforte molto distante dal movimentato sound della versione originale. Questo è la canzone più introspettiva dell'intero album poiché attraverso parole semplici ed immediate il cantautore ci parla dei fantasmi che si possono incontrare nel nostro io più profondo, simboleggiato nel testo da una valle silenziosa e circondata dalle colline. Questi fantasmi, incubi, però, non si possono nascondere o evitare, perché essi continueranno a perseguitarci fino a quando non troveremo il coraggio di affrontarli di persona. Il combattimento con queste profonde e personali verità ci mette paura perché possiamo sconfiggerle, scappare da esse solo ammettendo a noi stessi chi siamo davvero, prendendo atto una volta per tutte dei nostri pregi e dei nostri difetti, dei nostri sbagli e, usando una metafora di How I Met Your Mother, dei nostri ingombranti bagagli, i quali giorno dopo giorno si riempiono di oggetti, d'esperienze che formano il nostro carattere e la nostra personalità.
"Hanno ragione Giù nella valle dicono che non puoi scappare I tuoi fantasmi cercano te Non hai davvero paura Finché non sai davvero chi sei" (da "Silent Hill")
Il disco prosegue con "Il Cielo Era Sereno", pezzo in cui il cantautore rievoca e ripensa ad alcuni momenti della sua spensierata infanzia trascorsa tra il bolognese e le colline emiliane. Il tema centrale del brano è quello del ricordo perché le nostre vite quotidiane sono il frutto delle nostro esperienze passate, le quali non finiscono una volta fisicamente terminate, ma continuano a rivivere nella nostra mente come ricordi. Queste memorie, oltre a formare la nostra personalità, il nostro carattere, ci aiutano tutti i giorni perché durante ogni giornata no, ogni giornata in cui ci sentiamo tristi e abbattuti, soprattutto durante l'età adulta, questi ricordi possono sia essere un riparo sicuro e momentaneo dalla frenetica e confusa vita di tutti giorni, sia quella scintilla che ci porta a rimboccarci le maniche e a tirarci su di morale. Infatti, rivivendo, come se fossero un film, i momenti più importanti del nostro passato capiamo che la felicità non è complessa, ma anzi è uno degli stati d'animo più facili da trovare, perché essa si può trovare in un'infinità di momenti, situazioni banali e scontate e anche nei ricordi più intimi ed infantili, i quali una volta rievocati ci tirano sempre su di morale facendoci scattare un semplice sorriso sul volto.
"Io mi ricordo Giù al fiume e tu dal lato sbagliato Seguirti in mezzo ai fiori di un prato E quello era il mio cielo" (da "Il Cielo Era Sereno")
La terza traccia di questo lato è "La Isla", brano in origine dall'aria spensierata e movimentata che viene riproposto qui in una chiave molto più lenta. In questa traccia Cremonini sembra paragonare le isole al canto delle sirene affrontato da Ulisse, ossia descrive le isole, spesso esaltate come luoghi fantastici, con uno sguardo diffidente, come se fossero posti che in un modo o nell'altro intrappolano i propri visitatori in una fittizia realtà e li portano alla follia, a non vedere i lati misteriosi e le ombre che questi luoghi presentano.
"Avrei potuto dire cose che nemmeno mi ricordo In quel locale al porto c'era Alain Delon E tu eri magica in pista Questa follia non vedo l'ora che finisca" (da "La Isla")
Questa facciata prosegue con "Al Tuo Matrimonio - Per Pianoforte e Voce", brano che, in origine, riprendeva le classiche marce nuziali tramite un veloce sound rockeggiante ma che qui viene riproposto in una veste più malinconica ed emotivamente forte. All'interno di questa canzone il cantautore bolognese, quasi come se fosse un regista cinematografico, racconta la sregolata irruzione dell'ex ubriaco al matrimonio della sua vecchia amata. Questa caotica invasione nella versione originale sembra che sia stata davvero messa in atto e pensata solo per rovinare la festa a tutti, mentre in questa meravigliosa versione pianoforte e voce sembra essere solo un ipotetico e malinconico pensiero fatto dall'ex rattristito subito dopo essere venuto a conoscenza del matrimonio. Questa sensazione di malinconia, una volta scoperto la notizia, esplode nel ponte, in cui l'ex ammette con rimpianto che lui avrebbe voluto essere al posto dello sposo, ma non si trova in quella situazione perché ha "giurato l'amore alla vita davanti a Dio", ossia non ha avuto il coraggio di abbandonare la propria vita e di legarsi definitivamente alla persona amata.
"Al tuo matrimonio Vorrei sapere come stai Ti amo e ti odio Insieme nel male o nel bene, potremmo vivere insieme Secondo me ci conviene" (da "Al Tuo Matrimonio")
Il disco si chiude con "La Macchina Del Tempo", brano originariamente dal sound elettronico e sognante e qui riproposto, così come in tutti le altre occasioni, in una veste più notturna, spoglia e profonda. Questa canzone racconta una storia d'amore partendo dalla sua fine, ossia quell'ultimo bacio che resterà per sempre impresso nella memoria dei due ex amanti. Da quest'ultimo atto di romanticismo il cantautore pian piano, come se stesse viaggiando con una macchina del tempo, ripercorre le tappe più importanti della relazione appena conclusa, ossia il primo incontro e il primo bacio, due momenti indelebili che, nonostante il tempo, vengono descritti nei più minimi dettagli. Un altro elemento che ricorre all'interno di questo viaggio amoroso a ritroso è il vento, elemento naturale usato da molti letterati ed artisti, uno su tutti De André nella sua splendida "Amore che vieni, amore che vai", per simboleggiare la velocità, la fragilità e la volubilità dell'amore, un sentimento travolgente ma allo stesso tempo instabile che può consumarsi nel giro di poco tempo o durare per sempre. Il pezzo si conclude con una coda strumentale che mostra tutto il talento del cantautore bolognese come pianista, strumento che sa suonare alla perfezione.
"Guarda che strani scherzi fa il vento Ci porta via leggeri in un solo momento Ti sento, si ferma la macchina del tempo E non sei più mia" (da "La Macchina Del Tempo")
"Possibili Scenari (per pianoforte e voce)" è stato pubblicato nel dicembre del 2018 sia in formato vinilico, sia in formato cd. Per quello che riguarda il 33 giri, l'album è caratterizzato da una copertina apribile che presenta al suo interno i testi dei brani, i ringraziamenti ed alcune fotografie in bianco e nero di Cremonini al pianoforte; mentre, per quello che riguarda il disco, il vinile è di un magnifico color bianco, mentre le due etichette, in sintonia con l'intero lavoro, sono anch'esse bianche e riprendono il monolite nero della copertina riproposto una volta sul lato A e due volte sul lato B. Oltre a quest'edizione, subito esaurita, è stata pubblicata da Amazon anche una versione limitata e autografata, la quale si differenzia dalla stampa in mio possesso solo per l'aggiunta in copertina dell'autografo del cantautore bolognese.
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