Dopo due anni da “Fake News”, venerdì 6 dicembre è uscito “Hello World” il nuovo disco dei Pinguini Tattici Nucleari. Possiamo definirlo un album a cipolla, come direbbe Shrek. Dopo ogni ascolto ogni reference diventa più chiara, i concetti sembrano spiegarsi meglio, le basi sembrano suonare meglio. Sarà che le canzoni diventano più familiari dopo ogni ascolto ma la profondità del messaggio di ogni brano – anche quelli più leggeri – che si raggiunge prestando attenzione è veramente sorprendente.
"Hello World" è un album sulla dualità, inizia con una voce in un luogo solitario, passa per una necessità di contatto con altro al di fuori del conosciuto e si conclude con questa voce che realizza di non essere solista ma parte di un coro quindi non sola.
La penna di Riccardo è sempre più precisa, alcune volte più che una penna sembra quasi una freccia che arriva e fa centro dentro di noi. Non solo commozione ma anche un po’ di paura per il futuro, la critica pungente e l’ironia mista ai giochi di parole che sono le caratteristiche principali della band che fa ormai numeri da capogiro.
Inutile indugiare ancora, addentriamoci in questo nuovo album targato PTN.
HELLO WORLD (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli, Giorgio Pesenti)
La traccia che apre il disco è una intro vera e propria, introduce quello che sarà il tema dell’album e mette in chiaro una cosa che da sempre è la forza dei Pinguini: l’unione di più singoli. È così che quindi la voce narrante parte singola per poi far diventare il brano un qualcosa di più grande. La contrapposizione tra singolare e plurale, l’esperienza della musica che a volte va ascoltata in cuffia e altre in grandi venue con migliaia di persone è ciò che rende unico e speciale l’approcciarsi al mondo.
PER NON SENTIRE LA FINE DEL MONDO (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli, Giorgio Pesenti)
“Per Non Sentire La Fine Del Mondo” è un brano che va ascoltato con attenzione e non dato per scontato. Non fatevi ingannare dalla base coinvolgente, state attenti alle parole e al testo. I riferimenti alla cultura pop italiana non sono pochi e sono talmente mirati e precisi da dare forza e vigore all’intero messaggio che non è niente di nuovo, ma è veicolato in maniera precisa.
"È sacrosanto cercare di cambiare rotta, di migliorarci, ma certe sere manca proprio la voglia di fare gli eroi. […] Se proprio il mondo deve morire, che muoia ballando.”
In ogni caso è davvero un brano che negli stadi sarà chiesto con insistenza perché è davvero impossibile ascoltarlo senza sentire la necessità di ballarlo e cantarlo a squarciagola.
ISLANDA (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli, Giorgio Pesenti)
L’ultimo singolo che ha preceduto l’uscita del disco e ha fatto grandi numeri. “Islanda” è un mantra sul ricominciare, sul lasciare indietro dei ricordi nella speranza che al nostro ritorno non siano ancora lì ad aspettarci. È un brano che ti entra in testa e non ti esce più, con un testo nostalgico ma speranzoso. Anche qui la dualità di cui si parlava all’inizio torna nel brano come in “Hai chiesto il dolce, ero l'amuse-bouche” (un piatto che si serve prima dell’antipasto, ndr) o “Io Holly e Benji, tu Sailor Moon / Storie opposte, ma stesso mood” e questo mostra come due cose molto vicine possano essere così lontane.
BURNOUT (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli)
Il “Burnout” è una caratteristica tipica di questo periodo storico e parlare della necessità di questa società che richiede costantemente risultati, numeri e prestazioni può e deve essere una cosa utile per riuscire a sdoganare questa mentalità. La canzone cattura la sensazione di alienazione e affaticamento che caratterizza la nostra epoca, in cui risultati e produttività sembrano essere più importanti della felicità. Con il loro stile ironico e diretto, i Pinguini riescono a parlare a una generazione intera, quella che vive costantemente sotto il peso di obiettivi da raggiungere, lasciando emergere un messaggio universale: la necessità di riscoprire il valore della semplicità e della propria serenità."
NEVICA (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli, Giorgio Pesenti)
È passato il tempo in cui Riccardo scriveva che da bambino andava a sciare il mercoledì pomeriggio (vd. il brano “Sciare” del 2017), oggi in “Nevica” parla del rubare il tempo alla vita, di ritagliarsi del tempo per se stessi anche all’interno di una relazione. A Milano, quando nevica tanto la città non si ferma perché comunque è Milano, ma rallenta e tutto sembra magico. È una cosa che non succede da tantissimo tempo ma il ricordo del freddo pungente, per me che sono freddolosa ai limiti dell’imbarazzo è simile ad un incubo, mi fa tornare bambina con la voglia di rimanere nascosta sotto al piumone e di alzarmi solo perché mi chiama mia mamma per apparecchiare perché la sua zuppa è pronta. "Nevica" è quel piumone, un rifugio metaforico che invita a riprendere fiato, a prendersi cura di sé per poter tornare più forti e in equilibrio con gli altri. È il suono di un momento intimo, che sembra suggerire che, a volte, la cosa migliore che possiamo fare è semplicemente fermarci e stare con noi stessi.
YOUR DOG (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli, Giorgio Pesenti)
Il brano parla della perdita di qualcuno di caro, non necessariamente della morte del partner come ha ipotizzato un amico, ed è molto delicato e dolce. È un dialogo immaginario tra chi resta e chi se n’è andato, in cui un cagnolino diventa simbolo e tramite di conforto. L’animale, fedele compagno del defunto, si fa portatore di memoria e speranza, un piccolo ponte che unisce il passato con il presente. Il pezzo mescola dolcezza e malinconia in un equilibrio perfetto: da un lato, il dolore per l’assenza, dall’altro, un senso di sollievo che invita ad accogliere i ricordi con un sorriso. L’ispirazione arriva da un’esperienza personale di Riccardo Zanotti, che racconta di una vicina di casa anziana e sola, sempre in compagnia del suo cagnolino. È il tipo di canzone da ascoltare con qualche fazzoletto vicino, perché tocca corde emotive profonde, evocando l’immagine di chi vorremmo ancora accanto a noi.
AMARO (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli, Giorgio Pesenti)
Con disarmante sincerità devo ammettere che questa è la canzone più difficile da recensire. Il primo ascolto l’ho passato a singhiozzare, il secondo solo con un gran groppo in gola. Musicalmente, "Amaro" è puro DNA dei Pinguini Tattici Nucleari: dalla melodia malinconica ma accattivante alle liriche disarmanti, ogni elemento è un richiamo al loro stile inconfondibile. "Amaro" è il racconto di una fine: la conclusione di una storia d’amore che si intreccia con la nostalgia di quei momenti intensi che, da adolescenti, sembravano destinati a durare per sempre. Il titolo stesso è una sintesi perfetta, un gioco di parole che unisce "amare" e "amato", passato e presente che si parlano, come due versioni di noi stessi che cercano un senso nel tempo che passa.
ALIENI (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli)
Con "Alieni", i Pinguini Tattici Nucleari ci regalano un brano che spinge lo sguardo verso l’alto, verso l’infinito dello spazio, per trovare una nuova prospettiva sulla vita quotidiana. Se Eugenio Finardi pregava un extraterrestre di portarlo via per ricominciare su un altro pianeta, i Pinguini chiedono agli alieni qualcosa di diverso: aiuto per ridimensionare i problemi, le ansie e il caos del nostro mondo.
"Alieni" parla di questo: scappare, magari anche solo con l’immaginazione, per riuscire a ridimensionare ogni cosa.
Ma "Alieni" non si ferma qui: è il punto di svolta dell’album, il momento in cui il protagonista capisce che non è solo. "Hello World", il titolo del disco, è un saluto collettivo, un richiamo a un senso di appartenenza universale. Vista da anni luce di distanza, la Terra appare come un formicaio: miliardi di vite che condividono colpe, gioie e dolori, vittorie e sconfitte. "Alieni" suggerisce che il nostro viaggio non è mai davvero solitario, perché c’è sempre qualcun altro, vicino o lontano, che prova emozioni simili alle nostre. In più mi ritrovo molto nel “Più gente conosco / Più spero che un giorno / Arrivino gli alieni” perché è la versione fantascientifica del “più gente conosco più mi piacciono i cani”.
FUCK YOU VINCENZO (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli, Giorgio Pesenti)
Nella nostra vita tutti noi abbiamo un Vincenzo, quell’amic* che rovina tutti i tentativi di abbordaggio. Nella mia vita, Vincenzo porta il mio nome perché non ho bisogno di aiuto, so sabotarmi da sola. "Fuck You Vincenzo" è il brano più leggero e ironico di Hello World, ma non per questo meno significativo. Parla di quel famoso amico – Vincenzo, in questo caso – che sembra essere stato messo lì dal destino con la missione di sabotare ogni tentativo di approccio al bar, in discoteca o in qualsiasi altra situazione. È quell’amico imbarazzante e inappropriato, eppure impossibile da non amare. "Fuck You Vincenzo" è un pezzo che ci invita a sorridere delle situazioni frustranti, a fare pace con i piccoli fallimenti e, soprattutto, a voler bene nonostante tutto, che si tratti del nostro Vincenzo o di noi stessi.
ROMANTICO MA MUORI (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli, Giorgio Pesenti)
"Romantico Ma Muori" è il primo singolo estratto da Hello World ed è un brano che spicca per la sua orecchiabilità e per una scrittura tanto furba quanto efficace. È una canzone costruita per restare, per essere canticchiata, per funzionare perfettamente anche fuori dal contesto dell’album, ed è proprio in questo che risiede il suo punto di forza. Anche se non è il brano più emozionale del disco, il suo messaggio è potente nella sua semplicità: il romanticismo sopravvive, si adatta, e può nascere nei luoghi e nelle persone più inaspettate.
PICCOLA VOLPE (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli, Giorgio Pesenti)
Non è la prima volta che i Pinguini mettono nella loro discografia contenuti "per bambini". Certo, “Ninnananna Per Genitori Disattenti” non era propriamente rivolta ad un pubblico under 18 ma ci siamo capiti. “Piccola Volpe” è una favola che – come ha detto Riccardo in conferenza stampa – “inizia male e finisce bene”. È il racconto di come una relazione tossica si trasforma in una relazione sana, sul consenso spiegato in maniera “facile” ma non superficiale a chi non è ancora in grado di comprendere a livello conscio ciò che è giusto e sbagliato.
Riccardo Zanotti, ispirato dai racconti della madre, insegnante elementare, ha voluto contribuire a colmare una lacuna educativa che spesso emerge già nelle prime fasi della crescita: l’assenza di un’educazione all’affettività. "Piccola Volpe" nasce così, come una risposta tenera e pacata alla necessità di trasmettere ai bambini, con linguaggio semplice ma non banale, che le emozioni, il rispetto e il consenso non possono essere dati per scontati.
Spiegare, riconoscere e dare un nome a certe emozioni è il primo passo per crescere delle persone che sapranno vederle negli altri e darne importanza. La speranza è che questo succeda non solo negli ordini scolastici non dell’obbligo e non si perda nel tempo come una promessa nell’aria. La canzone utilizza l’immagine dell’"addomesticamento", un concetto familiare nelle fiabe e racconti, per mettere in luce come alcune dinamiche relazionali possano diventare problematiche se mancano le basi di libertà e reciprocità. Ma questa è una favola che, come dice lo stesso Riccardo, "inizia male e finisce bene": c’è speranza, c’è cambiamento, e c’è l’invito a crescere insieme in modo consapevole.
NATIVI DIGITALI (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli)
"Nativi Digitali" ci trascina in un futuro distopico, un incubo tecnologico dove l’umanità è stata sopraffatta dall’Intelligenza Artificiale e relegata in riserve per sopravvivere. Il brano si muove sulla scia di una tradizione fantascientifica che immagina lo scontro tra uomo e macchina come una “guerra esistenziale”, ma con una svolta particolare: non c’è conflitto, perché sono la pigrizia e le abitudini umane a decretare la sconfitta. Riccardo Zanotti dipinge uno scenario in cui gli algoritmi e i codici hanno preso il sopravvento, lasciando l’uomo a combattere non tanto contro le macchine, quanto contro la propria incapacità di resistere alla comodità e alla delega delle proprie funzioni.
BOTTIGLIE VUOTE (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli, Giorgio Pesenti)
Canzoni dedicate al mare d’inverno ne abbiamo sentite un po’ negli anni, ma mai proprio sul Mar Ligure meta designata per i milanesi in quanto inevitabile primo mare disponibile.
"Bottiglie Vuote" è un omaggio al Mar Ligure, non quello caotico e affollato dell’estate, ma quello silenzioso e struggente dell’inverno. È un mare che si svuota con la stessa velocità con cui si svuotano le cittadine della Riviera dopo la bella stagione, lasciando dietro di sé un’atmosfera sospesa, quasi magica.
"Bottiglie Vuote" non è solo una canzone sul mare, ma una riflessione su come i luoghi che conosciamo si trasformano a seconda del nostro stato d’animo e del contesto. È come rivedere un quadro familiare con una luce diversa: i colori cambiano, i dettagli emergono, e ciò che sembrava banale si rivela straordinario. Il brano è intimo e personale, ma anche universale, perché tutti abbiamo un luogo che ci fa sentire a casa, che ci permette di ricaricarci e di ritrovare noi stessi. Per chi ha vissuto il mare d’inverno, "Bottiglie Vuote" è un viaggio nei ricordi, fatto di aria salmastra, maglioni pesanti, e una quiete che sa essere tanto dolce quanto terapeutica.
MIGLIORE (Riccardo Zanotti, Enrico Brun)
"Migliore" è una delle tracce più intense ed emotivamente cariche di "Hello World". Il brano si ispira alla recente tragica storia di Giulia Tramontano, vittima di femminicidio a soli 29 anni, incinta di sette mesi del piccolo Thiago. Un crimine efferato che ha scosso l’intero paese e che ha spinto Riccardo Zanotti, con la forza della rabbia e dello sgomento, a trasformare il dolore in musica.
"Non si può cambiare il mondo con una canzone," ha dichiarato, "ma se anche solo una melodia può far nascere un dibattito, allora ha già compiuto la sua missione." La prospettiva scelta è quella di un dialogo immaginario tra Giulia e il figlio che portava in grembo. I versi evocano il desiderio di un futuro migliore, un mondo che purtroppo non hanno potuto vivere insieme: "Ma il mondo ha deciso per noi, che siamo due vittime del senno di poi"
TITOLI DI CODA (Riccardo Zanotti, Matteo Paganelli)
“Titoli Di Coda” è il brano che chiude l’album dei Pinguini Tattici Nucleari, e lo fa con una poetica che mescola gratitudine, ironia e riflessione. È un pezzo che parla di resilienza, del saper andare oltre anche quando le cose finiscono, e del valore di chi resta. Proprio come al cinema, dove i titoli di coda onorano il lavoro di tutti coloro che hanno contribuito a creare il film, la canzone celebra chi ha fatto parte del viaggio, dai compagni di strada ai fan.
Con un tono intimo e autentico, la canzone diventa un brindisi collettivo, un invito a celebrare il viaggio, anche nelle sue imperfezioni, e a riconoscere il valore della comunità che si forma lungo il percorso. “Titoli Di Coda” non è solo la chiusura di un album, ma un promemoria che la vita, come un film, non si fa mai da soli.
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