Dile è un cantautore semplice con un grande mondo interiore. Lo abbiamo conosciuto in radio qualche anno fa e ascoltare l'evoluzione della sua musica nel tempo rappresenta lo scoprire un percorso più che lineare e ben studiato. Il suo è un immaginario fatto di ricordi, emozioni, sensazioni e sentimenti. Il suo ultimo singolo è “Almeno credo”, un brano malinconico ed evocativo, con cui si da voce al sentimento della nostalgia. “Almeno credo” giunge a pochi mesi di distanza da “Affetto collaterale”, brano con cui Dile ha concluso un 2023 ricco di soddisfazioni, tra cui la pubblicazione dell’album “MIGLIORE DI ME”, uscito a giugno, che l'artista ha portato live in Italia, concludendo il tour con i due sold out di Roma e Milano.
Ciao Dile e bentornato su IndieVision! Il tuo nuovo singolo “Almeno credo” sembra affrontare tematiche profonde legate all'amore e alla nostalgia. Da dove nasce il brano?
Questo brano nasce dal ricordo di una situazione scomoda e particolare, quel momento esatto in cui una storia finisce e nessuna delle due parti riesce ad allontanarsi per davvero. Quel tira e molla infinito che ci fa tornare sempre lì, sotto casa, a dire: “Apri un attimo”.
Parli spesso delle varie sfumature dell'amore nelle tue canzoni. Come pensi che la musica in generale influenzi l’amore e viceversa?
Per quanto riguarda la mia esperienza, l'amore ha influenzato il novanta per cento delle canzoni che abbia scritto. Brunori diceva in una sua canzone che “se non d'amore di che cosa vuoi parlare”?
Il testo di “Almeno credo” sembra giocare anche con l'idea di fine e inizio, di chiusura e riapertura. Credi che ci sia sempre spazio per nuovi inizi dopo una delusione?
Non ho una risposta precisa, ma credo sia naturale o quasi inevitabile tornare dove si è stati bene. Quella fase del rapporto è la più delicata, ci si allontana ma non troppo e molto spesso ci si nasconde dietro la falsa promessa: “ti giuro questa è l'ultima, o almeno credo”.
Hai iniziato il tuo percorso discografico nel 2019 e hai già raggiunto grandi risultati, con oltre 30 milioni di stream. Qual è stato il momento più gratificante della tua carriera fino ad ora e cosa ti motiva a continuare a creare musica?
Fortunatamente ho avuto tanti momenti gratificanti e non saprei scegliere, ad esempio: il primo messaggio ricevuto, la prima foto fatta per strada, le prime cover sentite su internet, i tantissimi messaggi che ricevo, i miei primi due sold out di Roma e Milano. È difficile sceglierne uno, perché tutti in qualche modo hanno rappresentato un momento importante nel mio percorso e spero di averne ancora tanti altri.
La tua musica è stata descritta come parte del cantautorato contemporaneo. Cosa significa per te essere un cantautore oggi e quali artisti o movimenti ti ispirano?
Per me oggi è un cantautore chiunque senta il bisogno di buttare su carta e musica i suoi pensieri o la propria storia. Ho sempre pensato che scrivere sia un atto di coraggio che fin troppo spesso si confonde con la voglia di fama e popolarità. Ascolto tanti cantautori del passato come Kurt Cobain, Lucio Dalla, Samuele Bersani, ma mi interesso anche a progetti più freschi come Emma Nolde, Olly e tanti altri.
Come credi che la tua musica sia evoluta nel corso degli anni e quali sono stati i momenti più significativi del tuo viaggio artistico?
Personalmente credo e mi auguro di essere cresciuto insieme alla mia musica, vedo un dile diverso dal 2019, forse più pessimista ma sicuramente più maturo, e non posso fare a meno di notarlo attraverso ai testi e al sound.
C'è un singolo che hai pubblicato che senti abbia avuto un impatto particolarmente profondo su te stesso o sul tuo pubblico?
La title track del mio secondo album “Migliore di me” è una canzone a cui sono molto legato, in cui ho trovato il coraggio di salutare una persona che oggi non c'è più. Non è un brano immediato, ma quando la canto live percepisco l'emozione e l'amore di chi mi ascolta.
Per salutarci facciamo un piccolo viaggio: se potessi scegliere un luogo nel mondo come ispirazione per il tuo prossimo album, quale sarebbe e perché?
Ti direi in qualsiasi posto in cui sia possibile guardare il mare dalla propria finestra quando ci si sveglia. Forse mi basterebbe solo quello.
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