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Immagine del redattoreIndieVision

MIXER - i consigli di maggio, il mese della salute mentale: per non aver paura di chiedere aiuto

Maggio è il mese della salute mentale. Precisamente, nel 1949 Mental Health America decise di istituire negli Stati Uniti un mese della salute mentale. Da lì in poi, il mese di maggio è divenuto un’occasione per sensibilizzare su questo tema che spesso, colpevolmente, ignoriamo. La rubrica "MIXER" di questo mese è dedicata esattamente a questo: abbiamo scelto per voi una serie tv, una canzone, un documentario, un film e, categoria assolutamente new entry, un luogo che hanno in comune il voler raccontare questa delicatissima tematica di fondamentale importanza.



SERIE TV: "MANIAC", 2018 (Paramount Television, Anonymous Content)


“Il dolore può essere annientato, la mente può essere ricostruita”. La produzione Netflix vede alla regia di Cary Fukunaga, noto per aver vinto un Emmy per la regia della prima stagione di True Detective, e Jonah Hill ed Emma Stone, rispettivamente nei panni di Owen, un giovane apatico, schizofrenico e affetto da disturbo delirante, ed Annie, che soffre di depressione e disturbo borderline. Le vicende dei due si intrecciano nei laboratori della Neberdine Pharmaceutical, che promette loro non una terapia quanto una vera e propria sperimentazione sulle loro menti per guarire scientificamente i loro disturbi. La base di partenza è semplice: un’intelligenza artificiale chiamata GRTA porta i soggetti del trial a rivivere vari traumi e ricordi del loro passato in contesti e spazi sempre diversi, con l’obiettivo di far affrontare le vicende più e più volte ai “pazienti” affinché trovino un modo per metabolizzare e di conseguenza superarle. Ovviamente, qualcosa va storto. Owen e Annie in qualche modo riescono a rincorrersi e ritrovarsi l’uno nei ricordi dell’altro, sovrapponendo le proprie onde cerebrali e falsando, di fatto, la sperimentazione. Una narrazione veloce e fortemente introspettiva che porta persino lo spettatore a chiedersi se quello che sta guardando sia reale o meno, lasciando interrogativi su quanto visto fino all’ultimo minuto dell’episodio finale.




CANZONE: "TI REGALERÒ UNA ROSA" di Simone Cristicchi, dall'album "Dall'Altra Parte del Cancello", 2007 (Ariola Records)


“Ti Regalerò Una Rosa” di Simone Cristicchi si presenta come la struggente lettera che Antonio, rinchiuso in manicomio fin da bambino perché convinto di “parlare col demonio”, scrive a Margherita, la donna amata e persa vent’anni prima, raccontandole la sua vita dietro ai vetri opachi del manicomio. La storia di Antonio diventa l’espediente per raccontare l’amaro trattamento a cui erano sottoposte le persone con disturbi mentali, i cosiddetti matti, rinchiusi e dimenticati all’interno di strutture che isolavano, ma non curavano (“questa è malattia mentale e non esiste cura”) lasciandoli nella loro forzata solitudine, all’incomprensione (“i matti siamo noi quando nessuno ci capisce”), all'invisibilità. Forse è anche l'espediente per riflettere sul concetto stesso di pazzia, perché erano matti loro, persone affette da un disturbo mentale, o noi parte della “società dei sani”, che anziché prendercene cure preferivamo – e a volte tuttora preferiamo – fingere che non esistano per non esserne turbati?




DOCUMENTARIO: "BRITNEY VS SPEARS", 2021 (Story Syndicate, Carr Lot Productions)


La vicenda di Britney e la sua tutela paterna è nota a tutti, anche a chi non è fan della reginetta del pop: a settembre 2021, dopo 13 anni, Britney Spears è tornata libera.

Il documentario distribuito da Netflix ripercorre dal giorno zero la condizione di Britney: i media ci hanno portato a pensare, soprattutto nei primi anni, che la salute mentale della popstar fosse fragile. La regista e alcuni testimoni riportano invece come il padre, Jamie Spears, abbia approfittato e manipolato la situazione della figlia per il suo personale tornaconto, sfruttando il talento della primogenita e guadagnando sulle sue spalle miliardi di dollari. Ne parliamo qui, questo mese, perché la sanità mentale, in tutte le sue indistinte forme è spesso non solo sottovalutata ma anche sfruttata da terzi che essi siano estranei o parenti




FILM: "QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO", 1975 (United Artists, Fantasy Films)


Tratto dal romanzo omonimo uscito negli Stati Uniti nel 1962, “Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo” fu un film importante perché fece vedere al grande pubblico cosa accade dentro le mura di un ospedale psichiatrico, le ingiustizie e i soprusi che le infermiere e medici imponevano ai pazienti, a prescindere dal fatto che questi fossero lì per scelta, per evidenti problemi o per imposizione familiari o giudiziali. L’interpretazione magistrale di Jack Nicholson fa sì che il grande messaggio passi con ancora più forza e visto oggi ci fa ancora più pensare come emarginare una malattia mentale sia più semplice che studiarla e cercare di capirla.




LUOGO: EX OSPEDALE "PAOLO PINI", Milano


L’Ex Ospedale Paolo Pini è un luogo che sembra fuori dal tempo. Immerso in un verde parco nel nord di Milano nessuno penserebbe mai che sia stato fino al 1999 un ospedale psichiatrico. Fu costruito nel 1924 ma nel secondo dopo guerra diventò il più grande ospedale psichiatrico del capoluogo lombardo. Tra quelle mura, in quelle palazzine immerse nel verde, sono passate centinaia di migliaia di persone che la società ha rinchiuso e allontanato perché considerata ai margini o donne sane che manifestavano comportamenti ribelli; tra gli ospiti che hanno vissuto tra quelle mura non possiamo non citare forse la più celebre, la poetessa Alda Merini che - si racconta - quando uscendo dalla reclusione un'infermiera le chiese come mai negli anni in cui era stata internata non le avesse mai confidato di scrivere poesie lei rispose: "Non sono mica matta". Con la Legge Basaglia del 1978 tutti gli ospedali psichiatrici vennero chiusi (coi tempi tipici dello stato italiano ovviamente) e dalle palazzine del Paolo Pini nacquero il Liceo Pareto, l’Associazione Olinda con annesso il ristorante "Jodok" (che ha ospitato una puntata di Masterchef 7), un ostello, il MAPP – Museo d’Arte Paolo Pini e l’hospice “Il Tulipano”. Nel ristorante e nell’ostello potete trovare ancora persone diversamente abili che lavorano con passione e dedizione. Se potete andateci: è un posto veramente pieno di storia. Tra le tante attività che vengono organizzate all'interno del Paolo Pini annoveriamo la più conosciuta, la festa di Radio Popolare che quest'anno è fissata per il 12 giugno.



Spesso, anche solo parlare con qualcuno può essere d’aiuto per affrontare situazioni che, da soli, ci sembrano difficili da affrontare. Qui sotto vi segnaliamo alcuni contatti utili per chi si trova a vivere dei momenti di difficoltà. Il nostro consiglio, dal cuore, è quello di non avere paura e di utilizzarli!




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