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MARCOVITA: “Penultimi Romantici”, l’album d’esordio che invita a vivere senza rincorrere il podio - Intervista

I MARCOVITA esordiscono con “Penultimi Romantici”, un album che è dichiarazione d’intenti e filosofia di vita. Non è solo musica, ma un modo di stare al mondo: senza l’ossessione di arrivare primi, ma con la consapevolezza che ogni passo ha un valore. “Il vero spirito di “Penultimi Romantici” è capire che l'amore e la vita sono una maratona e non una corsa ad ostacoli verso il podio", raccontano nell’intervista, e questa visione si traduce in un disco che mescola indie-pop, cantautorato e sonorità funk ed elettroniche.


Un progetto a due voci che si alternano, si inseguono e si ritrovano, proprio come il loro ritmo dentro e fuori dal palco. Tra pezzi intensi come “Fragile” e incursioni fuori dagli schemi come “Senza Regole”, i MARCOVITA si raccontano con la leggerezza di chi sa che la vera vittoria sta nel sapersi ascoltare e nel trovare il proprio passo.


Marcovita intervista

Ciao ragazzi e benvenuti su IndieVision! Il titolo del vostro album appena pubblicato, “Penultimi Romantici”, è molto evocativo. Cosa rappresenta per voi essere “penultimi” e come si riflette questo concetto nel vostro percorso musicale?

 Il titolo dell'album racconta la volontà di non arrendersi mai, di correre la propria gara con dignità anche quando il traguardo non è quello del primo posto. L’idea di essere penultimi è un atto di ribellione contro l'idea romantica di dover dare tutto fino a perderne sé stessi.

Il vero spirito di “Penultimi Romantici” è capire che l'amore e la vita sono una maratona e non una corsa ad ostacoli verso il podio. Si tratta di partecipare, di crescere, di affrontare la sfida senza lasciarsi sopraffare dalle pressioni, sia nella vita che nel mercato musicale. Ogni brano è una riflessione su questo concetto, dove l'amore diventa un tema ricorrente, ma non fine a se stesso.

 

Il tema del trovare il proprio ritmo è ricorrente nell’album. Qual è il ritmo dei MARCOVITA, dentro e fuori dal palco?

Dentro il palco ci piace stare a metronomo a tratti appoggiati e un po’ pigri sul tempo, a tratti ci piace morderlo e farci rincorrere. Fuori dal palco se dobbiamo essere sinceri qualche sincope e qualche poliritmo non voluto succede. L’importante è sincronizzarsi di nuovo.

 

In “Senza Regole” parlate del bisogno di rompere la routine in una relazione. Qual è la cosa più spontanea o fuori dagli schemi che avete fatto per amore?

Matteo: La mia ex ragazza mi aveva detto che non ero più il suo supereroe, quindi ho deciso di presentarmi sotto casa sua in centro a Como vestito da flash gordon. Non funzionò.

 

Tommaso: più che cose fuori dagli schemi, sono uno per le cose spontanee e senza alcuna pianificazione. L’ultima successa poco fa è quando ho conosciuto una ragazza una sera a Milano e letteralmente due giorni dopo avevo prenotato per me e per lei una vacanza a Firenze. Abbiamo fatto due giorni tra musei e paesaggi spettacolari, ed è stato bellissimo. Purtroppo poi spontaneità e la realtà a volte si scontrano, ma io e lei ci vogliamo ancora molto bene. Non è forse anche questo essere penultimi Romantici?

 

“Cinecittà” parla di resilienza e della filosofia del pendolo. Come applicate questa visione alla vostra vita quotidiana e alla vostra carriera musicale?

“Cinecittà” è una canzone personale che racconta la filosofia di vita di chi l’ha scritta. Sulla carriera musicale dei MARCOVITA Schopenhauer lo sostituirei con pazienza e metodo. La nostra forza è la sintonia e l’energia che creiamo tra di noi sopra i palchi. Sarebbe bello portare con noi in concerto un pendolo gigante come scenografia. Grazie per l’idea!

 

“Fragile” chiude l’album con intensità emotiva. Come vi siete sentiti a scrivere e interpretare una canzone molto vulnerabile? Siete usciti dalla vostra “comfort zone” o siete soliti esplorare sfaccettature anche più intime della vostra musica?

“Fragile” è una di quelle canzoni che schizzano fuori dalla penna in 15 minuti. A volte scrivere è terapia e ci piace farla (gratis) raccontando noi stessi, le nostre storie ed i nostri pensieri nelle canzoni. Abbiamo sempre cercato la verità nei testi e, “purtroppo”, la realtà è che siamo umani, siamo vulnerabili sempre, ma senz’altro sentirselo dire dentro una canzone è più emozionante di una storia inventata.

 

Il disco sembra essere molto personale e introspettivo. Come è stato il processo di scrittura e quali sfide avete affrontato nel mettere così tanto di voi stessi nelle canzoni?

Nei MARCOVITA coesistono 2 cantanti e quindi 2 songwriter. L’unica sfida, forse, è stata creare un equilibrio stilistico e di sound tra le demo che sapevamo avrebbero composto l’album. Parlare di noi stessi, come detto prima, non ci fa paura.


Avete appena pubblicato il vostro primo album. Quali sono i vostri sogni e obiettivi per il futuro?

Portare “Penultimi Romantici” in concerto in Sardegna sembra un ottimo sogno. Ci piace il mare e Paolo va in vacanza lì da quando è piccolo. Certo che anche il Primo Maggio a Roma non sarebbe male…

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