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Il cantautorato di Motta, Colapesce&Dimartino e Fulminacci incanta le notti di Onde Mediteranee - Live Report

Quest'anno a Gradisca d'Isonzo, Gorizia, si è tenuta la ventottesima edizione di Onde Mediteranee, festival musicale e non solo che dal 18 al 28 luglio ha animato questo magico borgo del Friuli Venezia Giulia con diversi incontri sociali e culturali.



Per l'occasione, noi di Indievision, abbiamo avuto il piacere di seguire dal vivo le tre giornate del festival musicale, dal 25 al 27 luglio. Durante questi tre giorni, il palco dell'Arena del Castello, situato a metà strada tra la natura e le mura storiche, ha ospitato tre artisti che incarnano alla perfezione le tre differenti sfaccettature del nuovo cantautorato italiano: Motta, Colapesce Dimartino e Fulminacci.


 

Prima serata, 25 luglio, Motta + Rachele Bastreghi dj set.


In attesa dell'arrivo di Motta con la sua super band, composta tra gli altri da Whitemary e Roberta Sammarelli, la prima serata presso l'Arena Castello di Gradisca d'Isonzo, location spettacolare tra natura e mura storiche, si apre con il dj set di Rachele Bastreghi.

Più che un semplice dj set, la Bastreghi ha voluto accompagnare gli ascoltatori nel suo mondo musicale, invitandoli a far parte di un viaggio in cui poter accantonare, tramite un ballo sfrenato, le ansie e le preoccupazioni della vita di tutti i giorni. Passando da Thom Yorke, ai Rolling Stones, fino a Britney Spears e Billie Ellish, la Bastreghi, oltre a scatenarsi, ha fatto scatenare dal primo fino all'ultimo spettatore di Gradisca.


Ancora incantati dal dj set di Rachele Bastreghi, ecco che inizia il concerto di Motta. Nel buio e avvolto dalla macchina del fumo, il cantautore toscano è entrato insieme al violoncellista, tastierista aretino Francesco Chimenti, si è seduto alla tastiera e illuminato solo da una flebile luce rossa ha iniziato a suonare "Anime Perse", brano estratto dal suo ultimo disco "La musica è finita". Durante il crescendo di questa traccia, ecco salire pian piano sul palco tutti gli altri componenti della sua band, Whitemary, Davide Savarese, Giorgio Maria Condemi e Roberta Sammarelli, con i quali Motta ha instaurato un'alchimia davvero indescrivibile che, fin dalle prime note, fa capire che questo non sarà un semplice concerto, ma una vera e propria festa in cui liberarsi tramite il canto a squarciagola da tutti i propri demoni interiori.



Portato a conclusione l'intimo rock di "Anime Perse", Motta e compagnia iniziano a far vedere il proprio talento come animali da palcoscenico scatenandosi sul palco durante "La musica è finita", "Per non pensarci più" e "Prima o poi ci passerà". Dopo questo meraviglioso momento paura e delirio, i toni tornano un po' più intimi ed emotivamente toccanti durante le esecuzioni di "Alice", "Se non avessi avuto te" e "Scusa". Ma, per non farsi mancare niente, ecco che Motta torna a scaldare il pubblico scatenandosi durante "Quello che siamo diventati".


Prima di eseguire il brano successivo, Motta racconta un aneddoto riguardante il fatto che, durante la sua carriera, spesso gli è capitato di non voler inserire nei propri dischi alcuni brani che, alla fine, si sono rivelati dei suoi cavalli di battaglia. "Sei bella davvero" è uno di questi brani; il cantautore, infatti, ha inserito nel suo disco d'esordio come solista "La fine dei vent'anni" questa traccia, dopo esser stato minacciato dal suo amico e produttore Riccardo Sinigaglia. Dopo la magnifica esecuzione di "Sei bella davvero", ecco "Quello che non so di te", brano dove il pubblico, quasi in una connessione mistica con Motta, si è scatenato dalla prima fino all'ultima nota.


Finito questo momento, il cantautore toscano esegue di fila alcuni dei suoi pezzi più celebri, ossia "La nostra ultima canzone", "La fine dei vent'anni", "Abbiamo vinto un'altra guerra" e "Del tempo che passa la felicità". Dopo questa quaterna che ha visto il pubblico piangere ogni lacrima ripensando a qualsiasi amore passato e presente, urlare a squarciagola e scatenarsi ballando e saltando come se non ci fosse un domani, ecco che Motta, rimasto solo sul palco, con la chitarra inizia ad eseguire "Mi parli di te", interpretazione emotivamente devastante che al sottoscritto ha fatto venire la pelle d'oca ed i lacrimoni.


Una volta finita questa canzone, gemma nascosta della discografia del cantautore, ecco che la band risale sul palco per gli ultimi tre pezzi della serata: "Se continuiamo a correre", "Roma stasera", durante la quale hanno fatto irruzione sul palco le figlie di Roberta Sammarelli per ballare con Motta e company e "Ed è quasi come essere felici". Dopo le esecuzioni di questi tre brani, sulle note di "Perfect Day" di Lou Reed, Motta e banda salutano il pubblico, chiudendo alla perfezione un live quasi indescrivibile per la sua potenza e che conferma ancora una volta, nel caso qualcuno se lo stesse ancora domandando, quanto Motta sia un vero e proprio animale da palcoscenico, capace di intrattenere, commuovere e far ballare dal primo fino all'ultimo spettatore.


 

Seconda serata, 26 luglio, Colapesce Dimartino + Filippo Graziani.


Non ancora del tutto ripresomi dal meraviglioso concerto di Motta, il secondo giorno di Onde Mediteranee si apre con Filippo Graziani. Il figlio del grande Ivan ha portato sul palco di Gradisca uno show toccante, che ha reso pienamente omaggio al cantautore originario di Teramo. Oltre ad reinterpretare alcuni pezzi classici del repertorio di sua padre, come "Modena Park", "Lugano Addio", "Monnalisa" e "Pigro", Filippo insieme alla sua band, ha eseguito anche diverse canzoni estratte da "Per gli amici", come "L'italianina", album postumo di inediti di Ivan Graziani, realizzato dal figlio partendo da alcuni provini ritrovati in studio e in casa.


Finito il rockeggiante e toccante set di Filippo Graziani, tempo di un cambio palco veloce ed ecco che mettono piede sul palco dell'Arena del Castello Colapesce e Dimartino insieme al loro super gruppo, composto da Adele Altro, Nicolò Carnesi, Enrico Gabrielli, Alessandro Trabace e Giordano Colombo. Così come inizia il loro ultimo disco, "Lux Eterna Beach", i pezzi d'apertura della serata sono la orientaleggiante e sognante "La luce che sfiora di taglio la spiaggia" e il pop d'autore di "Sesso e architettura", seguiti da una splendida versione di "Luna araba", traccia contenuto nell'esordio del duo "I mortali".


Eseguite queste tre canzoni, Colapesce e Dimartino iniziano a scambiare due battute con il pubblico e dedicano la successiva traccia, la lennoniana "Ragazzo di destra", all'Italia di oggi. Seguono la versione dal vivo di "Forse domani", in cui la parte di Joan Thiele viene cantata divinamente da Adele Altro, lasciandomi davvero senza fiato, le "Cicale" e "Noia Mortale". Dopo aver eseguito solo brani estratti dai loro due album in studio, Colapesce e Dimartino proseguono la serata proponendo due tracce scritte ed inserite nella colonna sonora del loro film "La primavera della mia vita", ossia "Il Cuore è un malfattore" e la strumentale "Stanco stanco stanco", traccia che sembra essere uscita da un poliziesco degli anni '70.



Dopo questo momento, dove tutti gli artisti sul palco hanno fatto vedere il proprio valore come super musicisti, Enrico Gabrielli accenna un altro tema famosissimo, il celeberrimo "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" di Ennio Morricone, per introdurre "Il prossimo semestre". Più che una canzone vera e propria, questo è un dialogo ironico e surreale, così come nella versione in studio, in cui la sezione cantata è intervallata da un ragionamento di Colapesce e Dimartino sul come dovrebbe essere la seconda parte del brano. Durante questo dialogo, i due cantautori e la loro band iniziano a proporre le soluzioni più strane come una parte "rappata", il citare una colonna sonora (momento in cui parte il tema di "Momenti di Gloria" e Colapesce e Dimartino iniziano a muoversi a rallentatore sul palco facendo morir dal ridere tutti gli spettatori), o un Pasolini che legge Pascoli (idea interpretata dal violinista Trabace che ne propone un'ottima e divertente versione).


Finito il momento gag e conclusasi "Il prossimo semestre", grazie all'intervento di Nicolò Carnesi, Colapesce e Dimartino chiedono al pubblico di creare un'atmosfera romantica per la canzone d'amore "30.000 euro", ma poi cambiano idea poiché, visto che tutti ormai fumano le iqos e non hanno più gli accendini, si sarebbe creata una nube tossica su tutta Gradisca. Dopo questa bellissima e sottovalutata canzone romantica dalle atmosfere vintage, tocca a "Splash", brano che fa esplodere il pubblico, facendolo cantare a squarciagola e con una mano sul cuore le strofe "Ma io lavoro, per non stare con te".


Terminata l'esecuzione del brano sanmarinese, le luci si spengono e Colapesce Dimartino vengono raggiunti sul palco da Filippo Graziani per eseguire una commovente e toccante versione de "I Marinai", brano che la famiglia Graziani ha gentilmente donato ai due cantautori in modo da fargli realizzare un duetto virtuale con Ivan. In queste settimane non si fa altro che parlare della serie Netflix su Yara e di Massimo Bossetti, perciò, per far tornare le cose al loro posto, i due cantautori continuano il concerto eseguendo "Rosa e Olindo"


Seguono poi i due anti tormentoni estivi scritti dalla coppia, ossia "Innamorarsi perdutamente non è mai un affare", brano che dal vivo è ancor più coinvolgente e trascinante, e "Considera", una traccia da riscoprire. Questa sezione "leggera, anzi leggerissima", si conclude con "Musica leggerissima", pezzo che fa ballare e cantare a squarciagola tutto il pubblico di Gradisca.


Dopo aver eseguito il loro più celebre brano con una coda strumentale da lasciare senza parole per la sua bellezza, le luci si spengono e il gruppo scende dal palco. In seguito, una volta riaccesesi le luci, ecco spuntare Colapesce e Dimartino con le chitarre pronti ad eseguire un'intima versione di "Majorana", gemma nascosta della discografia del duo contenuta ne "I mortali". Finito il momento unplugged ed intimo, la band risale sul palco, i due cantautori ne presentano i vari componenti e, infin, iniziano a suonare una loro versione di "Bandiera bianca", traccia scelta per rendere omaggio all'immenso Franco Battiato. Il concerto, dopo la coinvolgente cover di Battiato, si conclude con la ciliegina sulla torta "Neanche con Dio", brano che mette la parola fine, nel migliore dei modi possibili, ad uno show divertente, emozionante e soprattutto qualitativamente di livello altissimo.


 

Terza serata, 27 luglio, Fulminacci.


Giunti al sabato sera, la trilogia di cantautori scelta per animare le serate musicali di Onde Mediteranee giunge al termine con Fulminacci e il suo show spaziale. Accompagnati da un annuncio in pieno stile aereo di linea, Fulminacci e la sua banda salgono sul palco incendiando subito il pubblico di Gradisca proponendo "Borghese in borghese", "Miss mondo Africa" e "Spacca", brani caratterizzati da ritmi coinvolgenti e da delle meravigliose coreografie con cui il cantautore e i suoi musicisti si divertono e fanno divertire il pubblico.


Terminate queste prime canzoni, Fulminacci saluta il pubblico e poi inizia a suonare "Brutte compagnie", brano estratto da "Tante care cose e altri successi", facendo così cantare ancora una volta a squarciagola tutta l'arena. In seguito, il cantautore romano, continua a premere sull'acceleratore eseguendo tre canzoni, estratte da "Infinito +1", ossia "Tutto inutile", "Ragù" e "Filippo Leroy" che fanno scaldare ed incendiare l'atmosfera.


Cessata questa prima parte in cui il pubblico e il sottoscritto hanno dato sfogo a tutto il loro talento come ballerini, le luci si spengono e fa il suo ingresso sul palco un pianoforte, sintomo dell'arrivo di un momento da lacrimoni. Il mio istinto non mi ha ingannato poiché, sedutosi al pianoforte, Fulminacci ha iniziato a suonare "Le biciclette" e "Simile", due brani romantici che allo stesso tempo mi han fatto venir voglia di trovare una ragazza e piangere tutte le mie lacrime per ogni singola cotta che ho vissuto fin dall'asilo.


Finito il momento pianoforte, il cantautore romano continua con il mood romantico proponendo la ritmata e sognante "Una sera", la commovente e strappa lacrime "Occhi grigi", l'intima e poetica "La siepe", rimessa in scaletta a furor di popolo social, e l'indescrivibile "San Giovanni". Fulminacci, per farci riprendere da tutte le lacrime versate, inizia a scambiare due battute con il pubblico, tra cui spicca una divertentissima risposta ad un coro "sei bellissimo", cantato dalle fan, ma che, ironicamente, non lo fa sentire speciale perché già cantato in precedenza a Taylor Swift.



Per prepararci ad un nuovo momento di danza sfrenata, il cantautore continua il suo show con la filastrocca "Così cosà" e con la trascinante "Resistenza", brano che ogni volta mi rapisce grazie al suo poetico bridge. Presentato il suo meraviglioso gruppo, Fulminacci e company fanno scatenare il pubblico dell'Arena del Castello con una versione da urlo de "La vita veramente", resa ancor più fantastica da un mush-up con "Figli delle stelle" di Alan Sorrenti.


Conclusosi questo momento, che ha messo a serio rischio la stabilità sismica delle mura del castello, Fulminacci calma un pochino le acque, in vista di un super finale, eseguendo di fila "Meglio di così", "Aglio e olio" e la ballad romantica e dalla lacrima super facile "+1".

Dopo averci fatto cantare a squarciagola e averci fatto versare qualche lacrima, il cantautore romano fa esplodere in una danza collettiva tutto il pubblico presente grazie all'uno due fatale "Tattica" e "Baciami baciami".


Prima di eseguire "Baciami baciami", pezzo contenuto in "Infinito +1", Fulminacci ringrazia tutti coloro che lavorano dietro le quinte per il suo tour e scherza sull'abitudine di dover abbandonare il palco, dicendo che il concerto è finito, per poi rientrare subito dopo il classico coro "se non metti l'ultima, noi non ce ne andiamo". Ritornati, "a sorpresa", sul palco di Gradisca, Fulminacci invita per l'ultima volta il pubblico a lasciarsi andare durante l'esecuzione di "Tommaso", brano estratto dal suo disco d'esordio.


Infine, dopo aver terminato il momento di follia e divertimento di "Tommaso", durante il quale i suoi musicisti hanno iniziato a fare incursioni sul palco con strani cappelli, occhiali alla Elton John e ukulele, il cantautore romano introduce l'ultima canzone del concerto dicendo che è il pezzo con cui non ha vinto Sanremo, attaccando così "Santa Marinella". Concluso il toccante momento corale di "Santa Marinella", Fulminacci e band si mettono al centro del palco, si abbracciano e sulle note di "God Only Knows" dei Beach Boys fanno calare il sipario sull'ultimo e meraviglioso concerto organizzato da Onde Mediteranee.


 

Manifestazione attiva da vent'otto anni, Onde Mediteranee è molto di più rispetto ad una semplice tre giorni di concerti. È una realtà da proteggere e da promuovere per la professionalità e la qualità con cui sceglie la sua programmazione, sia musicale che non, senza aver paura di correre rischi o osare.

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