In attesa del suo concerto di stasera 28 luglio all'Eur Social Park, biglietti disponibili a questo link, abbiamo avuto l'occasione di intervistare Lil Kvneki, nome d'arte di Alessio Akira Aresu.
L'ex cantante degli Psicologi ci ha raccontato qualche aneddoto dietro a "Crescendo", il suo disco d'esordio come solista uscito il 24 febbraio e da noi recensito, l'attesa per il concerto di Roma e alcune sue considerazioni sull'attuale panorama musicale italiano.
Ciao Alessio, benvenuto su IndieVision! Come stai? Come sta procedendo il tour estivo? Lo scorso 23 febbraio è uscito "Crescendo", il tuo esordio come solista. In questa tua nuova avventura, però, non sei da solo, ma sei accompagnato dai "The American Boyfriends", com'è nato questo super gruppo? Com'è collaborare con loro?
Questo tour per me è un’esperienza completamente nuova. Avere dei musicisti così bravi al mio fianco è veramente un privilegio per me. Sul palco sta volta ci sono solo io a cantare e per me è un’esperienza del tutto nuova. Avverto molto di più la responsabilità di dare il meglio ogni volta.
In "Crescendo", il pezzo che apre il disco, mi ha colpito molto la strofa "Ricchi senza soldi e poveri fissi a Dubai", secondo te, al giorno d'oggi, perché si dà così importanza al valore delle cose materiali, al come si vuole apparire esteriormente piuttosto che al proprio benessere interiore?
Penso che oggi sia molto più facile concentrarsi prettamente sugli aspetti più materiali della vita. Chiedersi chi siamo realmente e che cosa vogliamo fare oggi è molto più complicato. Penso che un po’ tutti ci siamo ritrovati a inseguire il sogno della ricchezza, e l’immagine dei guru che da Dubai ti insegnano a fare soldi per me ne sono una conseguenza diretta. Oggi penso che cercare di stare bene con se stessi sia molto più importante.
Oltre alle influenze di artisti della scena indie rock britannica e americana a cavallo tra la fine dei '90 e i primi dei 2000, come gli Strokes, gli Interpol, gli Oasis, ascoltando il disco ho sentito anche echi a gruppi storici come The Cure, The Smiths e Joy Division, che rapporti hai con questi gruppi? Quant'è importante per te e per la tua musica avere una curiosità musicale ampia e varia?
Tutti i gruppi che citi hanno avuto sicuramente un impatto sul sound di “crescendo” però mi sento di dire che i progetti che mi hanno ispirato diciamo “spiritualmente” sono stati quelli italiani. Il fatto che siano esistiti gruppi come “L’Ancien Règime” (dove suonava anche Valerio Bulla), i cani e oggi altri progetti come Tripolare, Drast, Thru collected, Bartolini, Franco126 e tanti altri mi fanno sentire meno solo in questo nuovo percorso che sto facendo. Sapere che c’è una scena viva anche qui in Italia mi fa prendere bene. Questo anche per dire che non serve per forza guardare all’estero per trovare nuove ispirazioni.
"So già che questo senso di angoscia È un altro dei mostri che ho cresciuto io Che trovo a casa ogni volta che spegne la luce" (da "Angoscia")
Una delle mie canzoni preferite del disco è "Angoscia", pezzo che ti tocca nel profondo fin dal primo ascolto e in cui è facile immedesimarsi soprattutto quando si è presi male, com'è nato questo brano? Quanto è importante per te utilizzare la musica come valvola di sfogo?
Il brano, come tanti altri, è nato in studio insieme a Valerio Bulla. Avevamo già più o meno in mente quello che sarebbe stato il sound ma ci siamo presi molto più tempo per cercare di capire come raccontare quello che sentivo. Alla fine, ho cercato di raccontare quello sentivo nella maniera più semplice e diretta possibile e spero che questo si senta e arrivi.
"Umore a spirale", oltre ad aver un titolo che ricorda un pezzo degli Articolo 31, presenta al suo interno una semi citazione a Battiato "La musica moderna mi butta giù". Cosa ne pensi dell'attuale panorama musicale italiano? Quali consigli daresti ad un giovane che vorrebbe affacciarsi con i propri pezzi sulla scena?
Diciamo che quella citazione non vuole essere assolutamente un attacco alla musica contemporanea, che tra l’altro ascolto, e nemmeno al pop che rispetto. In questo caso specifico mi riferivo a un tipo di pop che sembra andare per la maggiore e che percepisco come vuoto. Un altro motivo per cui penso di aver scritto quella frase è che in Italia abbiamo tantissimi artisti pop e non che stimo davvero tanto e che magari non riescono ad ottenere il riconoscimento che meriterebbero e questa cosa mi butta davvero giù. A qualsiasi persona che vuole fare musica direi di divertirsi e allo stesso tempo di sfogarsi, alla fine è l’unica cosa che conta.
Il 28 luglio giocherai in casa tenendo un super concerto all'Eur Social Park a Roma, come ti senti? Quanto è importante per te suonare nella tua città?
Per me è davvero difficile spiegare cosa vuol dire suonare a Roma. Per adesso è un susseguirsi di ansia e di presa a bene per il fatto che ci suonerò un’altra volta.
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