Come una colica aggressiva, il mignolo del piede che sbatte sul comodino, un "Ti amo ma dobbiamo finirla qui", i leimannoia sono un lascito romano che avremmo volentieri evitato, ma che alla fine dobbiamo tenerci per smaltire un po' di lavori socialmente utili.
Dopo essersi conosciuti durante la messa della domenica, Laso e Nanni hanno iniziato a rubare insieme le offerte dei fedeli, attività che li ha uniti talmente tanto da iniziare a fare musica insieme. Poi il triste evento: un "tana libera tutti" ad opera di Don Fabbio Lavazza e del suo chierichetto Gio Patana, che stavano per denunciarli alle autorità competenti. Da qui la svolta: nessuna denuncia, ma anzi l'abbandono della vita di chiesa, per perseguire uno scopo più grande: parlare delle cattive abitudini dei borghesucci romani, all'apparenza così "puliti ed educati". Ecco a voi Il quartetto più politicamente scorretto di Monteverde bassa.
"Ha dei problemi con lei, si sente solo la sera Esce la luna è già piena, Giulia non deve sapere Ha dei problemi anche lei, sola nel freddo si gela Che non ci crede ma spera in lui"
Dopo varie birre e spritz in giro per i locali romani, adesso i leimannoia prediligono cocktails di funk, pop, indie, hip hop ed un pizzico di punk rock. E come se fossero dei bartender altamente specializzati, li preparano da un luogo d'eccezione: alcuni dei palchi più interessanti della scena capitolina, come il Monk, di cui ormai sono ospiti fissi. Hanno anche provato a conquistare le sedi della Rai gridando "Deve morire!" a tutti gli addetti ai lavori, tra cui il povero Carlo Conti, che non solo li ha eliminati dall'ultima edizione di Sanremo Giovani, ma gli ha anche intimato di non presentarsi mai in terra toscana per cercarlo.

Forse c'è rimasto qualcosa di santo in questi ragazzi, dato che continuano a raccimolare fedeli sempre presenti ai loro concerti, cantando da tempo a squarciagola quella che non è più solo una canzone, ma un'accusa senza fondamento: "Tuo padre" è l'ultimo singolo dei leimannoia, e finalmente dal 14 marzo possiamo ascoltarla sulle piattaforme digitali.
I ragazzi della band, dove precisamente non si sa chi faccia cosa (si ipotizza siano ologrammi creati dai poteri forti), tramite questo singolo scapestrato cercano di denunciare gli atteggiamenti di un onesto lavoratore che ha deciso di dare il suo contributo all'industria del piacere, mentre a casa sua si accumulano borse firmate e silenzi imbarazzati.
Non c'è stato verso di scoprire chi fosse l'artefice di queste scorribande clandestine con giovani ragazze alla moda, ma leggendo l'intervista potreste aiutarmi ad indagare su chi ha commesso il misfatto (ho dei sospetti sull'ex Don, Fabbio Lavazza).
Se c'è una cosa che è certa, è che i leimannoia sanno come attirare attenzione su di loro, con live altamente coinvolgenti e testi ironici e pungenti. Se qualcuno ha qualcosa da nascondere, meglio non inimicarseli.
Ciao ragazzi, molto piacere. Dopo tutte queste band che si uniscono tra i banchi di scuola, adesso anche voi. Com’è nata l’idea di fare musica insieme e, mi chiedo, era proprio necessario?
Leimannoia nasce come esigenza di tornare a far musica per tutti i componenti della band. Gio Patana, Fabbio Lavazza e Laso si sono conosciuti a un master quest’anno, mentre Nanni, dopo un periodo di stop dalla musica, ha deciso di tornare a scrivere e si è unito al progetto. Laso un giorno ci ha fatto sentire delle demo che aveva scritto tempo prima con Nanni ed io e Gio Patana ce ne siamo innamorati. Da lì è nato questo sodalizio, che purtroppo avete avuto modo di ascoltare. Di certo nessuno aveva bisogno dei leimannoia, ma è esattamente questo il nostro più grande punto di forza.
Dopo “Virginia”, il vostro prossimo singolo in uscita è “Tuo padre”. Com’è nata la canzone e di chi è il padre? A giudicare dalla copertina, una mezza idea ce l’ho.
Il padre di Laso è convinto che la canzone sia scritta per lui, il fatto di non riuscire a convincerlo del contrario ci fa pensare che forse ha qualcosa da nascondere…
Nonostante sia da poco che portate in giro la vostra musica, suonate come se foste bravi. Avete mai pensato di abbandonare Nanni e Laso, che tanto non sanno cantare?
Diciamo che, al massimo, siamo bravi a far finta di essere dei musicisti. Nanni e Laso sono le uniche persone che sono in grado di tenerci testa in questa finzione. Una menzione speciale va a Lele e Pisello (rispettivamente bassista e batterista), gli unici veri musicisti. Ancora non sappiamo perché ci continuino a seguire in tutti i concerti.
Avete recentemente partecipato a Sanremo Giovani, facendo vergognare la Rai con le vostre canzoni “sopra le righe”, che esperienza è stata?
È stata sicuramente una grande esperienza, ci ha uniti e cresciuti tanto, da un momento all’altro ci siamo trovati da palchetti piccoli in giro per Roma, al cantare in faccia a Carlo Conti “Deve Morire”, con tanto di magliette personalizzate. Se fosse stato meno toscano sarebbe stata un’esperienza positiva al 100% .
Ho avuto il piacere di assistere a più di un vostro concerto, e devo dire che sapete come intrattenere il pubblico. Vi aspettavate già da subito tutti questi fan con gusti musicali discutibili?
Per fortuna riusciamo a portarci appresso sempre un buon manipolo di discepoli, del quale siamo molto orgogliosi. Certo, dal momento che nel nostro gruppo suonano dei bellissimi ragazzi come Nanni, Lavazza o Alessio Pisello è certamente più facile, fanno da soli 4/500 biglietti a data.
Come gestite la bellezza di Johnny Patana, che spesso fa passare in secondo piano il vostro progetto musicale?
Johnny Patana è un ottimo mestierante, niente di più niente di meno, credo che nessuno si senta minacciato da lui.
“Tuo padre” uscirà il 14 marzo, lo stesso giorno in cui suonerete al Quindieverse, importante serata romana in scena all’Hacienda. Che show dobbiamo aspettarci ai vostri live?
Speriamo finalmente in uno show vero e proprio a 360, è il passo che vogliamo fare, vogliamo portare veramente i leimannoia sul palco e portare uno show a tutti gli effetti con il passare del tempo.
Voci di corridoio dicono che Lavazza non esista, ma sia un ologramma creato dalla vostra manager. È vero?
Lavazza esiste! Lo so è sconcertante. Lavazza è un’entità eterea, per questo vi sono arrivate queste voci. A noi queste apparizioni piace chiamarle “Lavazza Time”.
Se poteste identificarvi in un quartiere di Roma, quale sarebbe?
Certamente Monteverde bassa, come il nostro caro amico Marco Pesavento.
Credo sia il caso che vi ritiriate, ma nel caso non voleste farlo, quali sono i prossimi progetti in cantiere?
Contiamo di portare al grande pubblico un progettino più corposo molto a breve. ma comunque fossi in voi smetterei di fare così tante domande :)
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