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Immagine del redattoreMartina Strada

La sincerità dei Pinguini Tattici Nucleari è la forza del loro nuovo album "Fake News" - Recensione

Esce oggi due dicembre “Fake News” dei Pinguini Tattici Nucleari, un album che - a dispetto del nome - fa della sincerità il suo punto forte.


Dopo l’ultimo EP “Ahia!” del 2020 e tre singoli che hanno anticipato il disco, la band bergamasca torna con un lavoro “maturo ma non marcio”, citando il frontman Riccardo Zanotti durante la conferenza stampa: strizza l’occhio a diversi generi e modi di fare pop ma mette bene in chiaro che nonostante i numeri da record sono sempre i ragazzi della porta accanto, che il divertirsi è e sarà sempre la priorità al successo.


Il nome, come dicevo qualche riga prima, è un ossimoro rispetto al contenuto delle canzoni dell’album che ha brani molto originali, alcuni autoreferenziali, altri che partono da storie raccontate in cui parlano quasi a cuore aperto di temi generazionali. Un nome che fa leva sulla forte influenza delle notizie false che ci circondano e che hanno impatto sulla vita delle persone in ogni ambito sia sociale che politico; le stesse fake news che sono circolate anche sulla band durante l'estate (“Riccardo inizia una carriera solista” è stata la più gettonata) e che hanno rafforzato l’idea di questo titolo. Che non si dica poi che non siano autoironici. Ma adesso scopriamolo insieme, traccia per traccia.


TRACCIA 1. "ZEN"

Nato da un beat che si ispira a Travis Scott inizia con un coro che come nella tragedia greca va identificato come un personaggio, la coscienza che ricorda di stare calmo.

È una di quelle canzoni autoreferenziali che però parla agli altri, soprattutto a chi come me soffre di ansia e che venderebbe l’anima al diavolo per un po’ di pace. Certo l’ascoltatore a differenza di Riccardo non ha la preoccupazione dei numeri e delle classifiche ma va tutto declinato in base a quello che lo circonda. Ciononostante “la musica resta, gli abiti, i soldi e le macchine no” e comunque c’è sempre qualcuno in cui specchiarci e chiedere aiuto per trovare il nostro zen perché la soluzione sta nella collettività e non nella solitudine.


TRACCIA 2. "L’ULTIMA VOLTA"

Che i PTN siano una band che ha preso una lacuna generazionale nella musica pop italiana, ci si è seduta e l’ha arredata a piacimento lo sanno anche i muri su cui hanno attaccato i dischi di platino, ma “L’ultima volta che hai scaricato una canzone da eMule” è la frase prova che sono la band che i millenial meritano e di cui avevano bisogno. Perché è facile fare musica per la Gen Z e atteggiarsi da giovane, ma quando è stata “L’Ultima Volta” che una band di quasi trent'anni ha parlato per e alla sua generazione?

Nonostante il tema trito e ritrito delle ultime volte i bergamaschi hanno reso bene il concetto rendendola ballabile e meravigliosamente pop. Chissà come sarà la prima volta che la sentiremo live, nel caso alterneremo fazzoletti e balletti.


TRACCIA 3. "HOLD ON"

Hold On” è una power ballad che gioca un po’ sugli inglesismi che ormai sono entrati nel la lingua italiana a forza, soprattutto nel periodo del lockdown e la fatica di andare oltre questi termini per vedere una persona dall’altra parte, quella che dietro le grandi parole ha bisogno di tenere duro. La cura delle parole è uno dei grandi punti di forza dei Pinguini e questa canzone ne è assolutamente la prova.

Mi ha fatto molto ridere il fatto che citino il farfallese (per me farfallino, ndr) perché mai avrei pensato di sentirlo citato in una canzone, a prescindere dal genere, e la cosa mi ha fatto sentire un po’ vecchia perché saranno anni che non lo sento più parlato nonostante sappiamo ancora usarlo con una certa disinvoltura.


TRACCIA 4. "STAGE DIVING"

"Stage Diving", racconta la band, che non solo parla del lanciarsi nella vita e dal palco, non solo di Roma ma anche del primo stage diving di Riccardo a ‘Na Cosetta, locale della Capitale. Gioca sul coraggio di buttarsi in ciò che ci accade, di lanciarci in qualcosa che ci fa paura, come una relazione o un lavoro, e sul fatto che loro stessi come band siano anni che lanciandosi e sperimentando trovano sempre la presa al volo dai fan che li sostengono sia moralmente che fisicamente.

Il bridge in cui Riccardo descrive ciò che accade prima di fare stage diving è forse quello che è più toccante, racconta in poche frasi quella è che è la fiducia nel proprio pubblico e nelle persone che sa – o spera – che lo sorreggeranno e che nella peggiore delle ipotesi gli ruberanno le scarpe.

Sono fortunati comunque, pensate a come è andata a Blanchito questa estate che si è buttato ed è finito a terra. La prova provata che devi avere un pubblico “istruito” su come funziona un lancio. Ora però sogno di fare stage diving anche io, nella vita e da un palco.


TRACCIA 5. "RICORDI"

Ricordi” è stato l’ultimo singolo che ha anticipato l’album e il ritornello è andato in loop nelle storie instagram delle amicizie più vere dal momento in cui è uscita. Il titolo è omonimo del brano dei Finley, la canzone che hanno portato a Sanremo 2008, ma parlano di due cose un po’ diverse.

Mentre i quattro legnanesi cantavano di “pensieri e sensazioni che danno ricordi”, i nostri pennuti amici bergamaschi trattano un tema come l’Alzheimer e citano l’Aducanumab, un medicinale che pare stia dando speranza nel contrasto di questa terribile malattia degenerativa. Raccontano usando immagini precise quello che succede quando questa patologia colpisce non solo la persona ma anche chi la circonda, il dolore di chi vede da fuori il proprio caro spegnersi da dentro e la fatica mista gioia quando dall’altra parte riconoscono negli esterni qualcuno del loro passato.


TRACCIA 6. "MELTING POP"

Ogni riferimento a Milano in questa canzone non è puramente casuale, anzi. Il ritornello lo sento già cantato da San Siro con trasporto ma le parole che la band usa per il capoluogo lombardo sono un filo dure come l’asfalto e io, da milanese, le leggo come le parole di chi vive la mia città solo per lavoro, di chi vede solo il grigio degli occhi di Joaquin Phoenix e la tristezza degli alberi di City Life che crescono tra i grattacieli. Vedono anche il grande Melting Pot che ne deriva, una grande miscuglio di persone, culture, vite che arrivano da ogni parte del globo e lasciano un po’ di sé per portarsi via, volenti o nolenti, un po’ di questa città che per l’Italia è Europa e per l’Europa è Italia.

Il grande "miscuglio" lo si sente nella musica dove hanno unito la cassa in quattro tipica della musica pop occidentale, il sitar indiano, un assolo di sax per rimandare al jazz e strumenti a fiato giapponesi: ciò che ne esce è una convivenza orecchiabile e trascinante, come la folla che cerca di salire in metro a Centrale nell’ora di punta.


TRACCIA 8. "FEDE"

Fede suona rock in modo puro e crudo ed è la canzone con meno strumenti, proprio perché voleva essere diretta ma non minimale, come dovrebbe essere la fede, senza ribattimenti o supposizioni. La fede c’è o non c’è e il rock’n’roll ci sembra la stessa cosa, non accetta compromessi”. Quando si parla di fede si pensa alla nonna in prima fila in chiesa che canta stonando ogni canzone e che urla le preghiere un po’ sperando che così il buon Dio le senta meglio, un po’ per fare a gara con le amiche su chi la sa meglio. La fede nella scienza, quella che dopo due anni di pandemia è stata il faro nella notte, la luce nel tunnel più buio che la nostra società ha vissuto. C’è fede nelle istituzioni, nella giustizia divina, negli innamorati e, soprattutto nella musica. È proprio la fede che si mischia alla musica che rende questo brano potente. Ritrovo in questa canzone un pezzo del video di “Closer To The Edge” dei 30 Seconds To Mars dove una ragazza diceva: “Some people believe in God, I believe in music. Some people pray, I turn up the radio”.


TRACCIA 9. "DENTISTA CROAZIA"

Per chi è stato ai live questa estate, prima che uscisse il singolo, la storia la conosce. Per chi non ce l’ha fatta, la raccontano bene i Pinguini in questa canzone. Il viaggio verso l’Olimpo della musica è stato un’avventura partita da e con questo furgone che li ha portati in giro per lo stivale a suonare in locali da 30 persone dove i cachet li gestiva Elio, senza ufficio stampa, management e booking. C’erano solo loro, gli strumenti e le ore di viaggio sul furgone più economico che erano riusciti a trovare.

I riferimenti generazionali non mancano, “tipo Seymour con Fry” che già al primo ascolto ha dato l’idea precisa della sensazione. Avrebbero potuto citare qualsiasi cosa, ma vuoi mettere l’altezza stilistica del piazzare Futurama?

Le spalle sono diventate larghe, a 27 sono più pop ma loro hanno ancora tanto cuore, ancora tanti km da macinare e la mia speranza che nelle due date al Meazza cantino “Luci a San Siro” stipati dentro al furgone con intorno l’intero stadio che canta con loro.


TRACCIA 10. "HIKIKOMORI"

L’Hikikomori è un fenomeno giapponese che si è poi allargato su vasta scala nel mondo dove dei giovani, principalmente maschi, si rinchiudono nelle loro camere e non ne escono più. Decidono consciamente di isolarsi e vivere confinati dal mondo e dalla società. Partendo da questo fenomeno, i PTN mettono in questa canzone lo sconforto, il dolore e la solitudine che il periodo del primo lockdown ha lasciato nei loro cuori e nelle loro vite. Nel marzo del 2020 erano pronti ad andare in tour e invece la pandemia ha bloccato tutti e ha lasciato un solco profondo in ognuno di noi e in chi come loro era abituato ad essere sempre attivo e a condividere tutto con gli altri.

Non parlare di questo periodo buio e doloroso in quest’album sarebbe stato ipocrita e così nel bridge fanno riferimento alla triste scena dei camion militari in centro a Bergamo del 2020, una scena che rimarrà uno dei momenti più tristi e da brividi dell’era Covid e che ha segnato ognuno di noi.


TRACCIA 11. "GIOVANI WANNABE"

C’è chi questa estate ha cantato “Giovani Wannabe” almeno una volta a settimana e chi mente. Il singolo che ha il gusto dell’estate e il profumo della ripartenza, la spensieratezza delle vacanze e l’ironia di chi va per la cifra tonda e che alla domanda degli amici di fare after risponde “eh ma ormai c’ho una certa età”. Ci parlano di ricerca della felicità, ci parlano di Instagram, ci parla di una generazione che andava in macchina in Liguria con mamma e papà passando per le autostrade ferme in cui per passare il tempo alitavi sui finestrini e disegnavi. Parlano del futuro che ci attende con una vena di malinconia vintage per gli anni 90 che ci abbraccia come solo loro e la reunion dei Blink 182 sanno fare.



TRACCIA 12. "BARFLY"

Barfly” è una canzone autobiografica di Riccardo Zanotti dove racconta della sua esperienza a Londra come studente e lavoratore part time. Barfly è il bar dove Riccardo spesso è andato a passare i suoi momenti liberi per vedere band più o meno emergenti suonare: racconta di quei momenti di svago e di come le sue aspettative siano cambiate con il tempo, la speranza di un futuro che non è quello che si era prefissato e un presente con non coincideva con quello che si era immaginato.

Ha un suono che rimanda ai primi Coldplay e qualche tema che ricorda uno dei loro brani più amati "Irene" e forse è per questo che è il brano che pur colpendo meno di altri mi lascia intravedere similitudini e somiglianze con i Ptn dei primi tempi.


TRACCIA 13. "NON SONO COOL"

Non Sono Cool” potremmo definirlo lo statement della band. Giocano sul non loro essere cool, sul divismo che non hanno e non gli appartiene (“non è nella nostra etica, nel nostro dna bergamasco”, dice Elio in conferenza stampa) e sul fatto che se non sei cool in certi generi non vai da nessuna parte. Lanciano una frecciatina alla trap che ormai è imballata in sé stessa, parlano delle stelle sul seno di Vic dei Maneskin – tenendo a precisare che si conoscono, si rispettano e si ascoltano reciprocamente – e di come non sono più rock. Parafrasano il Tiziano Ferro nazionale in “spesso è nel traffico che trovo l’ispirazione per una canzone / è nomen omen, e se ci pensi Raccordi è l’anagramma del mio nome”.

È la canzone più “pinguina” dell’album dove i giochi di parole, gli inside joke e le frecciatine sono la base e rendono il tutto così piacevole da ritrovarsi a cantarla due giorni prima dell’uscita ufficiale mentre ci si lava i denti. Meravigliosamente stronza…si può dire?


TRACCIA 14. "CENA DI CLASSE"

Per il grosso dei miei conoscenti, la cena di classe del liceo è una cosa da evitare come il Covid prima di partire per le vacanze. Non sono stati anni facili e felici per tutti ma, e c’è un ma, in quinta superiore c’è sempre qualcuno che dice “non perdiamoci di vista” e quattro anni dopo organizza la cena tutti insieme.

Questa canzone parla non solo della cena come rito più o meno ciclico che ogni anno perde qualche componente, ma di come un gruppo di persone sedute allo stesso tavolo nascondano i propri problemi per una sera e puntino la luce solo sulle cose sfavillanti della loro vita. Parla di un tot di amici al bar che faranno al fine di Gino Paoli che una sera si troverà ad aver prenotato per dieci e ritrovarsi solo al tavolo con l’amaro e l’amaro in bocca.

È anche una promessa della band al pubblico, chiudono l’album rispondendo a tutte le testate che questa estate li hanno dati per sciolti, per morti, per solisti e drogati. Può cadere il mondo, può passare qualche anno ma loro saranno sempre insieme. “Non ci sciogliamo e ci vediamo presto”, di nuovo in barba alle fake news.


Non fanno riferimento al fatto però che se c’è la cena di classe potete saltarla usando come scusa l’essere ad un loro concerto. Se la usate però fatemi sapere, grazie.


Se siete stati attenti finora avrete notato come la numerazione dei brani risulti sballata: per quanto sia pessima con i numeri questa volta c’è un motivo: “Forse” è una ghost track al momento disponibile solo sul formato fisico dell’album e non sulle varie piattaforme. Potrei recensirverla ma purtroppo sono contro gli spoiler.


È così che arriviamo alla fine di questa recensione track by track. Spero possiate apprezzare i brani come ho fatto io, farvi trasportare dalla musica e dalle parole, scoprirvi un po’ di più e trovare conforto in questi brani.

Il loro tour per gli stadi italiani è quasi sold out ovunque e se non li avete mai visti o sentiti correte a prendere i biglietti perché si prospetta tutto molto bello e tutto molto studiato al dettaglio, come ogni live dei PTN da anni.


Ci vediamo presto Pinguini, sotto un palco, sulla M3 e dentro le vostre canzoni che da oggi saranno le nostre “Luci a San Siro” nelle casse e nelle vite degli altri.




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