Dopo un silenzio durato ben tre anni, lo scorso 13 settembre Jesse The Faccio è ritornato sulla scena musicale con "dimmi / sali contro", doppio singolo pubblicato da Dischi Sotterranei e che anticipa l'uscita di "dei giorni liberi, del tempo perso", il quarto lavoro del cantautore in arrivo il prossimo 8 novembre.
Queste due canzoni, in pieno stile lo-fi, fanno da ponte tra la discografia che ha reso Jesse uno degli artisti più interessanti del panorama indie italiano, e le nuove canzoni che arricchiranno il repertorio del cantautore padovano, ma con il cuore rivolto alla matrice strumentale e stilistica statunitense.
Per l'occasione ho avuto l'opportunità di farmi raccontare proprio da Jesse della genesi del doppio singolo appena uscito, dell'importanza che ha per lui la musica, della copertina del disco e di tante altre cose che scoprirete.
Ciao Jesse, benvenuto su Indievision! Come stai? Come ti senti dopo aver finalmente fatto uscire il doppio singolo che anticiperà il tuo nuovo album da solista?
Ciao! Dai sicuramente dopo l'uscita dei primi due singoli mi sento un po' più leggero. Erano tre anni circa che non pubblicavo qualcosa di inedito, quindi ero leggermente teso, meno teso di altre volte comunque, però ora direi che sto bene. Felice di essere tornato.
Lo scorso 13 settembre hai fatto uscire "dimmi / sali contro", due brani inediti che anticiperanno la pubblicazione del tuo disco "dei giorni liberi, del tempo perso". Volevo chiederti, come mai la scelta di pubblicare un doppio singolo come antipasto del nuovo album? Durante i tuoi tre anni di pausa, è cambiato qualcosa nella tua musica o nella tua idea di fare musica?
È stata una scelta collettiva tra me e Dischi Sotterranei, eravamo, io per primo, in difficoltà con la scelta dei singoli, quindi abbiamo iniziato a scremare sui sei brani che ci sembravano più adatti, in ogni caso una scelta sembrava non arrivare, quindi ci siamo detti: "perché non ne facciamo uscire due?" E così è stato.
Con "dimmi" volevamo andare a tirar fuori la parte di me più vicina ai miei primi lavori, sia nell'immaginario che nel genere, mentre con "sali contro" volevamo mostrare anche quello che è stato un po' il lavoro di sperimentazione dell'album. Non credo sia cambiato molto il mio modo di fare musica in questi tre anni, il metodo è rimasto sempre quello, ciò che mi mancava era il tempo per dedicarmici. Perciò è stato più un trovare i momenti dove io riuscivo effettivamente a concentrarmi sulla mia musica e poi ad incastrare le giornate con le altre persone che son state coinvolte per il lavoro di registrazione: tutto questo mi ha chiaramente fatto ragionare sulla mia musica e ne parlo proprio nel disco.
Parlando del tuo nuovo disco, in uscita l'8 novembre, la copertina del disco, nonché quella utilizzata per il doppio singolo, riprende un acquerello dell'artista libanese Ali Cherri, intitolato "Where Nature Meets Culture", esposto nel corso della Biennale Arte di Venezia 2022 e del quale ti sei innamorato immediatamente. Quant'è importante per te e la tua musica prendere ispirazione dell'arte, dalla cultura che ti circonda? Cos'hai provato quando hai ottenuto la possibilità di utilizzare quest'opera di Cherri come artwork per il tuo lavoro?
Questa sinceramente era la prima volta che mi succedeva che una forma d'arte diversa dalla musica di per sé mi ispirasse. In questo caso è stato comunque in un certo senso una casualità. Ho ritrovato la foto per caso. Non sapendo cosa usare come copertina del link Soundcloud delle pre-produzioni dei primi sei pezzi da mandare in giro in maniera super privata, ho pensato proprio a questa immagine per dare un'idea in che direzione volesse andare il disco. All'epoca, non avevo né titolo dell’album né un paio di testi definitivi che adesso invece sono fondamentali per il concetto che sta un po' dietro a tutto il lavoro.
Quando ho rivisto la foto di quell'acquerello di Cherri ho proprio pensato “è esattamente come mi sento!” e nel disco stavo parlando di quanto mi sentissi sopraffatto dalla quotidianità e quanto l'esigenza di fare musica mi stesse un po' sfuggendo di mano, quindi semplicemente ci azzeccava. L'ispirazione generalmente mi viene proprio da quello che mi circonda fisicamente, dalle persone, da quello che mi dicono, il come, dai luoghi, dalle esperienze che ho, quel che vedo, insomma.
Quando Ali Cherri mi ha prima risposto in DM su Instagram e poi via mail tramite la mia etichetta, Dischi Sotterranei, ne son stato estremamente felice, incredulo e grato, perché per me ormai doveva essere quella la copertina e pensarne ad un'altra sarebbe stato un inferno.
Quali ascolti ti hanno fatto da colonna sonora durante le sessioni di registrazione di "dei giorni liberi, del tempo perso”?
Incredibilmente gran poca musica. Mi spiego: ne ho sempre ascoltata tantissima durante le mie giornate ma nel periodo in cui ho scritto e poi iniziato a registrare il lavoro ne ho ascoltata decisamente meno della media e non ho un vero proprio ascolto affezionato da associare a questo disco. Forse ho ascoltato molti artisti della mia comfort zone. Se devo citare un disco, ma di cui non credo se ne senta minimamente l'influenza, è sicuramente "Congratulations" degli MGMT.
Parlando dei singoli, "dimmi" è il brano che più si avvicina ai tuoi lavori precedenti. Nel testo ti appelli alla personificazione della Musica con la M maiuscola, facendo una vera e propria ode alla musica. Quant'è importante per te, riuscire ad aggrapparti alla musica, all'arte in generale, durante i momenti di confusione? Quali sono le canzoni che ti aiutano ad uscire dai momenti no?
La musica in generale fa spesso parte dei miei momenti di confusione e contemporaneamente mi dà una mano a rimanere con i piedi il più per terra possibile, mi conforta quasi come fosse una persona sempre al mio fianco, della quale ho fiducia e alla quale devo dimostrare fiducia anche io. Lo considero un vero rapporto nel bene e nel male. Non credo di avere la playlist di canzoni "momenti tristi". Qualsiasi cosa, in verità, dipende dal momento, da una canzone magari sentita un milione di volte degli Uknown Mortal Orchestra fino ad arrivare a Samba do Brasil.
In "sali contro", invece, sembra esserci un dialogo tra testo e musica in cui, la malinconia che pervade l'intero brano, evidenziata ancor di più delle parole del testo, sembra essere spazzata via dal finale strumentale che, ascoltato, sembra portare il vento del cambiamento. Com'è nata questa canzone? Oltre alla musica, quali sono gli altri modi con cui affronti i momenti di solitudine e delusione?
É esattamente così: "sali contro" si divide in due parti, la prima idea era di dare importanza al testo con una sorta di cantilena decisamente malinconica che si ripete intersecandosi con la musica, per poi aprirsi nella seconda parte, quella strumentale, che ho inteso come una specie di corsa sicuramente verso un cambiamento positivo. La canzone è stata scritta un po' come tutte le altre, cioè chitarra e voce, avevo il giro di accordi e ci canticchiavo sopra cose che poi son diventate parole.
Non penso di averci messo molto a scriverla, forse qualche ora e non credo di averla ritoccata in seguito, il tema della parte strumentale era chiaramente fischiettato (per me un grande classico) e poi me lo sono immaginato con dei fiati, una chitarra elettrica bella preponderante e una ritmica un po' bossa/world music e così poi l'abbiamo registrato. In generale, cerco di evitare i momenti di solitudine totale, cerco di evitare anche di caderci ormai, sto imparando a stare bene da solo da molto poco, quindi provo ancora ad affrontare momenti del genere uscendo, facendo cose, vedendo le persone a cui voglio più bene, non chiudendomi in me stesso.
In attesa dell'uscita di "dei giorni liberi, del tempo perso", pubblicherai altri singoli? E, una volta uscito l'album, avremo occasione di ascoltare la tua musica dal vivo? Quant'è importante, per te e la tua musica, la dimensione live?
Arriverà un altro singolo sì, ad ottobre, sarà il pezzo che poi aprirà il disco, sono molto curioso di come verrà accolto. Sicuramente la dimensione live per me è molto importante, oltre per il divertimento che mi crea, ma anche perché mi permette di girare con i miei amici, di conoscere gente nuova, vedere vecchi amici o vecchie facce, capire chi ascolta la mia musica, come arriva alla gente, in che misura, e questa è forse per me la cosa più importante. Quindi sì, seguirà un tour, le prime date verranno annunciate tra un po' e sono felice e non vedo l'ora di portare in giro anche questo lavoro.
Grazie dell'intervista, un abbraccio :)
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