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"Io siamo, tu siete...essi?", il mutevole e terapeutico ritorno sulla scena musicale di Donno - Intervista

Uscito il 24 novembre 2023 "Io siamo, tu siete...essi?", è il secondo album in studio di Donno, artista nato sulle rive del Lago Maggiore ma trapiantato a Milano. Questo lavoro discografico è uscito a due anni di distanza dall'esordio come solista di Donno, "Dei e Malanni", ed è stato anticipato da diversi singoli, tra cui "Chiara", brano con cui l'artista di Luino ha partecipato a Sanremo Rock 2022.



In occasione dell'uscita di "Io siamo, tu siete...essi?", abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con l'artista lombardo e di parlare di alcune curiosità e delle influenze che hanno portato alla nascita di questo lavoro.


"Nel caso della musica, per poter essere liberi di esprimersi al meglio, prima bisogna conoscere il più possibile il linguaggio della musica, le sue regole, la poesia, la letteratura. Una volta che si conoscono bene queste cose allora le si può letteralmente mandare a quel paese e fare come ti pare"

Ciao Nicolas, benvenuto su IndieVision! Il 24 novembre 2023 è uscito "Io siamo, tu siete... essi?", il tuo secondo album in studio composto da 10 brani nati quasi tutti durante il lockdown. Volevo chiederti, quant'è stata importante per te la musica durante la quarantena? Quanto sei contento che, finalmente, il tuo pubblico, e non solo, possa ascoltare questo tuo nuovo lavoro?

Ciao! Intanto grazie! È un piacere chiacchierare con voi! La musica in quel momento è stata la carezza più dolce che potesse esserci! Terapia pura! Il mio approccio alla musica è cambiato in quel momento e il mio amore per essa è cresciuto ancora di più… questo album significa molto per me, è un sunto delle mie emozioni vissute in quegli anni, un tentativo di spiegare cosa accadeva dentro di me osservando l'esterno, cercando di vedere degli specchi in ogni cosa che mi succedeva intorno.

 

Parlando del disco nel comunicato stampa, mi han colpito le frasi: "Mi sono lasciato trasportare dall’istinto nella scrittura dei testi ma soprattutto nel sound, volevo che fosse molto vario nelle sonorità". Quali ascolti musicali o letture hanno influenzato la realizzazione del disco? Quanto è importante, per te, trovare il vestito sonoro adatto ai testi che scrivi?

Sì, volevo proprio che risultasse un album eterogeneo, anche perché mi sono sentito in un frullatore di emozioni in quel periodo, e in un frullatore per fare un bel frullato ne servono un po' di ingredienti. Ho letto e riletto molti vari grandi classici che vengono dati per scontati, quando in realtà celano grandi informazioni se viste con occhi diversi! Ho spaziato molto, dal romanzo, al fantasy, all'esoterismo, alla poesia… davvero di tutto! Esattamente come con la musica, dalla musica jazz al metalcore più estremo… passavo dai Meshuggah a Ornella Vanoni, da Dua Lipa a Rachmaninov… sono tante le reference che mi sono portato nella realizzazione di questo disco. Ogni testo ha un proprio sound, ogni musica ha il proprio testo adatto. Di solito io amo il contrasto! Mi piacciono molto testi malinconici su musica energica e viceversa! Un po' come il gusto dolce/amaro, agrodolce/piccante


 

Prima di pubblicare "Io siamo, tu siete...essi?", hai fatto uscire quattro singoli, tra cui "Alieni", com'è nata questa canzone? Perché hai scelto proprio questo pezzo come uno dei singoli anticipatori del disco?

Il testo di Alieni è uscito da uno dei miei soliti dialoghi che faccio con i miei "me stesso" ad alta voce: parte tutto dall'origine della parola "alieno" (come sempre, il latino che ho studiato a scuola aiuta) che vuol dire straniero, non cambia tutto? Da lì è uscito questo testo. Poi era il periodo in cui ero tornato in trip con la new wave anni 80, tipo Depeche Mode, The Cure, Tears for Fears, e in più mi stavo riguardando Stranger Things; quindi mi sono detto: anni di scenario apocalittico, in fissa con gli anni 80, Alieni è perfetta per uscire adesso.

 

Il disco è composto da dieci tracce. Qual è stata la prima canzone che hai scritto per questo lavoro? Invece, qual è stato il pezzo sul quale hai lavorato di più?

Paradossalmente "Chiara" è stato il primo brano che ho abbozzato ma anche l'ultimo che ho terminato! Quello che mi ha fatto "smadonnare" di più ahahah! È una canzone che è cambiata tante volte prima di assumere la forma definitiva! E poi chissà perché ho scelto apposta di pubblicarlo come primo singolo!

 

Del brano "Centomila scuse almeno", mi han colpito molto i versi: "E troveremo centomila scuse almeno / per starcene sereni nel nostro luogo ameno". Secondo te, perché, al giorno d'oggi, si ha sempre più paura di non lasciarsi andare e di rimanere all'interno della propria bolla? Perché è sempre più difficile trovare una persona con cui non aver paura di condividere il proprio tempo?

A mio parere penso che oggi le persone in generale abbiano quasi un rifiuto in generale a SENTIRE! Parlando con tanta gente mi sono sentito dire "che bello non sentire niente" oppure "non voglio sentire niente". Per me non sentire niente è l'equivalente della morte stessa. Però si, credo che la paura di fare passi falsi in una società che insegna che tutto deve essere perfetto dove apparire è più importante che preferire di restare nel proprio nucleo senza mai mescolarsi con l'esterno, senza sporcarsi un po' i panni e le emozioni, le sensazioni cominciano a non essere più percepite e questo si riflette su tutti i campi dell'arte, e non solo.

 

"Chiara" è un brano che parla di libertà della donna e, in generale, di libertà nella vita, nelle proprie scelte. Per te, quant'è importante poter essere liberi nel mondo della musica?

Nel mondo della musica come in qualsiasi altro mondo la libertà è fondamentale! Però penso fermamente che per potersi sentire il più liberi possibile prima bisogna conoscere al meglio le regole del mondo o dei mondi in cui si vive. Nel caso della musica, per poter essere liberi di esprimersi al meglio, prima bisogna conoscere il più possibile il linguaggio della musica, le sue regole, la poesia, la letteratura. Una volta che si conoscono bene queste cose allora le si può letteralmente mandare a quel paese e fare come ti pare.



In "Come un elastico" torna ancora una volta il tema dell'amore, ma trattato in una maniera diversa. Nonostante molti considerino questo tema ormai usato ed abusato, penso che, in realtà, le canzoni d'amore al giorno d'oggi servano ancora perché descrivono questo sentimento che momento dopo momento, persona a persona, è sempre diverso e mai uguale. Qual è il tuo rapporto con l'amore? Quale canzone d'amore, tra quelle già scritte nella storia della musica italiana e non solo, avresti voluto scrivere?

L'amore ha tante forme! È la cosa più antica del mondo che però ogni giorno ci mostra quanto sia sempre una sorpresa e mai uguale. Non esisterebbe l'arte senza amore,  non esisterebbe creatività senza la pulsione sessuale! Ma che scherziamo? La musica senza amore? Facciamola fare ai robot quella ;) Se penso all'amore preferisco il significato della parola "love"! Perché love non è uguale ad amore! Amore arriva da "amor", love da "liberty" e vuol dire letteralmente "tu nel mio spazio sei libero/ di muoverti come meglio credi"… bello eh? Probabilmente avrei voluto scrivere "Something Stupid" di Frank e Nancy Sinatra! A parte l'armonia del brano e la melodia delle due voci che cantano tutti il tempo all'unisono, ma il testo?! È un testo talmente pieno d'amore e scritto in maniera delicata che tu puoi leggerlo come se un padre l'avesse scritto a un figlio o una figlia oppure un amante all'altro, e viceversa. È  adatto sempre, da qualsiasi angolazione lo ved,una meraviglia! Se invece torniamo in Italia, anche qui ce ne sarebbero tantissime ma in questo momento sarei indeciso tra "il cuore è uno zingaro" di Nicola di Bari o "Bella Stronza" di Marco Masini! Due brani straordinari

 

L'album si chiude con l'omonima canzone "Io siamo, tu siete...essi?", il manifesto dell'interno tuo secondo lavoro in studio. Com'è nata questa canzone? Come mai hai scelto di chiudere il disco proprio con questa traccia?

Questa canzone ha una storia molto lunga; scrissi come prima cosa una bozza di giro di chitarra con più o meno questa armonia nel 2012 per una mia vecchia band, ma poi non venne mai terminata. Ci riprovai con la band successiva ma niente anche lì. Ci provai ancora nel mio primo album "Dei e Malanni" ma 'sto brano non mi convinceva mai, né testo né struttura, niente! Poi un giorno, a 10 anni di distanza, mi è venuto in mente quel girettino di chitarra e ho detto "ma proviamo a suonarlo col pianoforte". Da quel momento mi è bastata un'ora per avere tutto il brano completo voce/piano e testo! L'arrangiamento è arrivato da sé. Ho dato a questa canzone il nome dell'album e ho scelto di metterla in chiusura perché per me rappresenta proprio la chiusura di quel capitolo emotivo e l'inizio di qualcosa di nuovo! È la mia preferita, forse perché al contrario delle altre non l'ho ancora capita fino in fondo! Mi manca un pezzo, devo ancora scoprire cosa voglia dire al 100% questa canzone; e poi, è quella che probabilmente farà da ponte al mio prossimo album.

 

Dopo aver concluso il 2023 con la pubblicazione del tuo secondo lavoro in studio, volevo chiederti cos'ha in serbo il 2024 per Donno? Avremo l'occasione di ascoltare le canzoni di "Io siamo, tu siete...essi?" e non solo, dal vivo

Il 2024 voglio passarlo suonando il più possibile dal vivo! Vedremo cosa succederà, però di sicuro l'occasione ce l'avrete! In questi concerti ovviamente promuoverò di più "Io siamo, tu siete…essi?" ma proporrò anche canzoni del mio album precedente.



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