Giuse The Lizia è tornato con un nuovo progetto musicale, il suo secondo album dal nome "Internet". Mentre è in giro per l'Italia per il suo tour autunnale nei club italiani, che si concluderà il 25 novembre all’Alcatraz di Milano, l’artista ha rilasciato questo disco, distribuito da Maciste Dischi con EMI Records Italy/Universal Music Italy.
Il titolo dell'album è un riflesso dei tempi moderni, ma non nella classica chiave boomer di chi dice che le nuove tecnologie hanno rovinato a prescindere i rapporti umani. Come spiega: "Su Internet ci si innamora, ci si lascia, ci si informa e disinforma. Forse ci si sente un po’ più soli, ma la mia generazione è nata e conosce questo mondo qua e mi sembrava coerente scegliere di raccontarlo”. Internet è un mezzo quindi, un modo per conoscersi che la nostra generazione usa, nel bene o nel male.
"Internet" è un album che racconta la fatica e la bellezza di avere vent’anni. Giuse esplora il percorso di una generazione spesso incompresa, con le sue notti insonni, gli amici di una vita e i primi amori che sembrano eterni, ma che convivono con l’incertezza per il futuro.
Quello che apprezzo maggiormente di Giuse the Lizia e della sua musica è proprio questo, il rendere semplici molte sensazioni e sentimenti e il riuscire ad unirle a momenti di vita quotidiana di ognuno di noi sempre con un tocco di originalità.
Con "Internet" ci riesce bene e supera la famosa prova del nove del secondo disco. Giuse non fa giri di parole, se è in una fase della vita piena di dubbi e interrogativi te lo dice come lo diresti tu ad un amico "sto ancora cercando la mia direzione" e ti fa sentire parte del processo. Le parole di Giuse suonano come un diario aperto, dove si riflettono insicurezze, sogni e aspettative. Ogni tanto la semplicità nella musica appaga, e se ti fa anche ballare nel frattempo direi ancora meglio.
Assaggiamo insieme questo secondo disco, traccia dopo traccia.
Direzione
La citazione nell'introduzione sul cercare la propria direzione viene proprio dal ritornello di questo brano di apertura. "Direzione" è un pezzo che parla del perdersi e del cercare un senso nel caos della vita. Qui Giuse racconta di momenti di crescita, di esperienze, relazioni, scelte sbagliate, responsabilità, tutto avvolto da quella costante sensazione di non sapere esattamente dove si sta andando. Anche se c'è una continua ricerca di una strada da seguire, c'è qualcosa di familiare che resta sempre uguale: il ritorno a casa, alle strade del proprio quartiere, alla camera e al mare, come se questi elementi fossero gli unici punti fermi in un mondo che cambia. Il ritornello ci fa capire che il bello del "non avere una direzione" sta proprio nel fatto che ogni giorno è diverso, e questa incertezza, in fondo, è ciò che rende la vita interessante.
Flash
"Flash" si costruisce su un campionamento forte, quello di "Disperato erotico stomp" di Lucio Dalla, e Giuse lo usa per raccontare una storia di legami interrotti e momenti fugaci. Il tema centrale della canzone è la velocità con cui viviamo le relazioni e le esperienze oggi, amplificata dall'era digitale. Le emozioni si manifestano in brevi istanti, quasi come dei flash che durano poco ma lasciano un segno profondo. Flash è la canzone delle prime produzioni sperimentali, dalle strofe simil-rap e ritornello molto catchy.
Give me love
"Give Me Love" è una richiesta d'affetto e d'amore, un grido di solitudine che emerge tra il disordine emotivo. Riflette il caos delle relazioni umane e si avverte una profonda stanchezza emotiva, quasi un senso di colpa. Il bisogno d'amore è forse uno di quei bisogni base che ci accumunano tutti e ci rendono vulnerabili, fragili e stupendamente umani. Il ritornello "Give me love perchè ne ho bisogno, tell me why mi hai lasciato solo" è il cuore del desiderio di sentirsi di nuovo amato.
Radical
Qui siamo al brano più radiofonico probabilmente, uno dei singoli che ha anticipato l'album che va cantato forte ai concerti. Il pezzo ritrae un’atmosfera notturna, fatta di feste sregolate, drink forti e discussioni piene di risentimento. Giuse parla di un amore in cui il protagonista è attratto ma allo stesso tempo allontanato dall'altra persona, quasi come un gatto che alterna carezze e graffi.
Piccoli piccoli (feat. centomilacarie)
"Piccoli piccoli" è un viaggio nostalgico verso la semplicità e l'innocenza. Un dolce promemoria di quanto sia potente sentirsi piccoli e protetti insieme a qualcuno, anche quando tutto il resto sembra difficile (“Se sto con te, è tutto okay, non sono solo”). Centomilacarie aggiunge un tocco più crudo e riflessivo, raccontando la difficoltà di liberarsi dai fantasmi del passato e dalle insicurezze, ma anche la forza che si può trovare in una connessione profonda.
Tonight Gospel (feat. Mecna)
Mecna e Giuse insieme sono una scommessa assolutamente vincente. Ci dipingono un quadro di una relazione intensa e profonda, dove ci si rifugia l'uno nell'altro contro tutte le avversità. L’idea di "morire insieme", ripetuta nel brano, non è tanto una questione fisica quanto un modo per dire che con la persona giusta accanto, non c’è paura che tenga. Mecna ci introduce in una dimensione più riflessiva, parlando di scelte, di sacrifici e di momenti di tentazione che alla fine vengono respinti in nome di qualcosa di più autentico. "Tonight gospel" è un inno all'amore.
Solo un'idea
"Solo un'idea" esplora il tema dell’amore immaginato, dei sogni che sembrano irraggiungibili. Giuse ci parla di come una relazione, quando è agli inizi, abbia il potere di farci sognare a occhi aperti. Si perde un po' di quell'incanto che c'era in Tonight Gospel per far spazio alla malinconia della realtà. Il ritornello "È solo un'idea" ci ricorda che molti dei nostri sogni d’amore spesso restano tali, non sempre realizzati.
Scs
Una delle canzone che ho preferito di più dell'intero album per via del suo ritmo pazzesco. La canzone gioca tra ironia e amarezza, enfatizzando l’impatto della realtà rispetto alle aspettative digitali – il “dal vivo” è sempre diverso da una foto profilo. Il ritornello, con la sua ripetizione di “scusa”, trasmette un senso di colpa misto a un desiderio sincero di mettersi in gioco: scusa se ti ho delusa, ma ho voglia di andare oltre con te.
Baby
È una canzone che mescola fragilità e passione in un racconto che parla dritto al cuore. In "Baby" emerge un amore totalizzante che trasforma il protagonista, portandolo a perdere il senso della fame – come metafora di un coinvolgimento emotivo molto forte. Questo sentimento è accompagnato da un’ombra: il pessimismo dell’altra persona ("perché pensi sempre che andrà tutto male?") e le insicurezze che ne derivano.
x te che mi conosci così bene
Insieme a "Tonight gospel" e "scs" si chiude con "x te che mi conosci così bene" il mio personale podio del disco. La narrazione si muove tra ricordi vividi e un desiderio di rivivere almeno un’ultima volta quei momenti, nonostante la consapevolezza di un legame non sempre perfetto. La canzone si chiude su una nota di distanza e incomunicabilità, un distacco inevitabile ma doloroso che Giuse riesce a rendere universale. La canzone delle occasioni perse, in buon contrasto con il ritmo e la musicalità del brano.
Persi da un po'
Chiude il disco un brano malinconico, cosa che un po' mi aspettavo. "Persi da un po’" è una riflessione sulla disillusione e sul senso di smarrimento che spesso accompagna la crescita. Giuse The Lizia ci porta in un mondo di immagini quotidiane – un incontro davanti alla Crai, uno specchio che riflette due anime confuse – per raccontare un disagio intimo e universale. I protagonisti sono due "poveri illusi", persi nei propri sogni accantonati, che si confrontano con un presente che non sempre li rispecchia.
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