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Immagine del redattoreMartina Strada

Elogio alla pazienza: Sanremo giorno cinque

Le ragioni per cui qualcuno decide volontariamente di stare davanti al televisore dalle 20.30 alle 2.30 del mattino sono le più disparate, ma qualcuno che volontariamente resta a guardare Sanremo per sei ore consecutive quest’anno é il vero vincitore. Lo spettatore del settantesimo festival di Sanremo, questa settimana lo si riconosceva subito: profonde occhiaie e borbottio continuo. Nel suo corpo scorre una dose equina di caffè, del masochismo e tanta tanta pazienza.


Perché Sanremo è Sanremo, ma c’è vita fuori dall’Ariston e non tutti possono permettersi di stare svegli per cinque giorni fino all’alba per sapere la classifica e chi deve farlo perché lo fa per lavoro, come i giornalisti o i musicisti, questa settimana non ha praticamente chiuso occhio.

È stata l’edizione delle polemiche fin da subito ma anche quella con gli ascolti più alti degli ultimi anni. Il numero altissimo di cantanti in gara forse non ha permesso al pubblico di affezionarsi davvero a tutte le canzoni e – lo ribadisco – gli orari folli sono stati la vera mazzata.


La finale ha visto ospiti alternarsi sul palco fino all’ultimo, quando da casa, in platea e perfino in sala stampa si avevano segni di cedimento.


Durante la serata i voti sono quelli della giuria demoscopica, della sala stampa e del benedetto televoto che può finalmente dare voce al pubblico per far incoronare il beniamino…tanto il vostro voto vale un terzo quindi respirate amici dei reality.


Fino all’esibizione di Pelú non c’è molto da dire oltre al vestito meraviglioso di Elodie, Nigiotti dal capello selvaggio e Diodato che canta finalmente con il cuore.

Pelú dicevamo si presenta sul palco con una giacca e i pantaloni di similpelle. Sul petto una scritta che recita “TU 6 MOLTO DI +”, come scivevamo negli SMS dei primi anni 2000. Ma non è certo il villoso petto del rocker che crea scompiglio quanto il fatto che mentre vaga per la platea scippa la borsa ad una rispettabile signora e se la porta sul palco. Con non chalance.

Segue poi una Levante magistrale a cui non si possono che fare i complimenti e poi da scaletta ci aspettiamo Achille... E invece no! Salgono sul palco i Pinguini Tattici Nucleari vestiti “da pinguino” che si divertono così tanto da trascinarci dentro e quando Riccardo strappa un veloce bacio a stampo a Mara Venier fatichiamo ad esserne stupiti.

Ce lo aspettavamo? No.

Siamo felici che l’abbiano fatto? Sí.

Concludono con un inchino all’Ariston tutti insieme, abbracciati, nessuno escluso.



E poi, finalmente, é il turno della mina vagante di questo Sanremo. Achille Lauro scende le scale vestito da Regina Elisabetta I di Tudors. Durante la prima strofa si libera della gonna e gioca con Boss Doms (il suo chitarrista a cui va la menzione d’onore perché sempre al fianco di Lauro ma a cui si presta poca attenzione) come Bowie con Ronson e prima gli si inginocchia davanti facendo tremare il pubblico, poi si alza e i due si baciano. Non come Riccardo con la Venier poco prima, no. È proprio un bel bacio da film, di quelli che quando li guardi vai ad affogare il tuo dolore nel gelato perché nessuno con te lo farà mai. 

Dopo l’esibizione di Achille Lauro torna ad esserci un discreto piattume nelle esibizioni fino ad Elettra Lamborghini che balla come se non fosse in mondovisione anche col suo direttore d’orchestra sul palco e la si vede non solo fare qualche mossa in più ma la scollatura della tuta si sposta leggermente e lei, con una discreta velocità si sistema e dice “Ops!” così candidamente da farti tenerezza.

Verso l’una e mezza dall’Ariston ancora nessuna notizia del vincitore ma Sky spoilera senza problemi o remore che il vincitore é Diodato. Bisognerà aspettare le due e trenta per avere conferma.



Grande gioia nell’italico regno non solo per la vittoria del cantante ma perché vuol dire che si può andare a dormire sonni tranquilli.


Siamo sopravvissuti anche alla settantesima edizione del festival della musica italiana, non si sa come, ma ce l’abbiamo fatta.

È stato un piacere vivere questa infinita edizione un passo indie(tro) a voi.


Per i più temerari, stasera ci sono gli Oscar.

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