Quale modo migliore di muovere i primi passi del "Cori da tour" invernale se non con un sonoro sold-out a Milano: al Santeria Toscana, sabato scorso, c'era un pubblico più caloroso che mai ad attendere in fila sotto la pioggia l'apertura delle porte dello show del paroliere e storyteller padovano più sciolto del west: Dutch Nazari.
Il suo nuovo album "Cori da sdraio" in poco più di tre mesi è già diventato una liturgia conosciuta a memoria per i suoi fan più fedeli, le parole s'incastrano alla perfezione in un duetto tra lui e il pubblico che non accenna a interrompersi per tutta la serata. In scaletta brani che hanno consacrato Dutch all'altare dell'hiphop pescati fin da "Amore povero", passando per "Ce lo chiede l'Europa" e arrivare finalmente alla sua ultima fatica.
Aprendo la serata con l'intro poetica nonchè comica di Burbank, finendo ad ammirare come ogni pezzo di Dutch diventi uno scorcio trasversale a centinaia di vite che in qualche modo condividono la stessa esperienza, nello stesso momento, connettendosi tuttavia a miriadi di ricordi diversi, ognuno speciale a modo suo, è qualcosa di magico: è quello che accade quando un artista è tanto brillante con le parole da riprodurre fedelmente nei propri pezzi non solo la propria, ma la vita di ogni ascoltatore. Ancora chapeaux al nostro Duccio nazionale per confermarsi uno showman di tutto rispetto e dall'eccezionale valore poetico.
Foto a cura di Nicola Lorusso.
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