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"Devagar" il primo album di Elito ci ricorda che c'è un equilibrio lento tra felicità e tristezza - Intervista

Immagine del redattore: Luca BoccadoroLuca Boccadoro

Samuel Guillermo Meléndez Zepeda, in arte Elito, non è solo un polistrumentista che fonde italiano e spagnolo all'interno delle sue canzoni, ma anche un cantautore che sa rappresentare momenti precisi e intensi di un vissuto quotidiano che non è solo personale, ma anche condivisibile.


Messicano di nascita e italiano d'adozione, dopo vari pellegrinaggi (da Tijuana a Saragozza, arrivando poi a Pavia per amore), Elito ha assorbito molto da culture differenti, per poi canalizzare una creatività smisurata all'interno delle sue canzoni, in particolare nel suo primo album "Devagar", uscito lo scorso 29 novembre. Il progetto è anche frutto della vittoria del bando SIAE "Per chi crea", una possibilità concreta che da qualche anno permette agli artisti emergenti più meritevoli di poter ricevere finanziamenti per i propri progetti musicali.


"Devagar" è una parola portoghese che significa "Lentamente", e parla della ricerca, da parte di Elito, di un bilanciamento tra la lentezza dello scorrere dei periodi tristi, con la velocità dello scorrere di quelli felici. Lui vive e combatte insieme a noi che, come lui, ci arrabbiamo per questo squilibrio ingiusto. Ascoltando il suo progetto conoscerete varie storie d'amore e disamore, dai primi incontri felici fino alla sofferenza di un cuore spezzato. Il timbro e lo stile del giovane cantautore, intriso di indie-pop internazionale e suoni latini spagnoleggianti, riesce ad essere rilassante e malinconico allo stesso tempo. Si tratta di un ascolto molto intenso, ma allo stesso tempo leggero.


Prendetevi un po' di tempo e ascoltate l'album, leggendo anche l'intervista. E mi raccomando, fatelo "Devagar", ne vale la pena.



Ciao Elito, come nasce la tua passione per la musica e quali sono i tuoi riferimenti musicali?

La passione per la musica è nata sicuramente in casa mia, dove la mia famiglia è stata sempre appassionata di musica. Poi a 13, 14 anni ho preso in mano una chitarra ed ho iniziato a suonare. La musica all’inizio per me è stata un modo per rompere le scatole a mio fratello, provando a scrivere da subito qualcosa di mio.


Hai viaggiato tanto durante la tua vita, da Tijuana a Saragozza, arrivando poi a Pavia, per “colpa” di una donna. Quanto è importante per la tua musica viaggiare e scoprire posti nuovi?

Credo sia fondamentale cambiare aria, per poter provare cose nuove. Non so come sarebbe andata se fossi rimasto in Messico. Magari avrei continuato a fare musica, anche se non in italiano!


“Devagar” è il tuo primo album, ed è nato grazie al sostegno del bando “Per chi crea” di SIAE. Di cosa parla e come mai questo titolo?

Per l’album ho scelto una parola in portoghese, questo perché tra i vari viaggi che ho fatto, quello in Brasile mi è rimasto particolarmente impresso. Durante quel periodo ho conosciuto la parola “Devagar”, che mi aveva incuriosito. Così l’ho tenuta da parte, ed una volta iniziato a lavorare all’album, ho deciso di utilizzarla come nome perché credo racchiuda il concept di questo lavoro. “Devagar” vuol dire “lentamente”, e io la associo ad una percezione che tutti noi abbiamo del tempo, che durante qualcosa di bello scorre velocemente, mentre durante periodi più difficili, purtroppo scorre lentamente. La nostra continua ricerca di un bilanciamento tra queste due diverse percezioni che abbiamo, secondo me racchiude il senso dell’album.


All’interno delle tue canzoni mescoli italiano e spagnolo, c’è una parola in italiano e una parola in spagnolo, a cui sei legato in maniera particolare?

In italiano la parola “ormai” mi ha sempre affascinato, perché in spagnolo è difficile da rendere e spiegare. Mentre in spagnolo ora non mi viene in mente, anche perché, nonostante sia da 7 anni in Italia, mi capita ancora di sbagliare qualche parola semplice. Questo perché italiano e spagnolo sono due lingue molto simili.


Parliamo di “Fantasmeado”, uno dei singoli estratti dall’album. Di cosa parla?

In questa canzone parlo di quando sono stato “ghostato” da una ragazza. La cosa divertente è che mi è successo per due volte di fila con la stessa ragazza, quindi ho deciso di scriverci una canzone.

 

Nel videoclip musicale di "Fantasmeado" ci sei tu che segui questa ragazza. In amore sei deciso quando sei innamorato, oppure sei più introverso?

Credo che, nel momento in cui sono preso, non mi limito nella relazione, soprattutto quando l’amore è corrisposto. Ma in generale sono una persona abbastanza timida. Per esempio, se incontro una ragazza al bar, è difficile che provi ad approcciarla.


Una delle mie canzoni preferite è “hable con mi ex”, che all’interno ha anche una voce femminile. È interessante perchè sembra mettere in scena un dialogo tra te e lei, che potrebbe rappresentare la tua ex fidanzata. Ci sono andato vicino?

Sono contento ti sia piaciuta! Per questo pezzo ho collaborato insieme a Lilly Yan, e l’abbiamo fatto da remoto. Lei ha una voce pazzesca e sono molto contento abbia accettato il mio invito. Il pezzo è nato da una mia esperienza personale in cui frequentavo una ragazza che, ad un certo punto, ha deciso di ritornare con il suo ex. Di conseguenza ne canto in maniera ironica all’interno del pezzo, calandomi nei panni della vittima. La cosa interessante è che Lilly nel ritornello parla della sua prospettiva, dicendo come stanno le cose secondo lei.


Nella copertina dell’album si vede una parete con una tua foto affissa, qual è il significato?

Io e il mio team volevamo che nella copertina fosse presente anche il mio volto, essendo il mio primo album. D’altro canto, abbiamo inserito anche altri elementi per non rendere il mio volto troppo predominante rispetto al concept del progetto.


Molto bella è anche “pijamada”, che ho trovato significare “pigiama party”. Sei un tipo festaiolo?

In questo pezzo immaginavo una domenica in cui ti svegli accanto una persona che ti piace, e sei super contento. Perciò ho immaginato un pigiama party, ma senza pigiama! Devo dirti la verità però, non sono un tipo molto festaiolo.


Su Youtube hai creato un format particolare, dove canti dei brani che sono stati importanti per te. com’è nata questa idea?

Si chiamano “Fridge Sessions”, e sono nate grazie al lavoro con il mio team. Avevo la necessità di cantare le canzoni che hanno ispirato la mia musica. Abbiamo iniziato a registrarle a casa del mio produttore davanti ad un frigo, e da lì è nata l’idea del nome. Poi ho dovuto comprare un piccolo frigo anche io per poter continuare a registrare il format!


Vedo sempre che la tua pagina instagram è molto curata. Lo fai tu personalmente? Quanto è importante la parte “visual” per la tua carriera artistica?

Si, posto io i contenuti che puoi vedere sul mio profilo. Per quanto riguarda alcune immagini e video più “professionali”, mi sono affidato a “Cemento Studio”, loro sono pazzeschi. Poi quando vedi dei contenuti più disordinati, quello sono sicuramente io! Per me questa dimensione è molto importante all’interno della musica che faccio, sono contento tu te ne sia accorto.


Concerti? Dove potremo venire ad ascoltare “Devagar”?

Molto presto! Stiamo organizzando molte cose interessanti. Andate a controllare il mio profilo nei prossimi mesi!



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