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Immagine del redattoreAndrea Gattuso

"Don't Panic": l'ultima fermata di Tedua prima de "LA DIVINA COMMEDIA"

“DON’T PANIC” di Tedua segna il tanto atteso ritorno sulle scene del rapper genovese, dopo un anno di ritardo causato dalla pandemia dove egli stesso aveva deciso di rimandare l’uscita dell’album ufficiale concentrandosi sui mixtape "VITA VERA".



Lo stesso Chris Nolan, produttore di fiducia e da sempre braccio destro di Mario (vero nome del cantante), dai suoi profili social aveva annunciato, a Dicembre 2020, che si sarebbero presi ancora una piccola pausa, ma che la svolta sarebbe arrivata da lì a poco, tenendo quindi i loro fan col fiato sospeso.


Dopo la misteriosa comparsa sulle piattaforme streaming e la conferma, è arrivato in questi giorni la versione video della release, condivisa via social e caricata su YouTube. «Un mash-up di strofe, troppo forti per restare nel computer e troppo freestyle per finire nell’album», l’ha definito lo stesso Tedua. Un progetto da lui molto sentito, che segna quindi l’arrivo del suo lavoro più atteso e faticato, ovvero “Divina Commedia” (con un rimando al capolavoro di Dante Alighieri, soprattutto nelle tematiche) durante i prossimi mesi.



Sette tracce per circa un quarto d’ora di musica, in cui il rapper, icona dello stile drill in Italia, dimostra ancora una volta tutta la sua abilità di scrittura e improvvisazione freestyle, oltre che le inedite doti di direzione artistica. Questo genere, nato a Chicago agli inizi degli anni ’10 e caratterizzato da testi crudi e basi trap, giunge pochi anni dopo anche nel nostro paese, nello specifico in Liguria (da cui il nome Drilliguria). Il genere prende forma in un dialogo tra la tradizione della scuola cantautorale genovese e il disagio della vita di periferia portato da oltreoceano.


I sette brani freestyle contenuti in “Don’t Panic” hanno la durata di circa due minuti ciascuno e l’obiettivo di regalare all’ascoltatore un’esperienza breve, ma forte, nell’immaginario di Tedua. L’intero progetto artistico, che è stato eccezionalmente curato dal rapper, viene da lui stesso definito come “Un viaggio verso le porte dell’inferno”.


Mentre i primi pezzi sono contornati da un immaginario dantesco, in una città distrutta dalle fiamme, con il proseguire delle tracce si arriva “nell’oscurità e nella calma apparente della notte e di un museo tanto maestoso quanto vuoto, simbolo di una società fatta solo di apparenze”, ha raccontato il cantante nel comunicato stampa diramato negli ultimi giorni.


L’inferno descritto da Tedua appare quindi con una connotazione sempre più moderna e futuristica, a voler rappresentare appieno la società moderna e le problematiche che essa si porta con sè.


In un crescendo di intensità, gli ultimi due freestyle vedono Tedua all’entrata dell’Inferno, rappresentato come un luna park in disuso, e all’interno della Selva Oscura decantata da Dante, circondato dalle mitologiche fiere. Tedua è finalmente pronto a intraprendere il lungo viaggio nei tre mondi dell’oltretomba confermando il suo ruolo apicale nella scena drill italiana.



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