Cosa succederebbe e come sarebbe se dopo i nostri trent’anni suonati ritornassimo giovani di nuovo?
È questa la domanda che la parte illusa di me stessa prontamente pone al custode del limbo delle mie fantasticherie dopo il silenzio che arriva alla fine dei 2.24 minuti della traccia “saremo giovani”, il nuovo singolo del cantautore Bianco che per questa pubblicazione, subito successiva al featuring con il collega Dente in “morsa”, decide di unirsi ai colori sonori dei Selton, in una collaborazione da cui esce fuori una mezcla linguistica tra italiano e portoghese nella quale le radici brasiliane dei Selton si ricongiungono con i lontani natali lisbonesi di Bianco.
E allora il custode risponde.
Potrebbe succedere che quel lato di colore verde rinchiuso in ciascuno di noi continui a vivere allo stesso identico modo ma solo se saremo in grado di mantenere intatte le sue caratteristiche. Certo, avremo consapevolezze diverse ma sarebbe decisamente molto meglio perché saremo ancora giovani ma giovani esperti e non avremo più così tanta paura, quella magari di non riuscircela a fare, perché nel frattempo ce l’abbiamo già fatta. Non arenarsi ai cambiamenti, alle botte della vita e al tempo che avanza veloce non è solamente una fantasticheria ma è qualcosa di possibile. Invecchiare è solo una condizione che può essere circoscritta ai dati anagrafici o alle rughe che prima o poi solcheranno il nostro viso ma non di certo ascrivibile alla mente e allo spirito. Questi ultimi come dei campi da arare, se ben coltivati potranno non divenire mai aridi e mantenere per sempre vivo quel lato verde in noi. Per rendere l'idea in altri termini, citando una filosofia di Luciano De Crescenzo, potrei dire che saremo giovani un giorno solo se riusciremo a vivere il tempo in larghezza e non in lunghezza.
“Il tempo è un’emozione ed è una grandezza bidimensionale, nel senso che lo puoi vivere in due direzioni diverse: in lunghezza o in larghezza. Se lo vivi in lunghezza, in modo monotono e sempre uguale, dopo sessant’anni avrai sessant'anni. Se invece lo vivi in larghezza, con alti e bassi, innamorandoti e magari facendo pure qualche sciocchezza, dopo sessant’anni avrai solo trent’anni” (L. De Crescenzo dal film 32 Dicembre) Ed ecco che il significato del nuovo singolo del cantautore torinese, ormai non più adolescente, si rende palese. Bianco insieme al trio Selton ha provato a raccontate i pensieri di un giovane adulto che vede il tempo corrergli affianco come un treno veloce che non fa fermate e che non aspetta nessuno, finché tornerà il giorno in cui sarà di nuovo giovane. E lo racconta con intento scaramantico, facendo il verso ad un ritornello energico e liberatorio che evoca il giorno più triste dell’anno, quasi come se volesse esorcizzare la tristezza di questo difficile periodo da cui tutti speriamo presto di svincolarci. Non a caso “saremo giovani”, esce in occasione del “Blue Monday” 2021, convenzionalmente individuato come il giorno più triste dell’anno, nell’anno che sembra il più triste di sempre. Il brano presenta un testo ed un background sound tutt’altro che tristi, apparentemente sembra qualcosa di contrapposto alla tristezza ma in realtà, Bianco afferma: "pur sembrando ironico, nasconde pensieri pesanti che non saprei spiegare se non cantandoli”.
Mi sembra di capire che “saremo giovani”, non è altro che un incoraggiamento a combattere la pesantezza degli anni con briosità e con più leggerezza, senza farsi troppo influenzare dagli eventi o dai pensieri tristi, cosicché tra altri venti, trenta, quarant’anni saremo giovani ancora. E quindi il custode mi chiede.
Come ti vedi tra altri trent’anni? Giovane. Mi vedo giovane!
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