Eccoci con il commento onesto della terza serata di Sanremo, quella dei duetti (o duelli?). I 26 artisti in gara propongono cover di vario genere, da Lucio Dalla a Jovanotti, accompagnati da ospiti speciali.
Dopo il solito siparietto meta-comico, aprono la puntata i Negramaro con un omaggio a Dalla e sembra che si stiano impegnando a rovinarla ma purtroppo per loro le parole di Lucio sono immense e nessuno potrà mai scalfirle.
Sono le 21.10 e la gara inizia. Le 26 cover in gara saranno votate direttamente dall'orchestra di Sanremo.
Primi ad esibirsi sono Noemi e Neffa con “Prima di andare via” ma già dalla scalinata rimango un po' stupita. C'è dell'imbarazzo, Neffa riesce benissimo nel compito di rovinare la voce di Noemi. Complimenti alla coppia meno ben coesa della serata.
Arrivano poi sul palco Fulminacci alla batteria, insieme a un poliedrico Roy Paci e al comico-cantante-intrattenitore-artista Valerio Lundini (si, quello della pezza). Insieme ci danno speranza e carica con una personale rivisitazione di "Penso Positivo" di Jovanotti, canzone che ascolto sempre prima di ogni esame. Anche Jova ne rimane piacevolmente sorpreso. Valerio Lundini riscrive il bridge della canzone aggiungendogli la sua, non so se si può dire in prima serata, sagace ironia. Filippo finisce il brano con “la pandemia” anziché “la fantasia” e ci strappa una risata agrodolce (ma anche bei punti al fantasanremo, grazie). Vorrei lanciare una petizione per lasciare la conduzione a Lundini al posto di Ibra. Qui il loro commento alla performance:
Francesco Renga duetta su “Una ragione in più” con Casadilego, vincitrice dell'ultima edizione di X Factor che ha una voce potentissima e, nel pezzo in cui canta da sola, fa sfigurare il concorrente del festival. Peccato che poi tornino a cantare insieme e lui la sovrasti vocalmente con il suo sorriso non nuovo ma lavato con Perlana.
Salgono sul palco con un medley gli Extraliscio e Davide Toffolo e ci ritroviamo in una sorta di festa dell'Unità: aprite le balere amici, hanno vinto tutto loro. C'è festa, c'è partecipazione, c'è quella spensieratezza che ci manca e che ci fa bene vedere anche solo in tv. Grazie ai mitici Extraliscio, a mio parere la vera scoperta del festival.
Al povero Fasma - che duetta con Nesli - smette di funzionare il microfono e Amadeus è costretto ad entrare sul palco e interrompere il brano per risolvere il problema. Passata la pubblicità i due rapper ci regalano un’emozionante versione di “La fine", che nonostante sia uscita nel 2009 non è invecchiata di un giorno. Qualche problemino tecnico può capitare, ma non dev'essere stato facile per i due, d'altronde il palco dell'Ariston mette già molte pressioni di suo.
Bugo in cosplay del Gabibbo canta in coppia coi Pinguini Tattici Nucleari: mentre bene o male i PTN se la cavano Bugo arranca e non convince pienamente la loro versione di “Un’avventura”, anche se l'inizio in stile Coldplay davvero niente male.
Durante la loro esibizione Francesca Michelin e Fedez si sono divertiti e si è visto tanto. Propongono un medley che va da "Del Verde" di Calcutta a "Felicità" diventando i nuovi Romina e Albano versione moderna. A me è bastato questo in realtà. Menzione d’onore: Francesca che regala i fiori a Federico, così come anche altre artiste hanno fatto nel corso della serata. Basta con questi finti gesti a "favore delle donne" che in realtà aumentano ancora di più la disparità di genere. Belli i fiori, ma così è proprio una forzatura. (L'8 marzo si avvicina e io sono già col piede di guerra, si sente per caso?)
Irama porta "Cyrano" di Francesco Guccini e ok, senza la r moscia non è la stessa cosa, ok che è registrata ma la giuria demoscopica della mia famiglia decreta che a tratti manca il pathos. Peccato, sarà per la prossima esibiz…ah no.
"Amandoti" dei CCCP è una delle mie "comfort song" da quando la portò Noemi a X Factor nel 2009 per cui parto prevenuta, fortunatamente la voce di Damiano le rende giustizia, gli altri Maneskin picchiano come se dovessero distruggere il palco dell'Ariston e Manuel Agnelli suona come se fosse parte della banda. Convincono a pieno, che grande carica.
Random duetta sulla “Ragazzo fortunato” di Jovanotti coi The Kolors che io avevo riposto nel dimenticatoio della mia mente. Purtroppo non ballare o canticchiarla è impossibile, ma tutto merito di Jova di certo non loro.
"Giudizi Universali" è un capolavoro della musica italiana e Willie Peyote insieme a Samuele Bersani, padre di questo brano, lo rendono ancora più emozionante. Se non ho pianto ora, non piango più fino a fine festival. Promesso. Lo devo però alla parte di Bersani, infatti Willie gli lascia fin troppo spazio per essere un duetto.
Orietta Berti vero animale da Sanremo, quello dell’era classica. A centro palco in rosso trascina Le Deva vestite in bianco con una potenza che solo una signora che se ne frega del coprifuoco in pandemia mondiale può avere. Quanti punti fantasanremo sono Orietta che ringrazia l’orchestra e il maestro?
Alle undici compare Ibra. Non ha ancora detto niente e sto già ridendo. L’anno prossimo possiamo far condurre a lui? Almeno il festival finisce presto e ce ne andiamo a dormire soddisfatti. Davvero mi chiedo quale sia il suo apporto al festival. Qualcuno ride ai siparietti tra Ibra e Amadeus? Perchè mi sembra di guardare una puntata di "Quelli che il calcio"? Anche basta con questa continua infiltrazione all'italiana del calcio in qualsiasi cosa passi in tv.
Momento karaoke con Gio Evan che porta “Gli Anni” degli 883 accompagnato dai vincitori di The Voice Senior che palesemente gli anni di cui cantava Pezzali li hanno vissuti. La performance però non riesco a seguirla con attenzione e anche oggi do la colpa ai bermuda.
Ghemon canta con i Neri Per Caso e finalmente lo vedo più sciolto. Cantano un medley di canzoni sulle donne ed è proprio bellina la cosa. Se canta così anche le prossime sere magari sale in classifica.
Sinisa Mihajlovic convince in una gag assolutamente non preparata Zlatan a cantare. Io vi assicuro che Ibra che canta ha la tenerezza di un bambino dello Zecchino D’Oro. Alto dodici metri, ma avete capito. Però basta, davvero basta.
La Rappresentante Di Lista rapisce da una casa di riposo Donatella Rettore per cantare “Splendido Splendente”. Sono un insieme infinito di cose sul palco ma inverosimilmente stanno bene insieme. Veronica una delle voci migliori di questo Sanremo e la Rettore è iconica. Qui una loro successiva interessante intervista per Radio2:
Arisa e Michele Bravi portano in scena “Quando” di Pino Daniele e come scenografia reggono un fiore bianco in mano per l’intero brano. La canzone però è sentita, soprattutto da Michele che torna a cantare dopo tre anni a seguito della pubblicazione del suo nuovo disco.
Achille Lauro stasera porta sul palco di Sanremo un nuovo genere musicale: il pop, “il genere più controverso” scrive sui social. Canta “Penelope” vestito da statua greca insieme a Emma Marrone. Si può non essere fan della cantante ma è stata veramente brava a valorizzare la canzone di Lauro che si conclude con lui che scende dal podio per lasciare il posto alla Marrone. Bello, delicato, iconico anche stasera.
Madame vestita da professoressa porta la prima canzone rap della storia: "priseincolinescionaciusol", e finalmente scopriamo dove sono finiti i tanti criticati banchi con le rotelle. Per il resto bellina l’introduzione, in qualche minuto di esibizione porta tematiche sociali importanti su un palco importante. 19 anni e più spessore artistico di tanti altri "big" delle varie edizioni del festival.
Lo Stato Sociale stasera mette in campo Carota e questo significa fazzoletti a portata di mano. Insieme a Francesco Pannofino, Emanuela Fanelli e i lavoratori del mondo dello spettacolo portano in prima serata la questione dei live club chiusi e dimenticati dalle istituzioni, dei cinema che trasmettono film a porte chiuse, citano il fondatore del The Cage secondo cui le città senza i club sono più buie. Se vi siete sentiti un po’ più vuoti, non siete soli.
Portano avanti la campagna del "L'ultimo Concerto?" e #lamusicachegira, ma anche quella dei Bauli in piazza e di tutte le piccole manifestazioni che ci sono state in questi mesi a favore dei lavoratori del mondo dello spettacolo. Lo dico? Ma certo che lo dico: davvero non riesco a capire come l'orchestra, che fa parte di questo mondo, non abbia apprezzato il gesto più forte portato finora in questo Sanremo per una causa così giusta e che coinvolge (o dovrebbe, cosa mi illudo a fare) tutti quelli che guardano Sanremo con cognizione di causa. Quest'anno non è solo il festival della canzone italiana, ma è anche un gesto simbolico di ripartenza per questo mondo. Senza l'arte, sempre bene ricordarcelo, saremmo delle piccole formichine vaganti in un mondo di idee vuote. Non capisco inoltre come la Rai invece di mandare questo messaggio in eurovisione ad ogni ora del giorno lo passi all'una di notte. Ma questi forse sono meccanismi che non capisco o non voglio capire. Ad ogni modo grazie a Lo Stato Sociale per il messaggio portato, e l'interpretazione da brividi.
Non ci siamo ancora ripresi che Annalisa si presenta sul palco accompagnata da Federico “Capitan Fede” Poggipollini (storico chitarrista di Ligabue). La voce della cantante e la chitarra elettrica suonano bene insieme su "La musica è finita" ma sono ancora ferma al pezzo dei ragazzi targati Garrincha che non me lo godo del tutto. Perdonami tu e perdonatemi tutti.
Portare Tenco sul palco di Sanremo è un rischio, sempre. Gaia ci prova e ci lascia senza parole perché con Lous And The Yakuza ne esce un versione di “Mi sono innamorato di te” molto bella in cui si alterna l’italiano al francese. Da brividi, ma quelli buoni.
Altri brividi ce li regalano Colapesce e Dimartino che all’una e dieci portano “Povera Patria” di Battiato. Delicatissimi. E la voce di Battiato alla fine toglie il fiato. Interpretazione riuscitissima.
I Coma_Cose si presentano in pantaloni e giacca di jeans. Ma non è come sono vestiti che ci interessa, ci interessa come interpretano “Il Mio Canto Libero” in un climax musicale che parte silenzioso per poi scoppiare. Sono bravi Cali e Fausto, sono bravi davvero, nonostante qualche momento di incertezza vocale che si è fatto sentire. Di certo non la loro migliore esibizione, ma comunque decisamente non da ultima posizione.
Vestita di tutti i nastri delle audiocassette che abbiamo buttato negli anni, Malika Ayane sfoggia la sua potenza vocale in “Insieme a te non ci sto più” ma non al massimo. Peccato vero perché poteva svegliarci tutti con un solo acuto.
Chiunque abbia fatto la scaletta deve essere un sadico perché le canzoni più lente sono tutte sul finale e i poveri spettatori stremati non possono apprezzare a dovere le esibizioni. “Del mondo” di Max Gazzè con Daniele Silvestri è l’esempio assoluto. Domani dopo un paio di caffè la rivedo e so per certo che l’apprezzerò ma ora non riesco a stare concentrata.
Vi regalo un’opinione impopolare: non trovo sensato che un artista non napoletano porti un brano in dialetto. Non per cattiveria ma non bastava l’ora tarda, ci voleva anche Ermal Meta che cantava "Caruso" rovinandola. Per me poteva anche stare a casa. Voce bellissima ed emozionante quella di Ermal, ma manca qualcosa. Scelta troppo facile portare un brano così di Lucio Dalla il 4 marzo. Ma ovviamente questo cerca l'ascoltatore medio e infatti...
Concludiamo con Aiello che canta “Gianna” come se fosse una hit latino americana che dura il tempo di un’estate, con tanto di sguardo ammiccante. Vorrei alzarmi e urlargli contro ma mi ricordo che sono a casa e che sveglierei il palazzo e Aiello non mi sentirebbe. Vegas Jones non migliora la situazione. Quasi non mi pento più di aver gioito ieri sera del suo ultimo posto.
La classifica dell'orchestra è quindi la seguente:
1. Ermal Meta
2. Orietta Berti
3. Extraliscio feat. Davide Toffolo
4. Willie Peyote
5. Arisa
6. Maneskin
7. Annalisa
8. Max Gazzè
9. La Rappresentante di Lista
10. Ghemon
11. Lo Stato Sociale
12. Gaia
13. Irama
14. Colapesce e Dimartino
15. Fulminacci
16. Malika Ayane
17. Noemi
18. Madame
19. Francesco Renga
20. Fasma
21. Francesca Michielin e Fedez
22. Aiello
23. Bugo
24. Gio Evan
25. Random
26. Coma_Cose
Con sconforto vi lascio la top ten attuale:
1. Ermal Meta
2. Annalisa
3. Willie Peyote
4. Arisa
5. Irama
6. Lo Stato Sociale
7. Malika Ayane
8. Extraliscio con Davide Toffolo
9. Orietta Berti
10. Maneskin
Ci vediamo questa sera, stesso posto, stessa ora. Preparate il caffè che andiamo a dormire ad un'ora decente domani (ci speriamo sempre).
Commento onesto a cura di Martina Strada e Michela Ginestri.
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