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Cronache di Sanremo 2022: il meglio e il peggio della prima serata - Classifica

Cronaca a cura di Martina Strada e Federica Viola


Anche quest'anno, tra un vaccino e l'altro, siamo arrivati ai 5 giorni più attesi dell'anno, la settimana con il tasso di privazione di ore di sonno più alto mai registrato: ricomincia Sanremo. “Soffrirai ma poi ne sarai felice” diceva Ron Weasley a Harry Potter e noi sappiamo che andrà esattamente così, consci del fatto che sarà dura ma che saremo così felici di andare a dormire alla fine di ogni puntata che anche anche le gag di Fiorello sembreranno meno cringe di quanto effettivamente siano.


Dodici cantanti stasera e tredici domani sera”: Amadeus inizia il festival con una minaccia ma a noi non interessa molto dato che la nostra attenzione è subito catturata dal primo ad esibirsi in gara: Achille Lauro.

Porta sul palco "Domenica" una "Rolls Royce 2.0" con l’Harlem Gospel Choir, che fa davvero la differenza per il brano. I bonus (e malus) in termini di Fantasanremo non mancano ma che dire: non delude, ma entusiasma il giusto.


Finale con i fiocchi, l' "auto-benedizione" sul palco: blasfemo in prima serata su Rai1. Non un gesto innovativo ma Achille resta sempre un bravo distruttore di boomers e mentalità chiuse.


21.06 e viene presentata la co-conduttrice della serata, Ornella Muti, che ci presenta Yuman, anima soul proveniente dalle nuove proposte con la sua "Ora e qui". Una canzone particolarmente sanremese che al primo ascolto ci lascia un po’ nel dubbio, ma aspettiamo di ascoltarla in cuffia per capirne il potenziale.


Noemi ci propone una classica canzone alla Noemi, ma con ancora meno mordente dello scorso anno: "Ti amo non lo so dire". La strumentale, così come il ritornello, restano però piacevolmente in mente. Bravo Mahmood che pur di vincere qualcosa scrive le canzoni anche agli altri.


Pausa pubblicità e si ritorna in scena con Gianni Morandi e "Apri tutte le porte", canzone ancora una volta scritta da Jovanotti e si sente, carica e spensierata solo come lui sa fare e inconsapevolmente la stiamo già canticchiando, assurdo. Gran finale con l’urlo FANTASANREMO che ricorda un famosissimo “AAAAA” di Al Bano. Il gruppo pentiti di non avere Gianni in squadra è in fondo a destra.


Gianni non ci abbandonare, non lasciare spazio al “Mattarella dell’intrattenimento” (no, purtroppo non è una battuta, citiamo per direttissima Amadeus): Fiorello è tra noi, un po’ Matrix un po’ Blanco durante il green carpet di ieri e noi comunque con la stessa voglia di Ciuri di averlo sul palco: zero.

Dell’interminabile tempo che Fiorello passa sul palco, gli unici momenti in cui ridiamo sono quando cita i Jalisse e fa un dissing ai no-vax. Per il resto il cringe è servito, basti pensare al bacio in diretta tra il direttore Rai e Amadeus con le mascherine. Non siamo mai state così felici di vedere la pubblicità. M A I.


Sono le 22.00 e annunciano La Rappresentante Di Lista che ci blessano con un outfit pazzesco e un basso slappato che ci buttano giù dalla sedia per vibrare. Chiediamo per un* amic*: anche voi siete già pronti a cantare “Ciao Ciao” con balletto annesso per il resto dei vostri giorni?



Proseguiamo con Michele Bravi: testo delicato e profondo quello di "Inverno dei fiori", di contrasto alla beffarda uscita di scena: un augurio di buon Fantasanremo e +50 punti di "Papalina" a tutti. Tempo 3 minuti e Michele ci regala già la metà dei bonus del fantasanremo. Bravo, regalaci gioie anche nelle prossime serate.

Al “siete pronti a ballare il rock?” ho sentito il potere dei boomer alzarsi (ma mia nonna, che il rock lo ballava, e mio nonno che ascolta punk, li ho sentiti dire parolacce da casa loro). Però bellina la gag dell’andare a prendere i Maneskin all’hotel gol golf kart nonostante Damiano necessitasse un travel-gum e Victoria era terrorizzata come una madre in macchina con il figlio neopatentato. "Zitti e buoni" va in scena e noi zitti a guardarci Damiano.


Si torna alla competizione con Massimo Ranieri e la sua "Lettera al di là del mare": 70 anni e una voce ancora incredibilmente assurda. Classico intramontabile, ma la palpebra cala. Però hey, è Massimo Ranieri, chapeau.


Arriva il momento "Brividi" di Mahmood - Blanco, con il secondo che entra perdendo il mantello per colpa di Ama. La canzone ancora non è iniziata e c'è chi è già in lacrime ad applaudire mentre Blanco che fa linguacce al pubblico. Il fatto che cantino l'uno la parte dell’altro anche quando lontani dal microfono ci dà proprio l’idea di una coppia unita. Magari non vincono il Festivàl ma la sintonia tra i due c'è e con l'abbraccio finale hanno vinto il nostro cuore.



Non meritavamo di nuovo Fiorello e i suoi aneddoti, ma ognuno di noi merita un Matteo Berrettini nella propria vita. Bello e bravo, ma Amadeus ricade nel tranello di parlare di fidanzate.


Proseguiamo con Ana Mena: la canzone deve sicuramente essere più bella dopo il quarantaduesimo ascolto ma al momento l’unica cosa che si salva è…ehm, facciamo che come ci viene in mente, ve lo diciamo perchè per ora "Duecentomila ore" è un pezzo neomelodico già sentito e senza alcun tipo di fantasia.



È il turno di Rkomi, Amadeus ci pensa un attimo ma riesce anche a pronunciarlo bene evitando malus del fantasanremo per il nome sbagliato.

La base di "Insuperabile" ci riporta all’edizione scorsa con i Maneskin, ma prosegue in perfetto stile “Taxi Driver”. Il cattivo ragazzo è tornato, e il premio di pezzo più trasmesso in radio probabilmente sarà suo. Menzione d’onore per il suo cosplay di Gambit misto Winter Soldier.


Tornano sul palco i Maneskin con “Coraline”, possono vincere di nuovo con questa canzone? Assolutamente sì. Momento intimo tra Amadeus e il gruppo che arriva alla commozione.


Segue Dargen D’Amico che presenta la sua "Dove si balla" che subito ci sveglia, anche perchè si è fatta una certa. Un brano particolare, in stile Dargen, che abbandona un pochino le sue rime taglienti per far spazio ad un mood particolarmente allegro e di rinascita, antidoto del periodo storico in corso. Ci piace e ci convince sin dal primo ascolto, un buon mix tra cantautorato e sanremo, in più vestito di rosa pastello come fosse l'anello mancante di Colapesce-Dimartino.



Orietta Berti e Fabio Rovazzi in collegamento ci annunciano “Musica Leggerissima” segnando la "fine prima parte" della serata, ed ecco Colapesce e Di Martino con il tormentone del 2021.


Dopo un breve stacco (che ci è parso lunghissimo) con l’attore Claudio Gioè, arriviamo all’ultima artista in gara per oggi: Giusy Ferreri, che ci sorprende con "Miele", un brano particolarmente "alla Mannarino", presentandosi con un megafono. Stupisce ma non colpisce la donna che si fa viva solo per tormentoni e Sanremo.


All’alba di mezzanotte Amadeus annuncia i Meduza: è un dj set o una cattiveria a quest'ora?

Non lo sappiamo, ma questa prima sera ci sta già mettendo alla prova.

Amadeus continua a trovare la carriera di postino più appetibile di quella da direttore artistico del Festival, ed è pronto nuovamente ad accogliere all’ingresso Raul Bova nei panni di: don Massimo. Non riteniamo opportuno continuare oltre.

Se piantassimo un albero ogni volta che ci siamo chiesti “perchè?” questa sera, ora avremmo almeno mezza Italia ricoperta da boschi, cara Ornella.


Momento polemica: mettere la commemorazione per Franco Battiato alle 00:41 è a tratti irrispettoso verso chi ha fatto moltissimo per la musica italiana e viene ridotto ad un siparietto tappabuchi. E intervallarlo ai momenti meta-comici di Fiorello è anche peggio.


00:57: Amadeus ci risveglia con la frase “tra un po’ avremo la classifica”... COSA VUOL DIRE TRA UN PO’? Ma eccoci eccezionalmente all'1.10 circa si conclude per la prima volta dopo 3 anni una puntata di Sanremo in anticipo.


Segue la classifica parziale con i voti della stampa:


1) Mahmood e Blanco – Brividi

2) La rappresentante di lista – Ciao Ciao

3) Dargen D'Amico – Dove si balla

4) Gianni Morandi – Apri tutte le porte

5) Massimo Ranieri – Lettera di là dal mare

6) Noemi – Ti amo non lo so dire

7) Michele Bravi – Inverno dei fiori

8) Rkomi – Insuperabile

9) Achille Lauro – Domenica

10) Giusy Ferreri – Miele

11) Yuman – Ora e qui

12) Ana Mena – Duecentomila ore


Così vi salutiamo e vi diamo appuntamento a domani, con il riassuntone onesto della seconda serata di questo festival che tutto sommato non ci sembra essere partito così male, "Ciao Ciao"!

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