Cronaca a cura di Martina Strada e Michela Ginestri
Quinta e ultima serata di Sanremo: come il vaso dell’Amaro Montenegro (che purtroppo non ci sponsorizza la serata) sembrava dura ma ce l’abbiamo fatta. È la finale quindi siamo carich* tutt* nonostante la stanchezza accumulata si faccia sentire, pronti a scoprire chi sarà il vincitore della settantaduesima edizione del festival.
Partiamo patriottici con la banda della guardia di finanza che suona l’Inno di Mameli dentro ad un Ariston che quasi non si stava alzando. A casa mia riecheggia, in dialetto, un “cumincium ben”. Amadeus ci informa che stasera la classifica sarà definita dal solo televoto. Speriamo bene.
Alle 21.02 inizia Matteo Romano con la sua “Virale” che al terzo ascolto sanremese ci suona più orecchiabile e ci ritroviamo a canticchiarla. Matteo definisce pazzesca l’esperienza al Festivàl con anche un filo di commozione. Cuore tenerino che sei.
Giusy Ferreri prima di esibirsi saluta la figlia e poi, mano al megafono e inizia a cantare. Il pubblico tiene il tempo durante la canzone e sì, forse -nonostante i meme- l’abbiamo rivalutata.
Rkomi non ce l’ha fa a metter su un outfit che non ci faccia piangere (o memare, a seconda dei casi). La sua “Insuperabile” continua a non convincerci pienamente, ma funziona come il naturale prosieguo dell’album “Taxi Driver”. Rispetto alle prima esibizione però risulta molto più sciolto sul palco e si sta divertendo davvero.
Co-conduttrice della serata è Sabrina Ferilli, che fa il suo ingresso dalla scalinata e porta con sè una gran dose di romanità contagiosa. Stasera se ripijamo tutto.
Stasera l'IVA è al 4%...nel senso che è la quarta ad esibirsi. ”Voglio amarti” però non ci convince neanche al quarto ascolto, anche se la presenza scenica di IVA le fa guadagnare una standing ovation della platea.
La Ferilli mette il turbo ad Amadeus e siamo già all’esibizione di Aka 7even con “Perfetta così”, decisamente più carica del solito. Momento commozione quando ringrazia i genitori tra il pubblico.
Massimo Ranieri con la sua “Lettere al di là del mare” ci lascia ancora un po’ interdette, nonostante si faccia dell’ironia sul fatto che il compositore sia Fabio Ilacqua e abbia scritto una canzone sul mare. Se non ridete è perchè non siete stanch* quanto noi.
Big up per il momento in cui Ranieri dice “Papalina” ammettendo che sono stati i nipoti a chiedergli di dirlo per guadagnare punti.
Appare una Noemi selvatica vestita letteralmente da specchio o palla da discoteca ma comunque pazzesca. “Ti amo non lo so dire” ha dalla sua un autore come Mahmood che sa usare le parole molto bene e lei ha una voce che potrebbe cantare anche le istruzioni di un mobile dell’Ikea e saprebbe affascinarci. L’intero teatro va a tempo con lei e noi pure.
Ci scende subito la carica appena accumulata appena vediamo scendere dalle scale Fabrizio Moro, che per carità, fa sempre la sua figura ma di “Sei tu” ne avevamo abbastanza da metà del primo ascolto, pensate ora quanto siamo piene.
Che Dargen D’Amico fosse un po’ pieno della situazione politica che non tutela le piccole realtà musicali lo avevamo un filo percepito ma stasera un po’ di più. La tocca piano, pianissimo, un trattore. Viene amichevolmente sgridato da Ama mentre cerca di presentarlo, come il tuo professore preferito che ti riprende bonariamente. Dargen canta e sbanca il Fantasanremo anche oggi nonostante il malus occhiali da sole. Carichissimo, si diverte sul palco e speriamo nella dose biosfera dei Ferragnez per farlo arrivare più alto possibile dove merita. La canzone è un mood e sono ormai quattro giorni che ci fa pensare a Jojo Rabbit e a quando dicono che “le persone libere dovrebbero ballare”.
Segue un anti-monologo della Ferilli, che nello spiegare perchè non avrebbe portato il classico discorso da presentatrice del festival, “ho scelto la strada della leggerezza perchè in tempi così pesanti bisogna saper planare sulle cose con leggerezza, citando Calvino. Lascia ad ognuno il proprio ruolo, si presenta sul palco in quanto Sabrina Ferilli, attrice e conduttrice, perchè ognuno deve mostrare la propria storia, senza però chiudere gli occhi sulle problematiche che ci circondano. Non volendo fa del suo non - discorso un racconto di tutte queste.
Elisa per la finale si veste direttamente da sposa hipster col mantello, una Batgirl in bianco con tanto di anello e tirapugni. La canzone è veramente bella, non ce n’è.
Scende le scale Irama vestito da carcerato. Ma con tutto il bene, cos’è? Perchè il tuo team ce l’ha con te Fil? La canzone però stasera è sentita, anche lui è visibilmente commosso e infatti la sentiamo un pochino più vicina.
Vi informiamo che la redazione sta guardando le Farfalle mangiando pop corn consapevoli del fatto che queste ragazze si arrotolano su loro stesse mentre noi non ci alziamo nemmeno per prendere il telecomando. Ma va tutto bene.
Michele Bravi mezzo mantellato si commuove sul palco durante la sua esibizione e un po’ smuove anche le nostre anime da donne di ghiaccio. Il brano è molto bello e lo sappiamo ma a noi premeva vedere quanti punti avrebbe fatto il cantante che ha fatto del Fantasanremo il suo cavallo di battaglia di questa edizione.
Ot: La pubblicità del “cantante mascherato” è di un cringe stellare.
Direttamente dall’800 La Rappresentante di Lista si presenta sul palco pronti a farci ballare e cantare come se non ci fosse un domani e cerchiamo di essere obiettive ma non è che ce la si fa. Anche il pubblico in sala gna fa e balla e canta. Vincitori morali del festival e del nostro cuore.
La canzone di Emma continua a non arrivare a segno e anche stasera la cosa migliore della sua esibizione è la Michielin che dirige l’orchestra con una faccia seria da morire e una professionalità da fare paura. Daje forte.
Mahmood e Blanco si presentano sul palco con delle “bici di diamanti” e prima che inizino a cantare già voliamo. Il palco è tutto bianco e nero, Mahmood in gonna (evviva il gender fluid), Blanchito Beibe con la camicia fatta con la tenda bella della nonna e la canzone è bella e loro emozionano tanto. Qui rischiano di vincere davvero.
Highsnob e Hu continuano la loro trasformazione nei Coma Cose 2.0 con risultato opinabile. Notiamo di nuovo un rimando lontano a Vasco Brondi che però è inarrivabile quindi bravi ragazzi brano leggermente sottovalutato, ma almeno portateci punti al Fantasanremo ma state nel vostro.
Sentivamo il bisogno di una pubblicità? No. Ma almeno siamo andate in bagno.
Marco Mengoni e Filippo Scotti portano un pezzo sull’odio che prospera sul web e citano la Costituzione Italiana, cosa sconosciuta ai più di questo paese o usata e letta male solo quando fa comodo. Segue l’esibizione de “L’Essenziale” con cui Marco ha vinto nove (NOVE) anni fa il Festivàl.
Si continua con Sangiovanni che regala una sciarpa del Milan ad Ama (per chi non lo sapesse, c’è stato il derby di Milano e i Diavoli hanno vinto, ndr) che non la prende benissimo. La canzone siamo pronte a sentirla cantata anche dalle forchette di casa.
Gianni Morandi sta andando veramente forte con questa canzone che fa cantare nonni, genitori, figli e nipoti e si sente il booster Jovanotti nel brano. Anche lui sappiamo che è a rischio Eurovision. Sicuramente lo vedremo sul podio e un po' questa cosa non ci dispiace, reggere il palco in quel modo non è da tutti.
Il tributo a Lucio Dalla dura pochissimi minuti e anche oggi rendiamo omaggio a chi ha fatto la storia della musica italiana con poco contenuto e in modo quasi frettoloso, tanto non sono mica importanTAAAGLIA.
Donatella Rettore, probabilmente caricata a molla questa sera, si presenta con Ditonellapiaga con tanto di calze leopardate e un paio di shorts che sembrano un pannolone. Si divertono e lo trasmettono. Chichichimica. L’intera redazione di Indievision manda un virtuale abbraccio ad ogni insegnante di chimica del Bel Paese che da lunedì saranno accolti in classe con questa canzone in sottofondo. Vi siamo vicin*.
Rovazzi che canta Gino Paoli in medley con Orietta Berti vestita da bomboniera gigante su una barca non ce lo meritavamo. Gli succede Yuman, che si presenta sul palco in pigiama e il suo brano è bello ma non ce lo ricordiamo più appena finisce. Scusaci.
Achille Lauro (32 Baudi per scendere la scalinata a piedi nudi) si presenta sul palco con un bicchiere da Cosmopolitan, si diverte alla grande. Fa ballare la zia Mara e Giovanna, regala il suo fiore al direttore di Rai1. Può non piacervi e lo posso capire, ma è innegabile come come performer sia imbattibile.
C’è l’omaggio a Raffaella Carrà. Atto dovuto anche nei confronti delle sue canzoni senza tempo con cui ha anche partecipato al festival oltre ad esserne stata anche direttrice artistica.
Vero fun fact: una delle ballerine la conosco bene e sapevo che sarebbe stata una bomba.
Ana Mena almeno stasera si diverte e fa quasi sembrare la canzone migliore. Quasi.
Tananai, l’uomo da seconda serata vietato ad un pubblico sensibile e di minori, arriva direttamente dalla lezione di karate e un cerotto sul naso perchè evidentemente deve averle prese. La canzone è bellina davvero e in redazione c’è chi se la canta alla grande. Peccato per le promesse infrante a chi l'aveva messo capitano nella squadra fantasanremo. Conclude salutando il pubblico dicendo: “Ci vediamo all’Eurovision”. L’ironia salverà il mondo.
Giovanni Truppi si esibisce in canotta e troviamo assurdo sia la cosa più chiacchierata riguardo l'esibizione. Il brano è complesso, il testo è articolato e sicuramente servono ascolti più profondi per capirne la bellezza. Il singolo è il cantautorato per eccellenza ed è sempre un piacere vedere brani del genere su un palco.
Le Vibrazioni appaiono, per ultimi, in un momento di stanchezza generale. Loro carichi, noi decisamente meno. Il brano continua a convincerci a metà ma un po’ come in tutte le performance della serata, si lasciano andare e danno ancora più energia al brano rispetto alle prime serate.
In generale una finale di kermesse leggermente sottotono, non tanto per i cantanti in gara che tengono alta l’attenzione, quanto per gli intermezzi e dialoghi, quasi inesistenti rispetto alle precedenti serate. Unico momento alto il tributo a Raffaella Carrà probabilmente, anche se dopo tutti i super ospiti delle precedenti, uguagliarli non era un compito facile.
Ma ci svegliamo di colpo con Amadeus che annuncia lo stop al televoto, guardiamo la scaletta e ci rendiamo conto che siamo in ritardo sulla tabella di marcia.
Esce la classifica dal venticinquesimo al quarto posto. Dire indecente è farle un complimento. Ve la riportiamo qui sotto: 4 Irama
5 Sangiovanni
6 Emma
7 La Rappresentante di Lista
8 Massimo Ranieri
9 Dargen D’Amico
10 Michele Bravi
11 Matteo Romano
12 Fabrizio Moro
13 Aka 7even
14 Achille Lauro
15 Noemi
16 Ditonellapiaga e Rettore
17 Rkomi
18 Iva Zanicchi
19 Giovanni Truppi
20 Highsnob & Hu
21 Yuman
22 Le Vibrazioni
23 Giusy Ferreri
24 Ana Mena
25 Tananai
Aspettando i risultati del nuovo televoto cantano Orietta Berti e Fabio Rovazzi che fa apportare delle modifiche alla sua canzone. L’ora è tarda, noi no ce lo meritiamo tutto questo.
Nel frattempo, il premio delle critica Mia Martini va a Massimo Ranieri.
Il premio della critica Lucio Dalla va a Gianni Morandi.
Il premio per il miglior testo è vinto invece da Fabrizio Moro.
Il premio per la miglior composizione musicale è per Elisa.
Il podio è il seguente:
#1 Mahmood e Blanco
#2 Elisa
#3 Gianni Morandi
La vittoria di Mahmood e Blanco probabilmente non ci stupisce tantissimo, visti i numeri (3.384.192 stream in 24 ore su Spotify e la conquista della top generale); il duo è ben assortito, hanno forte componente sentimentale sul palco, le voci si sposano bene tra loro e il mix di tutto questo gli ha permesso la top3 in tutte le serate del festival. A stupirci di più probabilmente sono i premi da miglior testo a Moro, che pur portando una canzone ben fatta, a nostro avviso non meriterebbe quel premio a fronte di tanti altri, come Truppi o Michele Bravi, forse sottovalutati in tutto il festival. L'orchestra invece premia Elisa e onestamente viste le sue performance vocali impeccabili e l'arrangiamento orchestrale del brano capiamo il perchè.
Siamo comunque soddisfatte nel vedere Rappresentante di Lista e Dargen D'amico nella top10 della classifica, anche se in quella dei nostri cuori e dei nostri prossimi ascolti sicuramente si posizionano molto più in alto.
E così con Mahmood e Blanco vincitori si conclude questa edizione del Festival di Sanremo, in teoria l'ultima per Amadeus. Speriamo di avervi tenuto compagnia in questa settimana e che vi siate divertiti quanto noi. Buon riposo e ci sentiamo all'Eurovision!
Comentários