Di Martina Strada e Michela Ginestri
Bentornatə al nostro commento onesto della seconda serata di Sanremo. Se vogliamo usare tre parole per descrivere questo secondo appuntamento useremmo "cringe in mondovisione" oltre ad un po' di piattume generale se non qualche meme esilarante della vostra redazione preferita e una classifica già preannunciata.
Facciamoci coraggio ed inoltriamoci in questa selva oscura che è la seconda serata del festival più chiacchierato d'Italia.
Partiamo alla grande con un Amadeus felice e reduce da un record personale di share della prima serata del festival, che è arrivata ad una media del 61,5%, la più alta dal '95 ad oggi. La serata prevede le esibizioni dei primi 15 artisti in gara estratti a sorte e presentati dai restanti 15. Una buona occasione per riascoltare tutti i brani e capire quali assumono più forza con gli ascolti ripetuti.
Giorgia è la co-conduttrice della serata che inizia cantando la sua ormai trentenne “E Poi” e ci fa venire i brividi come fosse appena uscita. Magica e magistrale.
Primi artisti ad esibirsi sono Fred de Palma e successivamente Renga e Nek. Entrambe le esibizioni non ci emozionano particolarmente. Fred porta un brano poco incisivo per il palco sanremese e Renga Nek, seppur bravi nella loro esibizione, sembrano copiarsi troppo a vicenda.
Viene annunciato Alfa, presentato da Mr. Rain. La canzone è semplice sia nel testo che nella struttura ma rende e ci convince di più ascolto dopo ascolto. Sempre più netta l'ormai già discussa somiglianza con "Run" degli OneRepublic.
Dargen D’Amico la butta in caciara con Giorgia e Diodato, suo presentatore. Il brano fa ballare l’Ariston, il testo prevediamo di averlo in testa per mesi. Ci tiene poi a puntualizzare una cosa sul suo intervento di ieri sera: "Ho commesso tanti peccati, anche gravi, ma non ho mai pensato di entrare in politica" e Diodato gli replica: “Io ho sentito solo umano, non politico”. Dargen aveva infatti dedicato la sua canzone ai bambini palestinesi che vivono sotto le bombe, senza acqua e senza cibo, facendo un appello verso chi si volta dall'altra parte davanti a tali ingiustizie. Porta sul palco un brano forte, chiaro, ben cantato e con un messaggio deciso. Questi sono gli Artisti che meritiamo, cazzoni sì ma che sanno prendere posizioni sulle cose importanti.
Rose Villain in cosplay da Bacio Perugina presenta Il Volo. Il brano ad ogni ascolto ci sembra solo più antiquato, ritmo poco travolgente, voci sicuramente potenti ma che non vengono molto valorizzate con canzoni poco innovative.
Dopo un poco simpatico siparietto sulle musicassette dei tempi andati tra Giorgia e Amadeus, scendono a presentare Gazzelle i BNKR44 vestiti in pieno mood da Super Bowl.
La canzone di Gazzelle, anche dopo il secondo ascolto, resta una canzone di Gazzelle, ha portato se stesso sul palco senza cambiare nulla, dagli occhiali alla vocalità. Il brano convince meno di altri suoi classici tormentoni, ma resta se stesso fino in fondo e gli va dato atto.
E’ il momento del primo ospite, Giovanni Allevi, che ci regala il momento più alto, delicato e commovente della serata. Ci parla di libertà, di dolore, del riuscire ad essere noi stessi, di gratitudine e di difficoltà. “Mi è crollato tutto. Non sono più il pianoforte davanti a un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto a Vienna il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato”. Dalla malattia, racconta, nasce la consapevolezza dell’inedita bellezza dell’esistenza. La venera, con le sue parole, la sua gestualità e il suo ritorno al piano dopo due anni di assenza dalle performance pubbliche, “Com’è liberatorio essere se stessi”. Davanti alla malattia tante cose acquistano importanza, mentre altre ne perdono. Si rivalutano le proprie priorità, ci si mette in discussione e da questo rimescolarsi Allevi ne ricava gratitudine: “Ogni individuo è unico, irripetibile e a suo modo infinito”.
Subito dopo un bel momento marchetta a rovinare tutto. Capiamo e condividiamo il fatto che l’Emilia Romagna abbia necessità e diritto di ricevere più fondi per rimettersi in piedi post alluvione ma il liscio in mondovisione dannazione no, non rende giustizia alla causa.
Il brano di Emma passa in un momento di sovrappensiero e così, senza nessun filtro, ci ritroviamo a cantarlo. Complimenti a Davide Petrella per il lavoro dietro. Un brano semplice ma che nella sua linearità rappresenta bene la vena artistica della cantante.
Rosa Chemical dal Suzuki Stage ripresenta “Made In Italy”, il brano con cui era in gara la scorsa edizione di Sanremo. Mentiremmo se vi dicessimo che non l’abbiamo cantata dall’inizio alla fine.
Presentato da Alessandra Amoroso, Mahmood sul palco porta la sua “Tuta Gold” ed è ufficialmente il brano perfetto per l'Eurovision pensandoci. La stylist deve aver migliorato nettamente i suoi standard rispetto a ieri e l'esibizione che ne esce fuori è visivamente e vocalmente più forte di quella della prima serata. Un brano da podio? Forse non così netto, ma che sicuramente ascolteremo spesso in radio.
BigMama e il suo vestito da vulturo di Twilight con i leggins sui cui sono disegnati i simboli trans e non binary presenta nuovamente la sua “La Rabbia Non Ti Basta” e si prende finalmente il palco, si diverte e si rilassa. Si mostra forte, convinta e decisa nella sua esibizione. Ci piace molto la rappresentanza femminile in questo festival. Concluso il brano dedica la sua performance al mondo queer: «Voglio dedicare la mia esibizione a tutta la comunità queer. Amatevi liberamente, potete farlo». Una frase che farà parlare più di qualche quotidiano oggi.
Arriva ora il momento più atteso della serata: l'invito di John Travolta, uno degli attori più acclamati al mondo sul palco sanremese. Come valorizzare un artista del genere sul palco più acclamato d'Italia? Facendogli ballare il ballo del qua qua, secondo Amadeus e Fiorello. In mondovisione. E noi paghiamo il canone per sovvenzionare momenti del genere. Rumors della mattina fanno sapere che la gag imbarazzante non è stata gradita neanche dall'attore stesso, che si sarebbe rifiutato di firmare le liberatorie video.
Bob Sinclair dalla Costa Smeralda attraccata al largo di Sanremo fa ballare la nave e chi sta all’Ariston, noi no. Ci siamo fatte una tisanina nel mentre, perché da lontano non rende molto l'idea di festa.
Angelina Mango vestita con le prime cose che hanno trovato in camerino presenta i The Kolors: il loro brano si basa su un ritmo coinvolgente e sul ballettino che è talmente basico da far ballare pure la mia nonna ottantenne. Il testo della canzone è di una banalità disarmante, punta alla hit senza riuscirci davvero e non ha alcun tipo di messaggio dietro.
Fortunatamente c’è Giorgia che salva la situazione: ci fa fermare da tutto quello che stiamo facendo e ci incanta con un medley di pezzi che ci fa venire i brividi dei suoi migliori successi. Un momento alla Mengoni di ieri sera, che forse convince meno, ma per i fan di Giorgia sarà stato il picco più alto della serata.
Giorgia chiama sul palco l’amica Fiorella Mannoia che presenta Geolier dicendo anche “fammi mettere gli occhiali che se sbaglio sono penalità”. Fiorella la prova che il Fantasanremo è questione di scelta e divertimento. La canzone di Geolier, sempre senza vocali, continua a lasciarci un po’ così, appesi. Tutto un po' troppo forzato.
Seguiamo sulla scia partenopea perché sul palco dell’Ariston i protagonisti di Mare Fuori fanno un discorso particolarmente profondo sull’importanza del rispetto in un relazione. Ascolta, accogli, accetta, impara, verità, accanto, no ("che definisce il perimetro della nostra volontà, la più alta dichiarazione d'amore che si possa fare"), insieme ("la parola più preziosa, quella su cui investire per il futuro").
Il cast di Mare Fuori sul palco è l’occasione per ricordare l’uscita dei nuovi episodi della quarta stagione e ovviamente prima di andarsene tutto il cast canta la celeberrima sigla che ormai conosce e canta anche chi non ha mai visto la serie.
Sangiovanni presenta Loredana Bertè che deve aver scuoiato un pennuto per fare la camicia con cui si esibisce. Il brano è forte ma continua a non sembrarci così forte da giustificare il primo posto di ieri sera. Il messaggio è però chiaro, la Bertè porta sul palco l'autodeterminazione e si schiera tra quegli artisti del festival che hanno qualcosa da dire e non solo da ballare.
Altra pubblicità e al ritorno Maninni presenta Annalisa con la sua “Sinceramente” anche se la canzone ormai la cantiamo per inerzia siamo già stanche di sentirla. Ritmo forte e trascinante, lei bella e decisa come sempre, ma capire di cosa parli realmente questa canzone è una sfida difficile.
I Ricchi e Poveri scendono le scale con una disinvoltura che nemmeno noi al primo gin tonic e presentano Irama. Continua ad essere un bel brano ma continua a non fare breccia nel nostro cuore. Tutto un po' troppo forzato, la sua presenza scenica, il personaggio, anche se il brano ha un suo messaggio e lo riconosciamo.
Manca poco all’una e i Negramaro chiamano sul palco Clara, l’ultima cantante in gara questa sera. Sangiorgi augura una carriera luminosa alla giovane artista come fosse un passaggio di consegne. Il brano dopo il primo ascolto ci coinvolge di più, fa ancora meglio di ieri ed è probabilmente l'artista in gara più rivelazione dell'edizione.
Mentre aspettiamo che si chiuda il televoto Leo Gassman si presenta sul palco per interpretare “Tutto Il Resto è Noia” di Califano e per promuovere il film biografico del cantante.
Possiamo dire che il gene Gassman non ha saltato la generazione e che Leo Gassmann riesce nel suo intento a pieno.
L’annuncio della nuova classifica top5, votata da radio e pubblico da casa:
1. Geolier
2. Irama
3. Annalisa
4. Loredana Bertè
5. Mahmood
Mentre cerchiamo di raccapezzarci su come sia possibile una classifica del genere senza cadere nello stereotipo partenopeo, vi salutiamo e vi diamo appuntamento per a stasera per la terza serata del Festival (“Siamo a metà”, citando il cartellone di Mengoni) sia qui che sul nostro gruppo whatsapp!
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