di E.P.
Tra film mentali, voglia di ballare continuamente e musica a ripetizione continua, viene naturale immaginare che la propria vita - come un film - possa essere accompagnata da una colonna sonora.
Nella vita ognuno di noi attraversa diverse fasi: l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta e via dicendo. Io ogni momento della mia vita l’ho passato ballando. Fin da quando ero bambina ho sempre passato gran parte delle mie giornate ballando (o meglio, dimenandomi). Ancora adesso mi capita di farlo in casa o, sì, anche per strada, quando sto camminando e la mia andatura si fa strana perché sto seguendo il ritmo di qualcosa. Sarà l’iperattività o semplicemente perché ho sempre un pezzo, una canzone, una melodia, che mi risuona nelle orecchie fino ad arrivare alla testa. Oltre a questo ci aggiungo anche la mia grande abilità nel farmi film mentali degni di un Premio Oscar (ecco che, per voi, oggi ho realizzato il mio grande sogno della vita e sono diventata Lola Bunny. Vedi immagine copertina). Diventa quindi abbastanza automatico immaginarmi una colonna sonora della mia vita, come quella di un film.
Ecco che, come un lungometraggio, ho pensato alle musiche che potrebbero accompagnare il mio di film. Ogni pezzo è raccontato nei “capitoli” che seguono e sono tutti tratti da colonne sonore. (Non è stato facile per me - che ascolto tanta musica e guardo tanti film - decidere tra “American Pie” o un film di Stanley Kubrick, così come fare una scelta tra una pellicola di Quentin Tarantino o un film minore).
1. Infanzia ( 3 - 5 anni)
Cartoni animati della Disney, Leonardo Di Caprio, Spice Girls, Cioè, Finale Ligure e…. “Space Jam”. Se c’è qualcosa che può rappresentare bene la mia infanzia quello è sicuramente il film di Joe Pytka che - attraverso la tecnica mista di unire scene con attori in carne e ossa e personaggi d’immaginazione - vede Michael Jordan fare squadra con i Looney Tunes per battere i Monstars a pallacanestro. A rendere ancora più mitica la pellicola del 1996 (già di per sé, una gran figata) è la colonna sonora con musiche di R. Kelly, Seal, Coolio e via dicendo. Ecco la mia preferita (giuro, non è stata una scelta facile, avrei quasi detto “Fly like an eagle” di Seal, ma qui sono davvero andata a sentimento): “Space Jam” dei Quad City DJ’s.
2. Infanzia (8 anni)
A tre anni ho scoperto cosa fosse la danza classica e a tre anni e mezzo ero convinta che da grande sarei diventata Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano. Crescendo, oltre a iniziare a prendere lezioni di danza, mi sono avvicinata al mondo del balletto anche grazie al cinema. Pietra miliare dei titoli incentrati sul ballo non può che essere “Billy Elliot”. Come ogni gran bel film che si rispetti, anche il lungometraggio del 2001 diretto da Stephen Daldry è accompagnato da una colonna sonora stratosferica. Clash, Jam, T. Rex, Eagle-Eye Cherry e tanti altri bei nomi. Scelta ardua anche qui ma quella che, più di tutte, mi fa pensare al film del ragazzino - interpretato da Jamie Bell - che sogna di diventare un grande ballerino è “Town called Malice” dei Jam (a malincuore non cito “Cosmic dancer” ma solo perché è una ballatona e qui abbiamo voglia di dimenarci).
- stacco non pubblicitario, brano che merita una menzione (vi risparmio la storia di me che a 10 anni, nell’estate del 2002, ha scoperto cosa volesse dire fare sesso grazie al film “8 mile”): ecco la canzone Premio Oscar di Eminem, “Lose yourself”.
3. Pre-adolescenza
Intorno agli 11 e i 12 anni si inizia a diventare curiosi di cose che non sono solo Pokémon, skateboard e giri al parco ma che sono le “cose da grandi”. Così prendono il via i pomeriggi a casa degli amici, quelli con i fratelli più grandi, dove è possibile scovarne di ogni come la VHS di “America Pie”. Così, in un pomeriggio del 2003, o forse 2004, a casa del Bizzo ci si appresta a vedere un film che regala tante risate anche a chi è ancora un tonto. La canzone non può che essere un pezzo dei Blink-182 che contribuirono alla colonna sonora del film del 1999 - la quale comprende anche brani, tra gli altri, dei Sum 41, dei Third Eye Blind, dei Goldfinger e dei Sugar Ray. Ecco la mia prefe: “Mutt” di Mark Hoppus, Tom DeLonge e Travis Barker (contenuta nell’album della band californiana, “Enema of the State”, del 1999).
4. Adolescenza (14 anni)
Ero una ragazzina punkettona, vestivo strana, avevo i capelli biondi lunghissimi, ma facevo danza classica. A 14 anni ho attraversato quel periodo in cui guardavo indietro alle donne del passato per cercare un po’ della femminilità che le ha rese icone di sensualità e bellezza. Nel 2006 è uscito il film di Sofia Coppola “Marie Antoinette”, incentrato sulla storia della stravagante Delfina di Francia (moglie di Luigi XVI di Francia, quella ghigliottinata per capirci). Ad accompagnare la vicenda della Regina di Francia - tra merletti rosa, vestiti pomposi e macarons da leccarsi i baffi - con mio stupore, la figlia del grande regista Francis Ford Coppola, ha scelto una colonna sonora da vera punkettona (si fa per dire). Le musiche che accompagnano il film di Sofia Coppola sono una più bella dell’altro, regalando alla pellicola quel tocco pop-art che hanno reso ancora più iconica la figura di Maria Antonietta.
Tra Cure, Air, Strokes, New Order, Gang of Four, Aphex Twin e altri, la mia preferita è sempre stata la canzone “I want candy” dei Bow Wow Wow nella versione remix di Kevin Shields. (Nel film, il brano accompagna le scene in cui Maria Antonietta - interpretata da Kirsten Dunst - è presa a degustare dolcetti francesi colorati, provare vestiti e scarpe. Insomma, tutto molto kitsch).
5. Adolescenza (16 anni - 20 anni)
A 16 anni mi si sono aperte le porte della percezione. Li avevo sempre ascoltati ma mai come in quel momento della mia vita. Insomma, nel 2007, ho scoperto davvero i Doors e ho iniziato a consumare ogni loro disco, divorare ogni libro scritto su Jim Morrison e la sua band. Sarebbe quindi naturale che io ora proponessi una delle canzoni dell’iconica formazione di Venice Beach che accompagnano il film “The Doors” di Oliver Stone. Significherebbe però vincere facile. A questo punto però non saprei cosa scegliere, tra i tanti film che ho visto in quel periodo: “Stuck in the middle with you” degli Stealers Wheel, da “Le Iene” di Tarantino; oppure “How soon is now” degli Smiths da “Closer”, film del 2004 diretto da Mike Nichols, con Jude Law, Natalie Portman, Julia Roberts e Clive Owen? Scelgo “Cuccurucucù” di Franco Battiato (dall’album “La voce del padrone” del 1981), che accompagna le scene finali del quinto episodio della seconda stagione della serie televisiva “Romanzo Criminale” di Stefano Sollima. (Ah, non inclusa nel disco uscito come colonna sonora della serie? Ok!).
INTERMEZZO EMOTIVO
Nel 2010 esce il film "Submarine" di Richard Ayoade, teen drama molto carino di quelli che ti fanno piangere e sorridere. E sti cazzi no? (che, come insegnano i romani, significa non me ne frega niente). Bè, in realtà sì, dovremmo dire sti cazzi ma la colonna sonora è firmata da Alex Turner, (quel gran pezzo di) frontman degli Arctic Monkeys, e le musiche che accompagnano la pellicola sono incluse nell'Ep eponimo del film - nonché unica pubblicazione discografica solista dell'artista di Sheffield. Mentre il consiglio è quello di andare ad ascoltarsi tutte le tracce di "Submarine", ecco "It's hard to get around the wind":
6. Vita da adulta (2014)
Approdata sulle emittenti televisive italiane nel 2009, scoperta dalla sottoscritta nel 2014, “Sons of Anarchy” è una delle serie tv che ho amato di più. Non serve dire molto, ecco “Come Join the Murder” di White Buffalo con i Forest Rangers.
7. Vita da adulta - continua (2019)
“A 27 come Amy…”, no, non ancora. Era fine agosto quando è stato trasmesso nel Regno Unito il primo episodio della quinta stagione di “Peaky Blinders”, la mia serie tv preferita attualmente in produzione. Ambientate a Birmingham, le vicende della famiglia Shelby devono gran parte del loro impatto sullo spettatore anche grazie alle scelte musicali. Ogni puntata della serie, infatti, presenta canzoni di artisti meravigliosi. Molti di voi penseranno che sto per citare “Do I wanna know” degli Arctic Monkeys come canzone preferita tratta dalla colonna sonora di “Peaky Blinders”. Oppure “Red right hand” di Nick Cave con i Bad Seeds. Invece no. Il quinto episodio della quinta stagione affida alla chitarra di Tony Iommi, al basso di Geezer Butler, alle percussioni di Bill Ward e - ovviamente - alla voce di Ozzy Osbourne il compito di immortalare uno dei momenti più potenti della serie creata da Steven Knight. Ecco “War pigs”, brano celebre della leggendaria band dei Black Sabbath, incluso nell’album “Paranoid” del 1970.
Se siete arrivati fin qui, magari vi va anche di raccontarci la vostra "colonna sonora" nei commenti!
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