Cosa un decennio in mezzo ad una vita intera può diventare è a volte questione di un momento, un tempo preciso, ricco contenitore di immagini statiche e suoni svariati che identificano e danno senso a quel momento stesso. E seppur qualcuno dice che “il per sempre è a volte solo un secondo” io ho da sempre ininterrottamente immaginato che in quel preciso secondo potesse racchiudersi tutta l’eternità. A rendere più nitido questo mio immaginario è il quinto album del cantautore torinese Bianco, "canzoni che durano solo un momento”, arrivato esattamente a distanza di dieci anni dal suo esordio discografico, unitamente a quello dell’etichetta INRI che in quell'ormai lontano 1 Aprile 2011 rendeva pubblica la prima produzione premonitrice di una lunga serie. Era l’album “nostalgina” di Bianco.
Ma, mentre quest’oggi a Torino si festeggia doppiamente la nascita discografica di due realtà musicali che nel corso di questo decennio hanno ridisegnato la scena cantautorale torinese gettando le basi per il ritorno dell'indie pop, io mi volto per un attimo indietro.
Sembra ieri che tra i miei ascolti arrivava il primo singolo estratto da quell'album d’esordio di Bianco, una canzone che inverosimilmente indica nel titolo il mio nome, nello stesso identico modo in cui lo ha sempre abbreviato mia mamma: “Mela”. Ecco, questa canzone per me non è durata solo un momento e certamente nemmeno per Alberto Bianco, perché vuoi o no, ci saranno per sempre canzoni che resteranno sconfinate accanto a chi le scrive e accanto a chi le ascolta. Il cantautore torinese, infatti, con questa nuova produzione ha voluto trasmettere, sebbene con un titolo che possa apparentemente far pensare il contrario, l’importanza di un momento che può diventare eterno e, viceversa, un’eternità che può ridursi ad un solo momento.
Ed è proprio così che i suoni e le parole che attraversano la testa di chi ascolta una canzone, possono in un solo secondo cristallizzarsi in eterno attraverso il potere dell’emozione. Nel meccanismo contrario è, invece, il vissuto di un lungo periodo di vita che può condurre ad un momento, unico e solo ma pieno ed infinito di forti emozioni. E, quell'esatto momento viene ad identificarsi con una canzone o meglio ancora con un intero disco in cui potersi continuamente ritrovare nonostante la fugacità del tempo.
Nei trascorsi mesi, hanno preannunciato l’arrivo di “canzoni che durano solo un momento” i singoli “Morsa” scritta ed interpretata con Dente insieme al quale Bianco parla piano di cose forti, e "Saremo Giovani” un pezzo crossover dal ritornello energetico e liberatorio nel quale, invece, sceglie di coinvolgere i colori sonori dei Selton. Altro singolo estratto in anteprima dal nuovo album è “Come se” che, ispirato alla serie televisiva “the last man on earth”, racconta della meraviglia nascosta nelle cose più scontate, nei gesti quotidiani, da tramandare a chi verrà dopo.
Al contenuto di questo quinto album di Bianco, prodotto con Tiziano Lamberti, si aggiungono ulteriori cinque brani contornati da significative tematiche oltre che da tanta vera bellezza. In “Gazze ladre” si narra di una giovane donna che, in continua ricerca della perfezione, dimentica che l’unica cosa che conta è l’autenticità di essere se stessa con i propri errori e le sue imperfezioni. “Puoi cambiare davvero, tanto stai bene con tutto ma meglio con niente”. In queste parole che risuonano nel ritornello si nasconde il senso di tutta la canzone, dove quel niente sa di credibile purezza ricercata dall'autore. “Mattanza” in featuring con Colapesce è un brano autobiografico, nel quale l'autore a causa di ironici motivi ad esso legati, si sente come un tonno intrappolato in una rete insieme a tutti quelli che appartengono alla sua generazione e, parlando di tonni ed inneggiando alle tonnare siciliane, Bianco ha pensato bene, in tempi ancora non sospetti, di bussare alla porta del collega più gettonato degli ultimi giorni. “Proiettile”, brano firmato da altri due notevoli autori quali GNUT e Luca Carocci, è il colpo che molto spesso abbiamo ricevuto perché offuscati da cose inutili che, attraverso le vite degli altri, abbiamo creduto essere necessarie provocando in noi ferite che potevano essere evitate. “Gomma”, a cui partecipa in qualità di autore Andrea Bonomo, racconta di un chewingum che prende sempre più gusto mentre masticato tra ricordi che ripercorrono una storia scaduta e il riff di un basso che galleggia sulle parole e scava pause in cui gli schiaffi si sentono forti. “Biglie” è una dichiarazione sincera e liberatoria di abbandono all'amore totale in cui la normalità intesa a volte come una gabbia ed altre volte come una panacea è in ogni caso qualcosa di estremamente fondamentale.
Bianco, dunque, celebra la ricorrenza di questi dieci anni di carriera con uno degli album più belli di sempre che esalta appieno la sua vocazione e vera essenza di cantautore che ho ascoltato e osservato maturare nel corso di questi anni tra produzioni e collaborazioni di rilevante importanza. E, chissà, se in futuro non abbia in serbo di stupire ancora i suoi fans con altrettante importanti collaborazioni!
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