top of page
Immagine del redattoreLuca Boccadoro

"Bougainvillea" è l'universo elegante e sincero in cui Tatum Rush fa cadere le maschere - Intervista

Quando penso a Tatum Rush, riesco a visualizzare quell'eleganza che, legata ad un universo lontano, sembra quasi attingere a piene mani da balli Ottocenteschi e paesaggi esotici. Un pop chic con influenze RnB, unito ad una spruzzata di funk e vibes retrò, il tutto nato dalle esperienze di Giordano tra Svizzera, Milano, Parigi e Berlino. Perchè la verità è che il cantautore italo-svizzero-americano ha bisogno di spostarsi per poter esprimere le esistenze che ha vissuto nel corso della sua vita, a cominciare dal periodo in cui scriveva esclusivamente in inglese, arrivando all'esperienza come figurante all'opera.


In questo "viaggio iniziatico" si è aggiunta anche Rio de Janeiro, dove Tatum ha passato un periodo importante per la creazione di "Bougainvillea", il suo ultimo Ep, uscito il 9 giugno 2023 per Undamento, etichetta che sa valorizzare al meglio i propri artisti. Attraverso 5 tracce, Tatum ha deciso di abbandonare le maschere che troppo spesso ha indossato per paura di mostrare il suo lato più sincero. Tutto questo l'ha reso il progetto a cui è più legato. i featuring con Popa e Lula contibuiscono a far schizzare alle stelle il livello di eleganza e delicatezza del progetto, quasi interamente prodotto dallo stesso Rush.


Ad impreziosire ulteriormente la dolce fatica, tantissime reference, nascoste e non, che hanno messo in evidenza ancora una volta la sua conoscenza artistica. Ma se ve le dicessi poi non leggereste l'intervista, quindi vi invito a farlo!



Parliamo del tuo nuovo EP, “Bougainvillea”, uscito il 9 giugno. Innanzitutto, da dove nasce l’idea del nome?

L’ho scritto girando tra l’Italia e la Svizzera. L’ho registrato a Rio de Janeiro, dato che sono stato lì per un periodo. Questo progetto ha avuto un’evoluzione inaspettata per me, e credo sia il lavoro del quale sono più soddisfatto fino adesso. Sia dal punto di vista della scrittura, che della composizione. Ho avuto la fortuna di collaborare con un musicista di Rio molto importante, che ha arricchito i pezzi in un modo notevole. Per quanto riguarda il nome dell’Ep, è nato grazie a uno dei singoli, “Malegrìa”, che ho scritto prima di pensare al progetto. All’interno di quel brano, avevo inserito la parola “Bougainvillea”, che rimandava ad un qualcosa di esotico, ed era una parola che mi piaceva pronunciare. L’ho presa in prestito da un libro di Michel Houellebecq, uno scrittore francese. La scena parla del protagonista del libro che va in un albergo a Lanzarote, che si chiama “Bougainvillea”. Il personaggio si lamenta del fatto che fuori dall’hotel non ci sia neanche una Bougainvillea. Questa cosa mi faceva molto ridere, e ho deciso di inserirla anche come titolo del progetto.


Che mi dici invece della copertina? Con quella citazione a Battisti…

È partito tutto da una vibe che ho quando sono a Rio. Ho voluto ricollegare una scena di vita quotidiana con la mia compagna lì, ad un album di Lucio Battisti, artista che adoro e a cui aspiro ad un livello artistico. In realtà c’è anche un’altra reference nascosta per quanto riguarda la copertina, che è la cornice nera presente nella copertina di “The Astrud Gilberto Album”, il primo album di Astrud Gilberto.


Sei costantemente in giro per l’Europa, per creare questo EP ti sei spostato tra Roma, Milano e Rio de Janeiro. Quanto è importante essere in posti diversi per fare un certo tipo di lavoro, per trovare ispirazione continua?

È una cosa fondamentale. Andare in un continente diverso dal tuo a creare un nuovo progetto, è sicuramente più avventuroso, lo vivi come un viaggio iniziatico. Scoprire un’altra cultura e lavorare in quel posto riesce a darti qualcosa di molto interessante


Ti occupi del tuo lavoro a 360 gradi, partendo dalla voce per la voce, passando per la produzione, arrivando addirittura alla parte visuale. Come riesci a conciliare i continui spostamenti con il tanto lavoro che c'è da fare?

Abito in Svizzera e sono molto vicino a Milano, riesco a spostarmi sia lì che a Roma. Alla fine, sono abbastanza vicino ai vari posti. Non sono sempre in giro, solo alcuni periodi. L’importante è riuscire a creare del tempo pe fare le varie cose, facendo dei compromessi e organizzando con anticipo. Anche questa è un’arte da saper fare.


Il mio pezzo preferito è “Rodolfo”, con Lulu, la tua compagna. Come nasce l’idea della canzone, con questo rimando a Rodolfo Valentino, attore e ballerino che fu un'icona del cinema muto?

“Rodolfo” è nato da un’idea che avevo da anni, quella di scrivere riguardo un’esperienza che abbiamo fatto io e Lulu, la mia compagna, come figuranti all’opera, quando abitavamo a Ginevra. È stata un’esperienza assurda, quasi da romanzo. Nel pezzo si parla di questa storia, utilizzando Rodolfo Valentino, un personaggio che apprezzo molto a livello estetico. Questo è il primo pezzo che scrivo in cui mi rivolgo ad una figura maschile. È stata un’esperienza interessante.


Quali sono le differenze in questo EP rispetto a “Villa Tatum,” e quanto sei cambiato tu in questo periodo?

Grazie a questo nuovo lavoro ho ritrovato una sorta di essenzialità nel fare musica. Forse ho lasciato cadere un’ulteriore maschera che avevo in “Villa Tatum”. All’inizio del mio percorso musicale mi servivo molto delle maschere, mettevo una parrucca in testa e giocavo con un immaginario prestato al mondo del lusso, sempre in modo ironico e sovversivo. Con “Bougainvillea”, però, sono arrivato ad un livello di sincerità che per molto tempo ho avuto paura di mostrare. Mi sono trovato a fare dei video chitarra e voce dove non mi nascondevo più dietro a personaggi e maschere.



All’interno di Bougainvillea c'è anche un brano con Popa, che rende ancora più elegante il tutto. Insieme avete composto “Pelle di luna”. Com’è nata questa collaborazione?

Con Popa è stato un corteggiamento lungo e lento quando l’ho scoperta. Mi ero fin da subito immaginato una collaborazione tra noi, ma non volevo forzarla. C’era bisogno di tempo per farlo accadere in maniera naturale. Ho lasciato che succedesse per caso dopo qualche anno. E alla fine è successo.


Ci sono stati degli ascolti in particolare, che ti hanno ispirato per la produzione di questo Ep?

Si, per esempio in “Pelle di luna”, sia io che Popa siamo partiti da reference come Julio Iglesias o Marcos Valle. Addirittura, si può sentire un po’ di Michael Jackson in questo pezzo. In “Malegrìa” c’è un po’ di Rino Gaetano, mentre in “Cuore violento”, un’ispirazione un po’ nascosta potrebbe essere Justin Bieber. Per quel pezzo della produzione se ne è occupato Golden Years. Io avevo già la direzione, poi lui ha raffinato tutti i suoni.


Se tu dovessi far conoscere la tua musica a qualcuno che non l’ha mai sentita, quale pezzo di questo Ep gli faresti ascoltare?

Direi “Rodolfo”. Perché secondo me racchiude al meglio il lato un po’ romantico della mia scrittura e anche il duetto femminile, unito ad una drammaturgia che in “Villa Tatum” non era presente.


Adesso che si fa? Continuerai su questa strada per nuova musica, o hai intenzione di cambiare?

Questo progetto mi ha dato molta motivazione a rimettermi subito a lavoro. Ho voglia di fare un album intero con questa energia e con questa leggerezza. Perciò sto combattendo per provare ad organizzare la mia vita ed avere il tempo giusto per preparare questo nuovo lavoro.


Prossime date live?

Sarò a Parma il 7 luglio, al Festival del Film di Locarno il 28 luglio. E il 23 agosto sarò al Mag festival di Verona. Ma nei prossimi giorni usciranno molte altre date.


Ora a fine intervista, ti chiedo due curiosità personali. Ti ho conosciuto con “Barbarella”, che mi ha colpito molto. E poi mi sono completamente innamorato del tuo pezzo con Laila Al Habash, “Rosè”. Mi parli di questi due brani, come sono nati?

“Barbarella” è stato il mio secondo esperimento in italiano, perché prima scrivevo in inglese. Il primo è stato “Chimera”, che inizialmente volevo proporre ad un altro artista, dato che non avevo preso in considerazione di cantarlo io. Poi, non trovando nessuno, l’ho cantata io. E “Barbarella” è stato il secondo tentativo. Questa canzone l’ho scritta mentre ero in viaggio nel Sud della Francia, in Costa Azzurra. Quindi ho inserito queste vibes all’interno del brano. Tra l’altro, per il videoclip del pezzo, sono tornato nella casa dove ho soggiornato quando l’ho scritta. Anche in questo caso l’avevo prodotta io, poi Ceri l’ha raffinata. Per quanto riguarda “Rosè”, invece, è stata Laila a corteggiarmi. Si è dimostrata subito molto fan del mio lavoro, perciò le ho proposto di scrivere un pezzo insieme. Era prima del Covid, l’abbiamo scritta a distanza, poi successivamente ci siamo incontrati e l’abbiamo chiusa. Il pezzo nasce da una nostra visione artistica comune di questo aperitivo un po’ chic ed eterno.




Comments


bottom of page