Ciao a tutt* e bentornat* al PrideVision! Questa volta vorremmo proporvi un abbinamento tanto colorato quanto curioso: le bandiere della comunità LGBTQ+ associate a canzoni o cantanti che per il loro essere o per i temi dei brani, hanno reso il mondo musica un grande arcobaleno. Ci tengo a sottolineare che verranno presentate solamente le bandiere più conosciute che riguardano l'orientamento sessuale (tranne l'ultima), non per escludere le altre, ma solamente per questioni di tempo e spazio.
Partiamo con l'attuale bandiera della comunità lesbica, che è stata creata da Emily Gwen nel 2018 e che comprende colori che rappresentano 7 aspetti differenti. Come per ogni bandiera, sono state create diverse versioni, e in tutte, la tonalità ricorrente è quella delle violette, un fiore storicamente usato dalle lesbiche per farsi notare da altre lesbiche.
L'artista per eccellenza della comunità lesbica è sicuramente Hayley Kiyoko, tanto da essersi aggiudicata l'appellativo di "Lesbian Jesus" per i suoi numerosi riferimenti a questo orientamento all'interno delle sue canzoni e dei rispettivi videoclip musicali. Il suo brano più conosciuto è "Girls Like Girls", con significato talmente palese che non ha nemmeno bisogno di interpretazioni. Altre artiste dichiaratamente lesbiche che meritano un ascolto sono Gia Woods e le gemelle Tegan&Sara.
La seconda bandiera che vi proponiamo è quella delle persone pansessuali, ovvero chi prova un'attrazione emozionale, romantica e/o sessuale verso un individuo, a prescindere dal suo sesso o genere. La rispettiva bandiera è stata creata nel 2010 ed è semplice ed intuitiva: il rosa è utilizzato per indicare il genere femminile, blu per il maschile e giallo per le persone non binarie o che preferiscono non identificarsi.
Alcuni artisti che si riconoscono in questo orientamento sessuale sono YUNGBLUD, SIA, Demi Lovato, Chris ("Christine and The Queens") e Brendon Urie ("Panic! at the Disco")Una delle cantanti pansessuali più famose è però Miley Cyrus, che da anni sostiene infatti di essere pronta ad amare chiunque a prescindere dal genere. In particolare, nella canzone "Mother's Daughter" - uscita nel 2019 e inclusa nell'album "She Is Coming" - l'artista dà vita ad un inno per l'autodeterminazione del proprio corpo e genere, sottolineando come quest'ultimo non debba per forza coincidere con il sesso biologico o rientrare nel binarismo uomo-donna.
La terza bandiera è quella bisessuale, disegnata da Michael Page nel 1998, che include rosa (orientamento omosessuale) e blu (orientamento eterosessuale) e il color lavanda per sottolineare la combinazione dei due orientamenti. Jessie Paege è una giovane artista, che ha avviato la sua carriera facendo video su YouTube, per poi finire a cantare per esprimere liberamente la propria sessualità. L'artista ci tiene a sottolineare come la bisessualità non sia assolutamente frutto di confusione o indecisione, ma un vero e proprio orientamento sessuale. Questi argomenti sono chiaramente espressi nel suo singolo più famoso intitolato "Not a Phase", che potete trovare qui di seguito.
Quest'ultima bandiera è l'unica di tutto l'articolo che non rappresenta un orientamento sessuale, bensì un termine ombrello che include tutte le persone che non si identificano con il proprio genere biologico di nascita, che hanno un genere neutro, nessun genere oppure sono intersessuali. La bandiera in questione è stata creata da Monica Helms, una donna transessuale, e venne utilizzata per la prima volta nel 2000 al pride di Phoenix, in Arizona. Questa volta vi consiglio la canzone "Mars" di YUNGBLUD, giovane ragazzo britannico pansessuale e poliamoroso che, pur non essendo transgender, ha deciso di dedicare questa canzone ad una fan che invece lo è. Il brano racconta infatti del coming out di questa ragazza transgender che il cantante conobbe ad un suo concerto e condanna inoltre tutte le persone che subiscono discriminazioni e violenze fisiche e verbali a causa della propria identità.
Le bandiere sono emblemi che ci aiutano a richiamare significati profondi e, la loro diversità, dovrebbe farci intendere che ogni persona dovrebbe sentirsi inclusa e accettata per quello che è, a prescindere da genere e orientamento. I singoli colori possono sembrare infatti soli ed emarginati, ma dobbiamo ricordarci che tutti insieme formano un grande arcobaleno!
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