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Andead - Old But Gold: il nuovo EP è da medaglia d'oro

Di Martina Strada


Dopo tre anni da "IV The Underdogs", oggi vede la luce "Old But Gold", il nuovo EP degli Andead composto da sei pezzi.

Per la prima volta nella storia della band non è solo il frontman Andrea Rock a scrivere i testi ma tutti i componenti portano le loro esperienze e i loro background musicali per dar vita ad un EP con sonorità differenti ma non per questo meno coinvolgenti o distanti dal loro stile.

I brani seguono un fil rouge che è quello dello scorrere del tempo scandito non solo dal bisogno di live e contatto col pubblico ma anche nel privato e nel mondo. Parlano non solo della musica che è il loro pane quotidiano ma anche di precariato, di diritti umani (tema caro alla band, che negli anni, ha già regalato ai fan brani a riguardo), di vita privata.


"Old But Gold", il brano che dà il titolo all' EP, ha la sonorità che rimanda ai vecchi album. Il mood è quello degli Andead, quello che ci ha fatto affezionare alla band e la canzone parla proprio del voler continuare a dare il massimo possibile sul palco

"Lust For The Road" è il secondo singolo presentato e parla proprio della brama per la strada, la voglia e il bisogno dei cinque di partire per suonare, di dividere il tragitto e l'esperienza con altre band.

Questa canzone la immagino già live cantata da metà del pubblico mentre l’altra metà poga senza vergogna.



"Comfortably Weak" è un'accusa a chi si nasconde dietro alla scusa dell'impossibilità di poter far qualcosa per chi subisce abusi o negazioni della propria libertà in qualunque parte del mondo. Il brano però ripone la speranza nelle generazioni più giovani e nella società del buon senso.

"Downtrodden"è stato il primo singolo uscito. Ha un sound diverso da quello che di solito si sente nelle canzoni degli Andead ma resta coerente con quello che sono e forse proprio per questa differenza resta di più in testa.

Racconta in maniera autobiografica la ricerca di un equilibrio tra vita privata e vita artistica, della voglia di far conciliare i due mondi senza farsi schiacciare dai rimorsi.



Con "Gratification Breakdown" la band che calca i palchi italiani da tredici anni, con un sound trascinante e difficile da smettere di canticchiare, si toglie dei sassolini dalla scarpa.

L'ultimo brano, "The Company Regime" dal punto di vista musicale è lontanissimo dall'idea che abbiamo della band eppure trovo che sia la canzone che più fa sentire non solo la maturità che hanno raggiunto ma anche come l'unione dei vari componenti ha portato a qualcosa di innovativo e "rivoluzionario". La vera perla dell'intero EP.

In The Company Regime il tema è quello del precariato, dell'insicurezza lavorativa, di quanto non importa quanto ti sbatti, se sei sacrificabile ti faranno fuori.


In sostanza questo EP va ascoltato e riascoltato perchè ogni volta che crederete di aver sentito tutto, quando la stessa canzone ripartirà vi svelerà una nuova sfumatura e l'apprezzerete ancora di più.


L'unico vero e solo appunto è che dopo tre anni forse speravamo di non ascoltare solo sei brani ma qualcuno in più, soprattutto perchè questi 18 minuti di EP sono una vera bomba da non sottovalutare mai.


Se l'epidemia non annullerà niente, il 6 marzo la band suonerà a Gallarate (VA) allo Spazio23 e se non li avete mai visti live rimediate. Vedere gli Andead on stage è qualcosa che va fatto se ci si vuole bene, si apprezza un pubblico vario e una band non solo brava ma anche simpatica e coinvolgente.

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