Chiara Bevilacqua, conosciuta al pubblico come acquachiara, è un'artista emergente che porta con sé una profonda passione per la musica, vissuta con autenticità e un pizzico di ironia. In questa intervista, Chiara ci svela come la musica sia sempre stata una costante della sua vita, accompagnandola con un filo invisibile fin dall'infanzia. Dopo un percorso di crescita artistica fatto di improvvisazioni e collaborazioni indipendenti, acquachiara ha recentemente ottenuto un importante riconoscimento vincendo il primo premio Music for Change con il suo singolo "piacere, Sofia" – un brano che riflette temi sociali complessi, dimostrando come l’arte possa essere veicolo di riflessione e cambiamento.
Dalla scelta del nome d'arte, nato come un gioco sul proprio cognome, fino alla recente uscita dell'EP "perdersi e poi ritrovarsi ancora", ogni sua decisione sembra dettata dal desiderio di mantenersi fedele a se stessa, abbracciando la spontaneità e la trasparenza.
Com’è nata la passione per la musica e com’è nato il tuo nome d’arte?
La musica mi ha sempre accompagnata in un modo o nell’altro ed è forse, insieme al teatro, l’unica grande costante della mia vita: ho iniziato a suonare il pianoforte alle elementari, ho studiato la chitarra da autodidatta e poi per anni mi sono dedicata al basso elettrico, fedele compagno di cui sento molto la mancanza. Vorrei poter raccontare di aver sempre sognato di fare la cantautrice, ma la verità è che da bambina volevo fare il carabiniere a cavallo e mai avrei mai pensato di essere in grado di scrivere canzoni. Credevo che cantare appartenesse alla lista delle “cose che non imparerò mai a fare” (tipo la spaccata, o capire come funziona Excel), ma a vent’anni ho inaspettatamente iniziato a scrivere, e di conseguenza a prendere lezioni di canto, perciò mi sono dovuta ricredere. Il mio nome d’arte viene semplicemente dal mio nome, Chiara Bevilacqua, Bevilacqua Chiara, e quindi acquachiara. Penso mi rappresenti molto, ed è anche una semi-citazione battistiana, quindi ne vado molto fiera!
Più di un anno fa sono usciti i tuoi primi singoli su Spotify, poi un periodo di pausa, e adesso la vittoria a “Music for Change” con il tuo “piacere, Sofia”. Forse devi raccontarci qualcosa!
È stato un periodo molto intenso, ho pure troppe cose da raccontare! Sì, grazie a diverse collaborazioni, tra il 2022 e il 2023 ho concluso un primo percorso di ricerca, pubblicando cinque singoli da indipendente, un po’ così, nello spirito dell’improvvisazione, per vedere cosa poteva succedere, in un primo tentativo di approccio a questo spaventosissimo mondo della musica. Nell’ultimo anno invece ho lavorato al mio primo album, insieme al mio produttore Andrea Allocca, il che ha comportato ovviamente una pausa da altre pubblicazioni. Pensavo che a quest’ora avrei già fatto uscire qualcosa dell’album, ma si sono messe in mezzo tante cose, cose belle direi, come Music for Change. La vittoria di questo contest è la mia prima grande soddisfazione in ambito musicale e non vedo l’ora di poter condividere con tutti “piacere, Sofia”.
All’interno del “Music for Change” sono i giudici a scegliere le tematiche su cui far scrivere i partecipanti. A te quale è capitato e come ti sei trovata a scrivere in questa maniera?
Il tema che mi era stato assegnato e su cui ho scritto la canzone era "Disuguaglianze e marginalità sociale". Temevo di non essere in grado di scrivere su “commissione”, avendo sempre parlato nella mia musica di me o delle mie disavventure sentimentali, invece si è rivelato più semplice del previsto. Mi sono iscritta a Music for Change proprio per mettermi alla prova, è stata una sfida con me stessa e sono stata così contenta del risultato! Di solito una canzone nasce da un’urgenza comunicativa molto personale, è raro che si riescano ad affrontare tematiche come quelle proposte da Music for Change. C’è sempre il rischio di sentirsi inadeguati, o troppo “piccoli” per poter scrivere di certe cose, invece è bello essere stimolati e riuscire a uscire dalla propria cameretta per provare a osservare il mondo. Tra l’altro non si corre il rischio di sentirsi persi o soli durante questo percorso: si è sempre molto seguiti e si ha modo di confrontarsi con tante persone meravigliose e soprattutto molto competenti. La cura e l’attenzione che il team di Music for Change mette nel contest è una cosa rara e bellissima.
È un periodo molto pieno per te, sappiamo che oltre al “Music for Change” sei risultata uno dei progetti emergenti più interessanti secondo Billboard Italia e l’etichetta LaCrème Records. Com’è andata?
In estate mi ero iscritta a questo contest proposto dall’etichetta discografica La Crème Records, in collaborazione con Billboard Italia. Sono stati selezionati 10 progetti tra circa 500 candidature, e sono stata contenta di vedere il mio nome tra quelli degli altri finalisti! Il 18 settembre è uscita la compilation BILLBOARD CALLS CREME OF TALENTS – The Choice e al suo interno potete trovare la mia “ottantesimo minuto”: è una delle prime canzoni che ho scritto e sono contenta che sia finalmente uscita, ho la sensazione che abbia chiuso un capitolo e ne abbia aperto uno nuovo.
E come se non bastasse, è da poco uscito un mini EP, “perdersi e poi ritrovarsi ancora”. Com’è nata l’idea e come sarà strutturato al suo interno?
Dopo tante piccole disavventure ho finalmente pubblicato questo EP! L’idea di fare uscire questo minuscolo progetto è nata da necessità concrete e allo stesso tempo interiori ed emotive: diciamo che nel complesso è stata una sorpresa anche per me. Penso che da qui in avanti non ci sarà più spazio o tempo per l’improvvisazione, ma volevo sentirmi ancora per un po’ indipendente: è stato bello e liberatorio fare uscire questi due brani, un inedito, uno degli ultimi pezzi che ho scritto, e una cover. “perdersi e poi ritrovarsi ancora” è una frase di una mia canzone non ancora uscita e mi sembrava descrivesse bene quello che accade all’interno di questo EP (e forse nella vita in generale): ci si perde, ci si ritrova, ci si lascia, ci si innamora di nuovo. Sono 5 minuti e mezzo di speranza, disillusione, tristezza, nostalgia, amore. I due brani mi sono sembrati complementari ed è stato carino affiancarli. Potete ascoltarli in loop uno dopo l’altro e magari vi ritroverete a piangere, e poi a sorridere, per poi piangere di nuovo. La cover è sicuramente una novità per me, non ne porto quasi mai ai miei live, quindi l’idea di pubblicarne una era inverosimile. Invece eccoci qui, e chi potevo coverizzare se non Lucio Battisti? “Perché no” è una canzone meravigliosa, che ho voluto in qualche modo rendere mia e che secondo me racconta perfettamente, con tenerezza e semplicità, l’amore degli inizi, dei sogni, dei progetti, dei pensieri di eternità. Su “sempre amore” forse è meglio che non mi pronunci, magari ne riparliamo davanti a un bicchiere di vino.
In “perdersi e ritrovarsi ancora” ci sono solo due brani, una cover e un inedito, e la copertina è molto scarna. Come mai la scelta di togliere anziché aggiungere?
Io ho iniziato a esistere nel 2022 pubblicando a sorpresa un brano piano e voce registrato in un pomeriggio nella camera di un mio amico (parlo di “proprio come hai fatto tu”). Sono una fan della semplicità, della delicatezza, della trasparenza e dell’imperfezione. So che forse è un po’ controcorrente e di certo con questo EP non ambisco a finire nelle playlist di Spotify, ma è un nuovo capitolo per me e volevo iniziare come ho iniziato due anni fa. Tengo molto alle cose fatte col cuore, quelle piccole, vere e dirette, in cui ci si mette a nudo. Anche questi due brani sono stati registrati in pochissimo tempo, sempre con l’aiuto del meraviglioso Andrea Allocca, che ringrazio per la pazienza e per il supporto costante. Ci sta un po’ di malinconia, sì, ma non penso che questa vada evitata: io ci sguazzo, forse ci abito proprio, ed è giusto che questo mio lato venga fuori. Se non mi espongo così nella mia musica dove posso farlo? Comunque sia, nel 2025 torneremo a ballare, promesso!
Questa tua semplicità ritorna in tutta la tua arte, dalla scrittura all’estetica. Ma sappiamo che, come per ogni artista emergente, è dovuta ad un lavoro minuzioso da soli o con un team di compagni fidati. C’è qualcuno che ti accompagna in questo percorso?
Nell’ultimo anno e mezzo ho faticosamente messo su un piccolo team di persone che mi seguono e che si sono affezionate al progetto, così da combattere il senso di solitudine che può dare l’essere “emergenti” e il doversi confrontare con l’industria musicale. Primo tra tutti il mio amico e manager Luca Boccadoro, che tiene ad acquachiara e crede nel progetto quanto me (a volte più di me!). E poi ovviamente il mio produttore Andrea Allocca, già vi ho nominato, che mi capisce alla perfezione e con cui ho fatto un bellissimo percorso creativo e di crescita. Penso sia fondamentale circondarsi da persone che vogliono bene a te e alla tua arte, nei momenti difficili ti aiutano a rialzarti e a rimettere in ordine le idee: nessuno può farcela da solo.
Cosa dobbiamo aspettarci da acquachiara nei prossimi mesi?
Vi inonderò di musica e di amore! Sicuramente prevedo tanti live e tante occasioni di crescita. Grazie alla vittoria di Music for Change avrò la possibilità di realizzare un Tour, con il premio Nuovo Imaie. In più suonerò in apertura del concerto dell’Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto 2025, farò un mini tour nei festival partner di Music for Change e mi esibirò a Casa Sanremo sul main stage nella settimana del Festival. Inoltre, il brano con cui ho vinto, dal titolo “piacere, Sofia”, uscirà presto su tutte le piattaforme digitali, distribuito da Believe. Penso anche che nel 2025 arriverà il momento di fare uscire il mio primo album, e sinceramente non vedo l’ora. Insomma, non anticipo troppo ma sono sicura che sto andando incontro a tantissime cose belle, quindi avanti così, sempre dritta per la mia strada storta.
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