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Accettazione e crescita personale: “Nessun Dramma” è il nuovo disco di Svegliaginevra - Intervista

Mettersi a nudo e scavarsi dentro non è mai una cosa semplice, riuscire a scriverne un disco è la prova di esserci riusciti. Svegliaginevra torna sulla scena con "Nessun Dramma", un album che racchiude già nel titolo il concept delle dodici storie che racconta e denota una notevole crescita musicale e artistica già iniziata con "Pensieri sparsi sulla tangenziale". Sbagliare è umano, riuscire ad accettare gli errori e il passato è la chiave giusta per guardare al futuro con la speranza di cui abbiamo bisogno. Ed è così che attraverso la narrazione di tanti tipi di relazione diversa, dai rapporti superficiali legati alla velocità dei social ai rapporti d'amore, Ginevra fa luce su emozioni e sentimenti che si nascondono dietro ognuna di esse.


Ciao Ginevra e bentornata su IndieVision! E’ uscito il tuo nuovo album “Nessun Dramma” che racconta di storie d'amore e di lezioni di vita imparate attraverso vari tipi di relazioni. Come nasce questo tuo nuovo album e come hai selezionato le 12 storie da condividere nel disco?

Questo album nasce dalla mia necessità di scrivere di cose che riguardano la mia vita e quella delle persone che ne fanno parte. La somma delle esperienze che ho vissuto in prima persona e di quelle di altri che mi hanno ispirato. Ho scelto queste 12 canzoni perché tutte in linea con il concept di questo disco sicuramente intenso dal punto di vista dei sentimenti, delle emozioni, dei grandi temi trattati. Ogni canzone principalmente è un dramma e la soluzione comune è quella di non farne appunto un dramma, ma affrontarlo e superarlo accettandolo.


"Nessun Dramma" riflette anche una tua personale maturità emotiva. Come si è evoluto il tuo approccio alla musica e alle emozioni durante la creazione di questo disco?

La mia crescita personale e la mia evoluzione musicale, credo e spero vadano di pari passo.

Ho cercato di raccontare queste storie nel modo più intimo possibile, tirando fuori le mie debolezze e mettendomi veramente a nudo su sentimenti ed emozioni. Forse è questo che rende il disco maturo, la maggior consapevolezza di quello che sono e che posso dare alla musica.


“Non mi piace” ha la responsabilità di aprire il disco. E’ un omaggio a Sufjan Stevens e Ornella Vanoni, due mondi artistici diversi ma che ti hanno ispirata per questo brano di apertura, da dove nasce?

Nasce da un paio di session con Giorgio Pesenti, un caro amico oltre che un artista di raro talento. Volevamo da sempre scrivere una canzone con queste due influenze che ci accomunano, il folk di Sufjan Stevens e l’eleganza interpretativa di Ornella Vanoni. Ho voluto fortemente aprire il disco con Non mi piace perché credo porti subito l’ascoltatore ad entrare nel mood del disco, così intimo e vero.


“Ghiaccio” racconta di un amore nato online e parla della superficialità dei rapporti umani di questi ultimi tempi e della mancanza di voglia di investire emotivamente. Qual è, secondo te, l’antidoto a questa superficialità?

L’antidoto potrebbe essere quello di mettere via i cellullari e vivere di più la vita vera. I social ci portano a vedere un mondo purtroppo non reale perché sempre perfetto e sempre apparentemente bello. Così, siamo portati a sentirci fuori luogo, imperfetti, sbagliati quando le imperfezioni invece dovrebbero essere punti di forza, che ci caratterizzano e ci rendono unici. Questo è quello che voglio dire con questo disco.


Nel brano “Alla fine di tutto” canti “Tu vuoi sapere se forse c’ha fatto bene sbagliare”, come consideri l’errore nelle relazioni?

Dipende dall’errore. In questo caso mi riferisco ad errori commessi per debolezza. Capita a tutti di sbagliare, siamo essere umani certo, l’importante però è che non venga mai a mancare il rispetto reciproco né la maturità di imparare e migliorarsi dopo aver sbagliato. Le relazioni possono finire, così come cominciano ma non possiamo cancellare tutto per un errore. Ricordiamoci di dare sempre il giusto peso alle cose che succedono e appunto agli errori.


Presenterai il tuo nuovo disco in due appuntamenti speciali a Roma e Milano, e quanto conta per te la dimensione live di questo disco? Le immaginavi già cantate live in fase di produzione?

Si, con la mia band stiamo preparando uno show incredibile. Sapevo già che questo disco sarebbe stato difficile quanto bello da portare sul palco dal momento in cui ho scritto le prime canzoni. Anche il modo in cui canto fa parte della crescita artistica del progetto così come l’ambiente sonoro. Ho voluto fortemente, anche in questo disco, che la musica e le parole avessero un unico messaggio. Per me la parte live è la parte più bella, quindi non vedo assolutamente l’ora di esibirmi e cantare per le persone che verranno a queste due date. Saranno due concerti indimenticabili.


Nel disco vengono quindi esplorati tante diverse realtà e modi di vivere le relazioni. C’è una prospettiva diversa in ogni canzone. Dopo aver accompagnato chi ti ascolta all’interno del microcosmo di ogni singola canzone e all’interno di una specifica relazione, qual è il messaggio che vorresti lasciare?

Nessun dramma, mai!


Per salutarci condividici un aneddoto interessante o una sfida particolare che hai affrontato durante la creazione del disco!

Tra i tanti aneddoti legati alla creazione del disco, vi racconto di quella volta che io e Riccardo stavamo scrivendo Gelatai e quando siamo arrivati a scrivere la frase ‘’invidio i gelatai’’ siamo stati li con la lista delle rime tipo gelatai, benzinai, fiorai, tabaccai ecc. perché volevamo un’immagine che racchiudesse quel concetto utilizzando come oggetto dell’immagine un mestiere comune, per creare vicinanza con il grande pubblico. Quando abbiamo trovato l’immagine con Gelatai è stato un momento bellissimo ahah

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